Regione, il disastro del Bilancio 2016 - QdS

Regione, il disastro del Bilancio 2016

Carlo Alberto Tregua

Regione, il disastro del Bilancio 2016

sabato 20 Febbraio 2016

Investire e non sperperare

Una Giunta incompetente e un’Assemblea regionale inconcludente continuano la pessima tradizione di non approvare il bilancio dell’esercizio successivo entro il 31 dicembre.
La conseguenza è che quando comincia l’anno nuovo, l’attività corrente rimane bloccata, se non per la spesa a dodicesimi, mentre la spesa in conto capitale per investimenti non ha possibilità di essere messa in moto adeguatamente.
I risultati si vedono: i Comuni vantano crediti ciclopici; a loro volta, non sono in condizioni di pagare quanto dovuto alle loro partecipate. Le imprese hanno crediti per 4-5 miliardi e sono indebitate per conseguenza nei confronti del sistema bancario.
Nessun nuovo piano di sviluppo viene messo in cantiere nei settori dell’energia, dell’ambiente, in quello agricolo, industriale, commerciale, artigianale e, soprattutto, resta al palo l’attività che dovrebbe promuovere il turismo: cercare gli ospiti in tutto il mondo, allettarli per farli venire qui, ove dovrebbero trovare servizi eccellenti, dall’ospitalità, alla ristorazione, alle visite culturali e via elencando.

L’unica cosa certa alla Regione è che si pagano, prima di ogni altra cosa, i circa centomila cedolini diretti e indiretti, compresi indennità di ogni tipo.
Osservando l’allegato sei alla bozza di Bilancio, esaminata dalla commissione dell’Ars, dal quadro generale riassuntivo rileviamo che le entrate previste sono circa 16,3 miliardi, cui si somma il riporto di cassa dell’anno precedente per 1,3 miliardi. Vi sarebbe, per conseguenza, una disponibilità teorica di circa 17,6 miliardi.
Il guaio è quando verifichiamo le uscite: troviamo che esse assorbono tutte le entrate ed anche il fondo cassa del 2015. Dal che se ne deduce che le uscite dell’anno 2016, secondo questo Bilancio di previsione, sono superiori alle entrate per 1,3 miliardi.
Scusate l’elencazione delle cifre, ma esse fotografano la realtà senza bisogno di ulteriori commenti. Ovvero, un commento va fatto e cioè che dei 17,6 miliardi di uscite previste ben 14,9 riguardano spese correnti e rimborso di prestiti.
 

Si tratta di spese obbligatorie che andranno effettuate comunque vadano le entrate.
Ma se le entrate dovessero diminuire per effetto di evasione o morosità di tributi e contributi, saranno penalizzati i 2,6 miliardi di spese in conto capitale, ovvero quelle necessarie per supportare la crescita.
è qui il vulnus di questo Bilancio: la incomprimibilità della spesa corrente, la quale dovrebbe essere tagliata di almeno 4 miliardi. Ciò sarebbe possibile se la Regione siciliana avesse diecimila dipendenti e non ventimila, se il comparto sanitario dimagrisse di cinquemila unità nei settori diversi da quello propriamente di assistenza medica ed infermieristica, se si tagliassero le inutili e dispendiose partecipate, nonché le società satellite contenitori di dipendenti senza lavoro, come la Resais.
La Regione dovrebbe mettere al primo posto della sua attività la spesa per investimenti e solo dopo, in base alla dispinibilità, quella corrente.
Ma questo ordine metterebbe in crisi il sistema clientelare ed inefficiente su cui vive oggi la classe politica e burocratica.

Non sappiamo come Bilancio di previsione 2016 e legge di Stabilità  saranno approvati dall’Assemblea che spesso stravolge il testo approvato dalla Commissione. Sappiamo però che la musica non cambierà: cioè sarà redatto un documento che continuerà ad alimentare malcostume e mala gestione senza offrire un barlume di prospettiva alla crescita e alla produzione di ricchezza e occupazione.
A guardar bene le cose, sembrerebbe che la situazione non offra speranza alcuna di mutamento. Tuttavia, dobbiamo guardare alla possibilità di cambiarla trasformando una situazione passiva in una attiva, che costruisca piuttosto che distruggere.
Per ottenere questo risultato è necessario che l’opinione pubblica siciliana si faccia sentire nei quotidiani,  nelle televisioni regionali e in ogni luogo, con forza, determinazione e persino sdegno.
Giunta e deputati regionali sono sordi. Regaliamo loro un apparecchio acustico. Che li faccia funzionare bene!

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