Rifiuti e differenziata, cronaca di un'emergenza senza fine - QdS

Rifiuti e differenziata, cronaca di un’emergenza senza fine

Rosario Battiato

Rifiuti e differenziata, cronaca di un’emergenza senza fine

mercoledì 02 Marzo 2016

Il ministro dell’Ambiente conferma la necessità della valorizzazione energetica. La Regione sceglie gli impianti. In Finanziaria l’ecotassa per evitare il ricorso alla discariche in fase di saturazione

PALERMO – L’emergenza non si ferma. La cronaca ha riportato l’allarme su Enna dopo tre settimane di raccolta a singhiozzo e lo sciopero degli ultimi giorni (un articolo approfondito sulla questione è riportato nella pag. 14 di oggi). In città si sfiora l’emergenza ambientale e sanitaria, ma anche altre realtà come Porto Empedocle e Gela lamentano disagi e difficoltà. È uno spaccato della Sicilia ormai al collasso mentre da Roma continua il pressing in attesa dei risultati e la Regione prova a risollevare la differenziata con l’ecotassa sul conferimento in discarica.
Difficoltà gestionali di difficile risoluzione, anche se la Regione sembra non considerarli insormontabili al punto che per spingere i Comuni verso il raggiungimento delle quote stabilite per legge  – dovremmo già essere al 65% anche se la media regionale supera di poco il 12 secondo gli ultimi dati dell’Ispra – l’Ars ha votato la tanto temuta ecotassa contenuta nella finanziaria regionale. Si prevedono sei fasce di contributo sulla base del livello di differenziata e si pagherà per ogni chilogrammo di rifiuto smaltito in discarica. Si comincerà nel 2017 con vantaggi e decurtazioni per comuni che daranno un’accelerazione al processo.
Non è la prima volta che la Regione ci prova. L’aveva già fatto lo scorso anno, la tassa era stata poi bocciata a Sala D’Ercole, e l’aveva previsto anche nell’ordinanza presidenziale n.20/rif del 14 luglio 2015 che al comma 3 dell’articolo 8 prevedeva di applicare ai soggetti “conferitori di rifiuti in discarica che, entro l’anno 2015, non raggiungeranno un livello di raccolta differenziata almeno pari al 36 per cento, il tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti”.
Diverse la posizioni in campo. Per molti si tratta di un tentativo della Regione di fare cassa con i siciliani, perché inevitabilmente le tasse derivate dall’incompetenza degli amministratori ricadranno sugli utenti: “pensare di poter raggiungere il 65 per cento di differenziata – ha spiegato Bernadette Grasso (Grande Sud) –, quando il sistema non è a regime, è un errore che ricadrà sui cittadini”.
Intanto il governo nazionale continua a tenere l’obiettivo fisso su Palermo. E a Roma non scherzano. Il ministro Galletti, intervistato dal Gds, ha sostanzialmente ribadito la necessità di fare in fretta per la Sicilia. L’apertura, invece, arriva sul fronte della termovalorizzazione. Nessuna preclusione alla proposta della Regione relativa ai sei piccoli impianti – “lo schema che abbiamo approvato lascia aperte tutte le strade”, si legge sul sito del ministero che riporta l’intervista – anche perché il governo si è limitato a fornire la cifra complessiva che dovrà essere valorizzata, pari a 700mila tonnellate all’anno (circa il 30% della produzione complessiva di rifiuti urbani), mentre “la Regione è libera di scegliere come centrare questa cifra”.
Non sarà libera sul fronte della differenziata, perché come abbiamo scritto più di un mese fa la realizzazione degli impianti di valorizzazione energetica sarà secondaria rispetto all’obiettivo primario del raggiungimento del 65%. Su questa base riportiamo il calcolo effettuato nello studio del governo dello scorso luglio: la quota indifferenziata da 800mla tonnellate passerebbe agli impianti di trattamento preliminari che produrrebbero circa 543mila tonnellate come rifiuti e combustibili di rifiuti prodotti. Altre 155mila tonnellate arriverebbero dagli scarti della raccolta di rifiuti urbani differenziati. In questo modo si raggiunge la quota di 700mila tonnellate per produrre energia.

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