Rosy Bindi: "Vigiliamo sulla legge regionale degli appalti" - QdS

Rosy Bindi: “Vigiliamo sulla legge regionale degli appalti”

Raffaella Pessina

Rosy Bindi: “Vigiliamo sulla legge regionale degli appalti”

venerdì 11 Marzo 2016

Così la presidente della Commissione parlamentare Antimafia. Ambito spesso soggetto alle infiltrazioni della mafia

Martedì prossimo dovrebbe essere esaminato dalla commissione Bilancio il Ddl che contiene le norme stralciate dalla Finanziaria regionale appena approvata. Divisi i deputati sul contenuto. Critico Vincenzo Figuccia, vice capogruppo di Forza Italia all’Assemblea regionale siciliana. “Comprendo lo sforzo fatto per finanziare norme serie come quelle per le Piccole e medie imprese, che come Forza Italia sosterremo – ha detto Figuccia – ma il Ddl stralcio spero non rischi di diventare una ennesima panzana. È del tutto evidente che la gran parte di norme non hanno ne potranno avere copertura finanziaria. Non vorrei che ci sia il tentativo di trasformarlo in uno specchietto per le allodole a danno dei siciliani prodotto dal governo Crocetta e dalla sua maggioranza”.
 
La risposta arriva da Giovanni Di Giacinto, capogruppo del Pse all’Assemblea regionale siciliana. "Nel Ddl stralcio della finanziaria non c’è alcun rischio di mancata copertura finanziaria per le norme che riguardano la creazione di start up, restart e acceleratori di sviluppo. Queste, infatti, trovano sostenibilità economica con i fondi del Po Fesr con uno stanziamento di 14 milioni di euro. Le misure che abbiamo voluto fortemente sono di straordinaria importanza per le piccole e medie imprese siciliane e rappresentano un’occasione per creare sviluppo e nuova occupazione. Inoltre, nello stesso Ddl stralcio abbiamo fatto inserire un articolo che rende ammissibili le spese sostenute a far data dal primo gennaio 2014 dei fondi comunitari, anche se la programmazione è stata approvata successivamente. Questo consentirà di rendicontare da subito somme che rientrano nel nuovo Por 2014-2020”.
Il Movimento Cinquestelle, invece, critica la norma contenuta nella legge di Stabilità varata da Sala D’Ercole e che conferma la gratuità per gli organi collegiali e di amministrazione sottoposti a controllo della Regione, tranne per quelli inseriti in un lungo elenco in cui vi sono i teatri e gli enti per lo spettacolo. I grillini sottolineano come si potrebbe verificare che questi enti “potrebbero vedere remunerati i loro vertici e cda, ma azzerati i contributi statali a loro favore, in forza dell’articolo 6 del dl 78 del 2010. La mazzata per questi enti potrebbe arrivare dal comma 2 del decreto legge, secondo cui gli enti che non rispettano la gratuità degli incarichi “non possono ricevere, neanche indirettamente, contributi o utilità a carico delle pubbliche finanze”.
Sempre secondo il M5S, potrebbero essere esclusi da futuri finanziamenti statali enti come la Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana (finanziamento previsto per il 2015: 1.104.909 euro), il teatro Massimo Bellini di Catania (1.252.043), il “Massimo” di Palermo (14.737.449,70 nel 2014), il Teatro di Messina (39.404), l’Inda (1.000.000), il Teatro Biondo di Palermo (920.746) e lo Stabile di Catania (1.244.000).
Visita siciliana per la presidente della commissione parlamentare nazionale antimafia Rosy Bindi, che ha commentato la riforma della legge sugli appalti della Sicilia. “Particolari vigilanza e attenzione anche dalla nostra commissione nazionale sarà prestata sulla legge degli appalti in Sicilia”. Il riferimento alla legge siciliana avviene dopo la scoperta di un file che conterrebbe i nomi di decine di deputati regionali definiti “avvicinabili” ai fini dell’approvazione di un emendamento gradito alla mafia.
“Non voglio entrare nel merito degli emendamenti presentati sulla riforma degli appalti – ha aggiunto – perché non li conosco, ho bisogno di approfondire la materia, ma la partita degli appalti è sempre un argomento molto sensibile per chi parla di mafia, dunque vi presteremo particolare attenzione”. Bindi ha parlato anche dell’inchiesta che ha coinvolto l’ex presidente della Sezione misure di prevenzione, Silvana Saguto. “Il caso Saguto è un caso classico, emblematico – ha commentato Bindi – ci sono responsabilità penali in via di accertamento nei confronti del magistrato, ma tutto ciò è avvenuto per le carenze del sistema, a partire dalla mancanza di un tariffario che ancora non c’era, dalle regole sulle incompatibilità degli amministratori giudiziari fino al funzionamento delle sezioni specializzate che non può essere affidato alla buona volontà di qualche magistrato – ha detto Bindi – La lotta alla mafia è un obiettivo prioritario, nessuno può pensare di percorrere strade secondarie. Per via dei comportamenti sbagliati di alcuni, non si può delegittimare il lavoro di altri”.

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