Istat, disoccupazione giovanile ai minimi dal 2012 - QdS

Istat, disoccupazione giovanile ai minimi dal 2012

redazione

Istat, disoccupazione giovanile ai minimi dal 2012

sabato 30 Aprile 2016

La stima degli occupati cresce dello 0,4% su base mensile (+90mila in attività) e il tasso di occupazione aumenta dello 0,2% (56,7%). Ministro Poletti: “I dati sono una bella notizia, il Jobs act funziona e non ha ancora esaurito i suoi effetti positivi”

ROMA – A marzo 2016 il tasso di disoccupazione dei 15-24enni cala al 36,7%, in diminuzione di 1,5 punti percentuali rispetto al mese precedente. Si tratta del valore più basso dall’ottobre del 2012, ossia da quasi quattro anni, secondo la stima provvisoria dell’Istat.
L’incidenza dei giovani disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età è pari al 9,3% (cioè meno di un giovane su 10 è disoccupato). Tale incidenza è in calo (-0,5 punti percentuali) rispetto a febbraio. Nell’ultimo mese, tra i 15-24enni, crescono di 0,2 punti percentuali sia il tasso di occupazione sia quello di inattività.
Dopo il calo di febbraio 2016 (-0,4%, pari a -87 mila), a marzo la stima degli occupati sale dello 0,4% su base mensile (+90 mila persone occupate), tornando ai livelli di gennaio. L’aumento, sempre secondo le stime provvisorie dell’Istat, riguarda sia i dipendenti (+42 mila i permanenti e +34 mila quelli a termine) sia gli indipendenti (+14 mila). La crescita degli occupati coinvolge uomini e donne e si distribuisce tra tutte le classi d’età ad eccezione dei 25-34enni. Il tasso di occupazione, pari al 56,7%, aumenta di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente. Su base annua si conferma la tendenza all’aumento del numero di occupati (+1,2%, pari a +263 mila), che coinvolge soprattutto gli over 50.
Il mercato del lavoro, quindi, nei primi tre mesi del 2016, mostra una “sostanziale stabilità del livello degli occupati” (+0,1%, pari a +17 mila) rispetto ai tre mesi precedenti.
L’unica componente che mostra una crescita congiunturale significativa – ha spiegato l’Istituto – è quella dei dipendenti permanenti, che aumentano dello 0,5% sul quarto trimestre del 2015 (+72 mila).
Soddisfatto, naturalmente, anche il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali: Il Jobs act “funziona” e “non ha esaurito i suoi effetti positivi”. Queste le parole di commenti ai dati Istat relativi ad occupati e disoccupati di marzo.
“I dati di oggi – ha osservato – sono una bella notizia in vista del primo maggio. Rispetto al mese precedente, a marzo aumentano gli occupati, mentre diminuiscono i disoccupati e gli inattivi. Mi sembra la risposta migliore a chi sosteneva che il jobs act avesse già esaurito i suoi effetti positivi. Se poi guardiamo alle tendenze annuali, che sono quelle più significative, rispetto allo stesso mese del 2015 possiamo registrare 263mila occupati in più, 274mila disoccupati in meno, 125mila inattivi in meno. E ancora: il tasso di disoccupazione, all’11,4% (-1,1 punti percentuali rispetto a marzo 2015) è ai minimi dal 2012”.
Secondo Poletti è “ottimo” il dato relativo al tasso di disoccupazione giovanile che, pure ancora troppo elevato (36,7%), diminuisce di 5,4 punti rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Sono tutti “segnali di un mercato del lavoro che ha ricominciato a crescere in parallelo con l’avvio della ripresa dell`economia e di una ritrovata fiducia delle imprese che le stimola ad ampliare i loro organici, proseguendo con nuove assunzioni”.
“Da sottolineare, in particolare, l’aumento dell’occupazione dipendente, che cresce di 75mila unità in un mese e di 295mila in un anno; i lavoratori dipendenti stabili aumentano di 42mila unità in un mese e di 280mila in un anno”, ha spiegato.
Alla soddisfazione per questi risultati “si affianca la consapevolezza che resta ancora molto da fare. Per questo continueremo con decisione nell’azione riformatrice, portando avanti le politiche per la crescita e lo sviluppo, in modo da poter promuovere più opportunità di lavoro per tutte le persone che lo stanno cercando, in particolare per i giovani”.

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