2016, Renzi affronta tre esami - QdS

2016, Renzi affronta tre esami

Carlo Alberto Tregua

2016, Renzi affronta tre esami

giovedì 25 Febbraio 2016

Ue, elezioni, referendum

Raffaele Squitieri, presidente della Corte dei Conti, ha letto una relazione preoccupata: “L’Italia presenta un grado elevato di malamministrazione e di corruzione. La corruzione riduce la qualità dei servizi, incide sulle entrate fiscali, scoraggia gli investimenti, aumenta l’ingiustizia sociale e la povertà, e mina la credibilità del Paese anche in ambito internazionale”.
Secondo Transparence international l’Italia è al 61° posto nella graduatoria relativa all’indice di corruzione nel mondo.
Più forte è la denuncia della Corte sul “parziale insuccesso della spending review”, la quale, secondo la Ragioneria generale dello Stato, nel 2016 produrrà una riduzione delle spese di appena 7,2 mld, mentre secondo il piano dell’ex commissario alla revisione, Carlo Cottarelli, quest’anno avrebbe dovuto farci risparmiare oltre 30 mld.
Con questi due macigni sulla schiena Renzi si presenta indebolito all’appuntamento di aprile con la Commissione europea, alla quale ha chiesto maggiore indebitamento perché aumenta di 0,2 punti percentuali il disavanzo dell’anno corrente.   

Questo esame davanti alla Commissione sarà impegnativo. Ecco come si spiega il fuoco di sbarramento preventivo del nostro giovane primo ministro che è arrivato persino a proporre la prossima scelta del presidente della Commissone, attualmente il lussemburghese Jean-Claude Juncker, mediante primarie.
Renzi attacca tutti e soprattutto la Germania, che è riuscita ad esportare i propri Bund per ben 1.239 mld, pari al 71,6% del debito pubblico tedesco, mentre l’Italia è a un po’ più dei due terzi.
Il secondo esame che subito dopo Renzi dovrà affrontare riguarda le elezioni amministrative, alle quali ha dichiarato di non attribuire una valenza politica di tenuta della coalizione di Governo, pur riguardanti importanti città come Roma, Milano, Napoli e Torino.
Nonostante queste affermazioni, non vi è dubbio che mantenere o perdere tre delle quattro città già con sindaci Pd (Napoli ha un sindaco arancione) significherebbe rinforzare o indebolire la compagine di Governo.
 

Che il vento, che ha sospinto Renzi a oltre il 40% nelle elezioni europee del 2014, abbia rallentato e stia girando, è sotto gli occhi di tutti. Le motivazioni sono diverse e partono dalla reazione dei cosiddetti poteri forti (sindacati, associazioni imprenditoriali, banche, estrema sinistra, Vaticano ed altri) i quali non sopportano la sua linea che si rivolge direttamente ai cittadini, bypassando le organizzazioni intermedie, le quali si sentono mancare il terreno sotto i piedi e perciò reagiscono.
Ecco perché Renzi deve continuare a mantenere alto il filo diretto con i cittadini, in modo da potere brandire, se messo alle strette, la scure delle elezioni anticipate.
Tuttavia la minaccia, per il momento, è priva di fondamento, perché l’Italicum può essere adoperato solo dal 2017 e dopo che venga confermata dal referendum la riforma costituzionale, che peraltro deve ancora essere approvata in via definitiva dalla Camera, come ultimo passaggio.   

Ed ecco il terzo esame per Renzi: il referendum confermativo della riforma costituzionale. Egli ha già detto che su questo esame si gioca la carriera. Se dovesse perderlo andrebbe via cambiando mestiere.
Perciò vuole mantenere alto il rapporto con i votanti, in modo che nella campagna di ottobre vi sia un grande effetto comunicativo. Non è un caso che il Governo abbia di fatto annesso la Rai con la recente riforma che ha dato all’amministratore delegato, Antonio Campo Dall’orto, pressoché tutti i poteri di nomina di direttorio di rete e dell’informazione, nonché la possibilità di firmare singoli contratti fino a 10 mln di euro, senza passare dal consiglio di amministrazione.
I tre esami sono tosti, ma il ragazzo è preparato, ha una forte capacità di lavoro e una comunicazione penetrante con la quale si fa capire pressoché da tutti. Ecco perché le lobby hanno cominciato a combatterlo sotterraneamente e la loro pressione diventerà ogni giorno più forte nel tentativo di farlo fuori al prossimo referendum.
Partita difficile, da giocare con coraggio ed ottimismo, confidando nel buon senso degli italiani.

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