Contraccezione e diritti delle donne - QdS

Contraccezione e diritti delle donne

redazione

Contraccezione e diritti delle donne

venerdì 05 Febbraio 2016

L’indagine è stata condotta dall’Istituto di ricerca Swg di Trieste in collaborazione con Edizioni Health Communication. È possibile acquistare la pillola del giorno dopo in farmacia, ma sono in pochi a saperlo

ROMA – La Contraccezione d’emergenza (CE) continua a rimanere un diritto negato. Nonostante le donne maggiorenni, ormai, possano comprare la nuova pillola del giorno dopo senza presentare al farmacista la ricetta medica, più del 30% delle donne è ancora convinto che l’obbligo di prescrizione esista, quasi la metà non ne sa proprio nulla e appena uno sparuto 16% è ben informato.
D’altra parte, i farmacisti sembrano ancora oggi perplessi di fronte alla decisione Aifa di eliminare l’obbligo di ricetta per la nuova pillola del giorno dopo (addirittura il 14% dichiara di non essere a conoscenza della determina Aifa), con il 46% dei professionisti che manifesta la sua netta contrarietà alla scelta dell’Agenzia del farmaco, soprattutto perché – il 77% dei contrari – pensa che, senza ricetta, le donne userebbero la pillola del giorno dopo con troppa facilità.
A fotografare il mondo della Contraccezione d’emergenza è un’indagine nazionale condotta dall’Istituto di ricerca SWG di Trieste in collaborazione con Edizioni Health Communication su un campione rappresentativo di 400 donne tra i 18 e i 40 anni di età e un campione rappresentativo di 100 farmacisti italiani distribuiti su tutto il territorio nazionale, presentata ieri a Roma.
Il 18% dei farmacisti non venderebbe mai una pillola per la Contraccezione d’emergenza senza ricetta, indipendentemente dal regime di prescrizione previsto dalle norme.
E questo nonostante l’86% la ritenga in ogni caso utile e il 96% efficace. Tra i motivi di questo rifiuto le ragioni sono diverse: motivi di ordine religioso (61% dei farmacisti cattolici è contrario all’uso degli anticoncezionali d’emergenza) e di salute (il 53% dei farmacisti teme che possa essere pericolosa, pur se utile ed efficace).
Eppure la nuova pillola del giorno dopo, conosciuta anche come la pillola dei cinque giorni dopo, se assunta nelle prime 24 ore dal rapporto a rischio di gravidanza indesiderata, risulta tre volte più efficace del vecchio farmaco e priva di rischi per la salute come hanno riconosciuto le agenzie regolatorie europee e nazionali. Ma solo il 32% dei farmacisti ne è a conoscenza.
“Sulla Contraccezione d’emergenza continua a gravare uno stigma ormai anacronistico e privo di fondamento scientifico – ha detto stamane Emilio Arisi, presidente della Società Medicina Italiana per la Contraccezione (Smic) – infatti, se Ema e Aifa hanno abolito la ricetta per acquistare la nuova pillola del giorno dopo è proprio per la sua eccellente tollerabilità. È quindi sbagliato, com’è emerso dai dati dell’indagine, che sia le donne sia i farmacisti ritengano il farmaco pericoloso: le donne devono essere tranquillizzate e i farmacisti devono comprendere che non c’è alcun fondamento scientifico per opporsi alla vendita. Mi colpisce anche il dato relativo ai farmacisti, convinti che le donne utilizzino con troppa facilità la pillola del giorno dopo. In realtà i dati di utilizzo di questa categoria di farmaci si mantengono in Italia tra i più bassi d’Europa: solo il 2,5% circa delle donne in età fertile ha infatti fatto ricorso alla Contraccezione di emergenza. E ancora, mi meraviglia che solo 3 farmacisti su 10 sappiano che il nuovo farmaco è più efficace della vecchia pillola del giorno dopo".
“La possibilità per le donne maggiorenni di poter acquistare la nuova e più efficace pillola del giorno dopo senza presentare la ricetta medica è stata un’importante conquista per il nostro Paese – ha chiarito Francesca Merzagora, Presidente di Onda, l’Osservatorio che in occasione del suo decennale ha ricevuto dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella una medaglia per i 10 anni di attenzione alla salute della donna – la Contraccezione di emergenza è infatti l’ultimo baluardo per evitare il rischio di dover ricorrere a una interruzione volontaria di gravidanza che, oltre ad essere un’esperienza estremamente dolorosa per la donna, è anche un fallimento delle politiche di prevenzione e pianificazione della salute sessuale e riproduttiva. Costatare quindi che solo poco più di una donna su dieci conosce i propri diritti, è sintomatico di quanto ci sia ancora da fare sul piano della comunicazione. È quindi fondamentale che i farmacisti informino le donne in maniera corretta essendoci anche una Direttiva dell’Aifa molto chiara da rispettare. Nessun comportamento contrario può essere giustificato”.

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