Anche le Procure del Nord e del Centro stanno lavorando alacremente in questa direzione, perché le mafie di quelle regioni sono più pericolose di quelle meridionali, in quanto interferiscono nel grosso business economico.
In questo quadro, sotto l’ottima direzione dei pubblici ministeri, le Forze dell’Ordine stanno scovando uno dopo l’altro delitti e reati rimasti nascosti per decenni.
Abbiamo più volte indicato la possibilità di annientare, nel prossimo decennio, la criminalità organizzata più radicata, che è quella meridionale, perché ormai le mappe delle famiglie sono note. Si tratta soltanto di riuscire a provare delitti e reati che esse commettono, anche perché, finalmente, la Guardia di Finanza può entrare in conti e depositi bancari effettuando gli essenziali controlli incrociati.
Più difficile è scovare la criminalità burocratica, perché è molto capillare e frazionata a livelli bassi, anche se qualche volta sono coinvolti vertici di settori di Stato, Regioni e Comuni.
Per contrastare adeguatamente la criminalità burocratica occorrerebbe che ogni Ente pubblico, a livello statale, regionale e locale, creasse gli anticorpi al proprio interno mediante la costituzione dei Niai (Nuclei investigativi affari interni) formati da funzionari esterni all’Amministrazione pubblica. Ma ancora non ci hanno pensato.
Vi è l’indirizzo del ministero della Semplificazione e Pubblica amministrazione di pubblicare sui siti tutte le informazioni riguardanti dirigenti, funzionari e dipendenti, nonché i regolamenti che governano all’interno gli Enti stessi e anche le procedure che servono ai cittadini e alle imprese per ottenere provvedimenti amministrativi.
Ma questa trasparenza ancora non c’è per la resistenza dei burocrati a far controllare il proprio lavoro, in parte perché hanno scheletri negli armadi e in parte per scoprire inefficienze.
Lo stesso ministro Madia sta cercando (con i decreti di attuazione della Legge quadro n. 124/2015) di semplificare leggi e procedure. Ma anche in questo caso il suo tentativo non sta riuscendo bene per la resistenza dei burocrati.
La criminalità economica è un altro cancro della società, che va estirpato, individuando con precisione fatti e circostanze, per evitare di prendere abbagli che rovinino le imprese che hanno avuto comportamenti irreprensibili.
La materia è delicata e da parte dei pubblici ministeri e dei magistrati giudicanti ci vuole ancora più attenzione per distinguere il grano dal loglio.
Tutti i funzionari degli apparati pubblici non devono dimenticare che hanno l’obbligo etico di servire il popolo con le tre O: Onore, Onestà e Orgoglio, requisiti previsti anche dalla Costituzione.
Fare il proprio dovere non è un optional. Occorre rendersi conto che tutti i sessanta milioni di italiani, fra cui cinque milioni di stranieri integrati, sono sulla stessa nave, la quale può navigare in acque tranquille o affondare indipendentemente da chi si trovi nei piani alti o nella stiva.
Abbiamo la possibilità di crescere. Dobbiamo volerlo e poterlo fare!