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Messina – Ciclo dei rifiuti a 44 mln di euro. Conto salato per la città

Lina Bruno

Messina – Ciclo dei rifiuti a 44 mln di euro. Conto salato per la città

giovedì 05 Maggio 2016

Nonostante il taglio sulla Tasi di circa un milione e mezzo rispetto al 2015, i costi si sono mantenuti alti. Un totale che stride con i servizi, tutt’altro che efficienti, resi alle utenze

MESSINA – Oltre 30 milioni 870 mila euro che graveranno sulle famiglie messinesi, circa 13 milioni sulle utenze non domestiche.
La Tari per il 2016, esitata in Giunta e approvata in Consiglio nel giro di due giorni è diminuita di circa un milione e mezzo di euro rispetto al 2015, ma il tributo resta comunque alto. Il costo del ciclo dei rifiuti nel 2016 è stato calcolato in 44 milioni 880 mila euro. Tolti 779 mila euro per la cura e la manutenzione delle villette, servizi coperti dai fondi Tasi, restano oltre 44 milioni di euro, una somma che stride con i servizi che i cittadini continuano a ricevere.
 
La città subisce gli effetti di sistematiche emergenze, il porta a porta non è ancora stato avviato se non a livello sperimentale in alcune zone della città, la differenziata è aumentata ma non è ancora arrivata alle percentuali che si attendevano, producendo dei ricavi che non vanno oltre i 338 mila euro. Di quei circa 44 milioni di euro, quasi 32 milioni sono assorbiti dai costi di gestione di Messinambiente, gran parte dei quali impiegati per il personale, oltre 22 milioni di euro servono infatti per gli oltre 500 dipendenti, 5,4 milioni per gli automezzi e 335mila euro per le attrezzature.
Sulla sostenibilità del Piano finanziario presentato sono state molte le perplessità espresse in Aula, dubbi e interrogativi che la consigliera Pd Antonella Russo ha riproposto in un atto ispettivo, indirizzato al sindaco Renato Accorinti e all’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua.
 
Come evidenziato dal consigliere, con l’approvazione delle tariffe Tari è stata prevista una riduzione del costo complessivo del servizio di smaltimento dei rifiuti di circa un milione 300 mila euro in vista dell’attivazione del servizio di raccolta porta a porta a decorrere da giugno 2016, anche se inizialmente si era parlato prima di gennaio e poi di marzo. Insomma, dopo essere riusciti a non perdere i finanziamenti ci si trova di fronte a ulteriori ostacoli, nello specifico la mancanza del previsionale 2015 che rende prive di liquidità le casse di Palazzo Zanca.
 
L’iter amministrativo di attivazione di questo servizio non è stato quindi completato e ci si chiede se effettivamente sarà possibile attuare tale previsione di riduzione dei costi. Sembra che i 37 automezzi acquistati per la raccolta siano da mesi parcheggiati nella rimessa della società ComerSud di Catania perché non ancora immatricolati e non in grado di andare su strada e perché privi anche di copertura assicurativa. Inutilizzati restano anche i contenitori per il porta a porta, previsti per la loro tipologia più per i condomini che per le singole abitazioni. “Ma in questo caso – ha detto Antonella Russo – come si pensa di provvedere alla originaria fornitura nei quartieri primo e sesto dove si era scelto di avviare il servizio e nei quali insistono case singole in misura maggiore rispetto alle abitazioni in condominio?”. In queste Circoscrizioni sembra non sia stato fatto nessun censimento delle abitazioni e dei nuclei familiari che avrebbe consentito di adeguare le esigenze agli strumenti ed ai mezzi da utilizzare per il servizio porta a porta.
Altro problema evidenziato da Antonella Russo è quello dell’impianto di selezione di Pace, costato circa 8 milioni di euro e rigorosamente inutilizzato. La struttura di selezione e valorizzazione delle frazioni secche è un complesso all’avanguardia di proprietà de Ato 3 collaudato nel 2014, inaugurato con grande enfasi ma rimasto chiuso mentre molti Comuni della provincia chiedono, in assenza di alternative, di poter conferire lì i propri rifiuti. Si era parlato di un’ attivazione a dicembre ma non è successo nulla malgrado l’attuale liquidatore di Messinambiente, Giovanni Calabrò, abbia più volte sollevato la questione all’Amministrazione comunale, senza avere riscontri. L’impianto infatti una volta messo a regime  sarebbe in grado di rispondere alle richieste del comprensorio messinese, avviando quel meccanismo virtuoso in cui dai rifiuti si comincia a ricavare utili.

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