Il Gossip di Rai Uno interesse straordinario - QdS

Il Gossip di Rai Uno interesse straordinario

Carlo Alberto Tregua

Il Gossip di Rai Uno interesse straordinario

venerdì 12 Febbraio 2016

Domenica spettatori a bocca aperta

La mattina della domenica, a Rai Uno, vi è una rubrica di interesse straordinario: il gossip di Gianni Ippoliti, che sfoglia i settimanali del ramo. C’è da restare a bocca aperta per le notizie interessanti che vengono trasmesse, del tipo: la bozza di gravidanza di questa o quella donna, il bacio finto perché abbozzato ma non dato, Romina e Albano che sono ritornati insieme pur vivendo ognuno nella propria casa.
Certo non potremmo passare una buona domenica senza sentire queste notizie così interessanti che riguardano la nostra esistenza. E infatti aspettiamo tutta la settimana di sentire quali importantissime informazioni ci vengono date dalla rete ammiraglia della tv pubblica.
Vogliamo aggiungere che tutti i soldi raccolti con il canone sono ben spesi, perché se non ci dessero queste fondamentali informazioni, la nostra vita sarebbe carente.
Non si tratta di cose di poco conto, leggere o vacue, perché, ci chiediamo, come potremmo trascorrere la nostra vita senza sapere queste attività fondamentali di questi personaggi della vita pubblica, Razzi compreso. 
A proposito del canone, la pensata dei responsabili Rai è stata giusta. Hanno detto: facciamoci belli, riducendo il canone di ben 13 euro (portato da 113 a 100) e però costringiamo tutti a pagare, trasformando l’ente dell’Energia in nostro esattore. Cosicché dall’1 luglio tutti i proprietari o possessori di abitazioni e immobili commerciali riceveranno una ulteriore patrimoniale: il canone, seppur diluito in cinque rate, da luglio a novembre.
Naturalmente sono salvi gli arretrati che potrebbero essere riscossi coattivamente. E sono salve anche le seconde case su cui il canone Rai, vera e propria stangata, non si paga.
Il servizio pubblico deve andare incontro alle esigenze di tutti i cittadini, da quelli più colti a quelli più ignoranti. Non è un caso l’estesissima programmazione radiofonica di trasmissioni sportive, con grande prevalenza del calcio, e di tante altre rubriche di musiche leggere, leggerissime ed inesistenti. E poi, quanta gente che parla e straparla con la grande capacità di dire nulla anche se lo dice bene. Non sappiamo chi governa i programmi, ma ne sentiamo gli effetti.
 
In una commedia scritta da Dario Fo (Poer nano), si narra che, quando Caino uccise Abele, si sentì la voce tonante del Padre eterno: “Nessuno tocchi Caino, perché è colpa mia se l’ho fatto male”.
Ecco, vi è una responsabilità oggettiva del Governo che con la nuova legge, di fatto, controlla la super Rai in tutte le sue articolazioni. Non si capisce perché essa debba aver ben 14 canali televisivi e dieci canali radiofonici, sottraendo al mercato rami di comunicazione e informazione che tagliano linfa alle attività economiche.
Bene, invece, i canali culturali anche se spesso noiosi. Non è vero, però,  che la cultura deve essere noiosa. Se fatta bene interessa e può anche divertire. è noiosa quella fatta dai barbagianni che non godono dell’illuminazione dell’intelligenza.
Da anni si discute se sia possibile che radio e televisioni debbano essere espresse dal duopolio Rai-Mediaset. Il controllo dell’informazione è negativo per la democrazia e per il mercato.  

Nessun Governo è riuscito, in questi ultimi 30 anni, a eliminare tale duopolio, lasciando un canale pubblico non soggetto ad Auditel, come la BBC, e mettendo sul mercato gli altri due. D’altra parte, nessun Governo è riuscito a fare una legge sul conflitto d’interessi, per impedire che lo stesso gruppo editoriale controllasse allo stesso tempo tre canali.
Come nessun Governo è riuscito a rompere l’intreccio tra banche, imprese e giornali, per cui in Italia, e non solo nel nostro Paese, vi sono gruppi imprenditoriali che governano i tre settori sfruttandone le sinergie e contemporaneamente condizionando la politica che di per sé è diventata sempre più debole, per la scarsa competenza e la scarsa preparazione dei propri componenti.
Gossip, duopolio dell’informazione radiotelevisiva, intrecci fra banche imprese e giornali sono tre assi di un sistema bloccato che ha fatto regredire il nostro Paese di molti posti rispetto a 20 o 30 anni fa.
E lo ha fatto regredire ancora di più nel Meridione, ove una classe politica modesta è venuta meno ai propri compiti istituzionali. E si vede!

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