Certificati verdi, sporca faccenda - QdS

Certificati verdi, sporca faccenda

Rosario Battiato

Certificati verdi, sporca faccenda

mercoledì 22 Aprile 2009

Eolico. La questione ambientale s’intreccia con la finanza.
La stortura. L’eolico, ritenuto fonte di energia rinnovabile, è un affare soprattutto per chi lo produce. Grazie al sistema dei certificati verdi, sono vendute quote di energia pulita a chi inquina di più.
Gli effetti. Così le imprese raddoppiano gli utili, ma spesso il minore inquinamento rimane sulla carta perché chi acquista i certificati verdi poi in realtà non compensa.

PALERMO – In preparazione del G8 siracusano che parte oggi, il ministro Stefania Prestigiacomo aveva rilanciato la strada della Green Energy per salvare il pianeta. Ma energia da fonti rinnovabili è sempre uguale a benessere per la popolazione ed equilibrio ambientale? L’affaire eolico in Sicilia testimonierebbe il contrario, al punto che lo stesso Raffaele Lombardo ha dovuto dire stop ad una “lobby particolarmente potente”. I richiami europei all’energia verde, visto che nel 2007 i capi di Stato e di Governo hanno definito gli obiettivi vincolanti per raggiungere nel 2020 una quota del 20% di energia rinnovabile sul consumo energetico, hanno creato in Sicilia un effetto perverso di speculazione. L’eolico già nel 2007 faceva la parte del leone col 23,2% di produzione, mentre il solare, settore stranamente sottoutilizzato nella terra del sole, giungeva appena al 5,1%.

Secondo i dati diffusi dall’assessorato Regionale all’Industria nel 2008 ci sono in Sicilia 33 impianti che producono 854,2 GWh di energia elettrica da fonte eolica. Calcolando il costo medio dell’energia elettrica che giunge a circa 71,58 Euro/mWh, in Sicilia l’eolico frutta alle imprese una cifra pari ad oltre 61 milioni di euro. Ma il computo del ricavo non finisce qui. Nel 2002 i decreti ministeriali del marzo e del novembre 1999 hanno recepito la direttiva europea del 1996/92, che prevedeva un meccanismo di incentivazione per l’energia prodotta da fonti rinnovabili, cioè i cosiddetti Certificati Verdi (CE).

Queste incentivazioni, attraverso un meccanismo alquanto complesso, suddividevano la produzione elettrica rinnovabile in pacchetti da 50 mWh ciascuno (prima erano a 100 mWh) il cui valore viene stabilito dalla Borsa Elettrica, e che nel giro di appena 7 anni, cioè dal 2002 al 2009, è passato da 81 Euro/mwh a 125 Euro/mwh, con un aumento di oltre il 40%. Secondo il Bollettino dei dati al 30 Giugno 2008 delle Incentivazioni delle fonti rinnovabili, con il sistema dei Certificati Verdi in Sicilia l’eolico surclassa tutti i settori con una produzione ECV (Energia da Certificati Verdi) pari a 1.397,8 GWh, cioè altri 175 milioni di euro sull’eolico. Per avere un’idea sul ruolo dell’energia da fonte eolica basta pensare che il solare produce ECV per 2,5 GWh, quindi qualcosa come 312 mila euro. Un giro d’affari cui bisogna aggiungere i contributi derivanti della legge 488/92, che solo nel 2006 sono stati di circa 50 milioni di euro. Un giro d’affari di 300 milioni di euro, calcolando soltanto certificati verdi, costo dell’energia e legge 488.

Tutto ciò a fronte di costi di produzione bassissimi. Il costo di produzione dell’energia, calcolato attraverso il lavoro “I costi di generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili” dell’Università degli Studi di Padova. La produzione dipende da fattori abbastanza vari, quali la dimensione delle fattorie, l’investimento, la potenza, ma possiamo stimarla in un valore medio di circa 60 Euro/mWh, quindi una cifra pari a 51 milioni. A questa cifra possiamo aggiungere una royalty da pagare al comune ospitante, che, facendo una media ponderata, inciderà per 5 Euro/MWh, cioè una cifra ridicola di quasi 4 milioni di euro sul fatturato delle imprese. In sostanza, l’utile lordo delle aziende si aggirerà intorno a 230 milioni di euro, una cifra sbalorditiva per un settore che continua a segnare fasi di crescita. E secondo dati del GSE (al 30 giugno 2008), ci sarebbero pronti altri 73 impianti in Sicilia pronti a produrre ECV per 4887 gWh, cioè un’altra pioggia di 610 milioni di euro. In realtà, all’assessorato regionale all’Industria sono 139 i progetti di parchi eolici in attesa di autorizzazioni.

Intanto, nel 2009 la Borsa Elettrica ha stimato i CE fino a quota 180 Euro/mWh. Agire in tempo per evitare un’invasione di fattorie, siamo attualmente a 900 aerogeneratori, dal momento che nel 2004 in Sicilia la produzione di energia tramite eolico, fotovoltaico e geotermoelettrica ammontava a 152,2 gWh, mentre appena 5 anni dopo siamo giunti a quasi otto volte tanto. Una produzione che poi non corrisponde effettivamente ad incidenza sulla Rete Terna. “Nel 70-80% dei casi non sono neanche collegati alla rete elettrica –  ha dichiarato Fabio Granata, deputato nazionale del PDL – e anche quando sono collegati non hanno sempre possibilità di incidere effettivamente sulla rete”.

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