Decreto scuola è legge, più soldi per l'edilizia - QdS

Decreto scuola è legge, più soldi per l’edilizia

redazione

Decreto scuola è legge, più soldi per l’edilizia

giovedì 26 Maggio 2016

Tra gli interventi più importanti 12 mln di euro per sostegno a disabili

ROMA – È stato approvato ieri mattina in via definitiva alla Camera, con 268 voti a favore, 121 contrari e 9 astenuti, il cosiddetto decreto scuola che mette mano anche ad alcune criticità della legge 107 (Buona scuola). Soddisfatto il sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi, dopo il disco verde di Montecitorio: “Quello che oggi è legge è un ulteriore riconoscimento della parità con un contributo di 12 milioni per la disabilità nelle scuole paritarie. Una piccola ma significativa risposta dopo decenni di immobilismo”.
Il provvedimento oltre a raddoppiare i compensi per i commissari del concorso a cattedra (8 milioni in più per il 2016) stanzia ulteriori 64 milioni di euro (per il 2016), per proseguire il programma Scuole Belle (interventi di piccola manutenzione, decoro e ripristino funzionale degli edifici scolastici). Tra gli interventi più importanti sul fronte scuola, oltre allo stanziamento, dal 2017, di 12 milioni di euro per il sostegno agli alunni disabili nelle scuole paritarie, ci sono l’assunzione di un certo numero di docenti di scuola dell’infanzia, la possibilità per i docenti neo-assunti di accedere alle operazioni di assegnazione provvisoria in deroga al blocco triennale, la proroga al 15 settembre 2016 del termine per le assunzioni a tempo indeterminato del personale docente della scuola statale, il pagamento delle supplenze brevi entro il trentesimo giorno successivo all’ultimo giorno del mese di riferimento. Prevista pure la proroga (fino al 31 dicembre 2016), in alcune situazioni, degli appalti per i servizi di pulizia nelle scuole.
Un altro pacchetto di disposizioni riguarda il sistema della formazione superiore e della ricerca. In particolare, vengono individuate le risorse per la stabilizzazione della Scuola sperimentale di dottorato internazionale Gran Sasso Science Institute (3 mln annui dal 2016) e viene diminuito il limite minimo dei crediti formativi universitari da riconoscere, a conclusione dei percorsi realizzati dagli Its (Istituti tecnici superiori), agli studenti che intendono iscriversi a un corso universitario.
Altre misure riguardano ordinamenti professionali, prestazioni sociali, acquisti culturali: per i periti industriali si innalza il titolo di studio richiesto per l’accesso alla libera professione (dal diploma di istituto tecnico al diploma di laurea); si estende ai giovani immigrati con permesso di soggiorno che compiono 18 anni nel 2016 il bonus da 500 euro per acquisti culturali; viene introdotta transitoriamente una nuova modalità di calcolo dell’Isee relativo ai nuclei familiari con componenti con disabilità.
Se il Governo festeggia, l’opposizione non ride. Critici, infatti, nei confronti del decreto gli esponenti del M5S: “Oggi il governo e la maggioranza hanno dimostrato ancora una volta la loro cronica arroganza: mentre cercavano di mettere qualche toppa alla fallimentare Buona Scuola, a nessuno veniva permesso di mettere mano ad altre falle mantenute nel provvedimento. Dopo la fiducia al ddl al Senato, infatti, alla Camera si è assistito a una discussione farsa durante la quale tutti gli emendamenti migliorativi sono stati bocciati”.
“Ricordiamo qui – proseguono – criticità contenute all’interno del provvedimento che avrebbero meritato di essere sanate. In primis, l’ennesimo regalo alle scuole paritarie: 12 milioni sottratti alla scuola statale. Un’operazione fatta apposta per strumentalizzare la necessaria inclusione degli alunni con disabilità. C’è poi la proroga degli appalti delle pulizie nelle scuole. Incredibilmente, è stata adottata questa misura sebbene l’Anac si sia pronunciata contro questa procedura e nonostante il fatto che tra le società-cooperative che beneficeranno del rinnovo ci sono quelle stesse già multate dall’Antitrust per decine di milioni di euro perché ritenute colpevoli di aver fatto cartello”.
“A tutto questo – elencano ancora i parlamentari – si aggiunge un ultimo capitolo: il governo allontana i giovani diplomati in ambiti scientifici e tecnici dal mondo del lavoro. Si allontana sempre più il titolo professionalizzante e quindi il mondo del lavoro per i diplomati. In questo modo i giovani vengono costretti a un’istruzione privata con gli ITS o al percorso di laurea. Così facendo, viene svuotata di senso la scuola pubblica. Questa decisione smaschera i reali intenti dell’operazione di alternanza scuola lavoro voluta dal governo: non è stata studiata per dare competenze utili per il mondo del lavoro ma per svuotare le scuole, spingendo gli studenti a lavorare senza retribuzione con tirocini e apprendistato in attesa di un riconoscimento professionale che arriverà sempre più tardi”.

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