Imprese turistiche ancora troppo poco green - QdS

Imprese turistiche ancora troppo poco green

Rosario Battiato

Imprese turistiche ancora troppo poco green

venerdì 29 Aprile 2016

L’Ispra pubblica le linee guida per agevolare le certificazioni europee di sostenibilità ambientale. In Sicilia solo una ventina di esercizi turistici esibiscono il marchio Ecolabel

PALERMO – La sostenibilità conviene anche alle imprese turistiche. A questo proposito l’Ispra ha diffuso sul proprio sito le linee guida su Emas ed Ecolabel – considerate “le certificazioni più idonee al fine di perseguire, nel medio/lungo periodo, l’obiettivo della valorizzazione dei territori a vocazione turistica nel rispetto dell’ambiente” – sulla base della delibera del consiglio federale della seduta del 15 marzo scorso. In questo modo si fornisce a tutti gli attori coinvolti nei piani di promozione dei territori a vocazione turistica una guida utile per delineare i vantaggi dell’utilizzo integrato degli strumenti di certificazione ambientale per la qualificazione dell’offerta e definire un percorso delle strategie di valorizzazione turistiche nel nome della sostenibilità ambientale.
C’è ancora molto da fare. Soltanto 200 strutture ricettive (esercizi alberghieri e complementari) su un totale di 157mila (dati Istat) sono certificate Ecolabel UE, il marchio dell’Unione europea di qualità ecologica che premia i prodotti e i servizi migliori dal punto di vista ambientale. Si tratta di appena l’1% del totale. In Sicilia sono 21, pari a circa il 10% del totale nazionale, e riguardano esclusivamente la ricezione turistica. A precedere l’Isola in graduatoria, troviamo la Puglia, il Trentino alto Adige e la Toscana. Questi dati testimoniano, si legge nel report dell’Ispra, l’influenza che possono avere gli strumenti legislativi di finanziamento sulla scelta di un percorso di certificazione o meno. “Infatti, sia in Trentino Alto Adige, che in Puglia, sono stati emanati bandi volti ad incentivare la certificazione Ecolabel UE, così come anche in Sicilia il legislatore ha favorito tale strumento”. Inoltre nell’Isola si rintracciano una ventina di azienda con la certificazione Emas (dati Ispra).
Arpa Sicilia ha realizzato il quadro siciliano in un apposito focus all’interno del rapporto. “In concomitanza con la Programmazione dei fondi strutturali dell’Unione per il periodo 2014/2020, al fine di allargare ulteriormente la platea delle strutture al processo di adesione volontaria ai sistemi di certificazione ambientale, l’Arpa si è impegnata in un’attività di collegamento e collaborazione con il Dipartimento delle Attività produttive e con quello della Programmazione della Regione Sicilia”. Una collaborazione che dovrà portare a una crescita dell’assegnazione di risorse finanziarie da destinare al settore della ricettività turistica e, più in generale, a quello imprenditoriale. In questo senso si cita l’esempio della provincia di Agrigento che ha previsto, nel programma operativo regionale Fesr 2007 2013, misure per servizi di supporto alla registrazione Emas dei Comuni.
A contribuire alla crescita ci ha pensato anche il governo nazionale. Il Collegato ambientale (Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali) alla legge di stabilità, approvato lo scorso dicembre e attivo dal mese di febbraio, ha infatti previsto una serie di vantaggi per chi possiede queste certificazioni europee: garanzie ridotte a corredo dell’offerta nei contratti pubblici, elemento di preferenza per l’assegnazione di contributi e agevolazioni in materia ambientale, applicazione dei criteri ambientali minimi negli appalti per le forniture e negli affidamenti di servizi.

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