Istat: ancora dati negativi per la Sicilia - QdS

Istat: ancora dati negativi per la Sicilia

Rosario Battiato

Istat: ancora dati negativi per la Sicilia

martedì 14 Giugno 2016

Le vendite all’estero di prodotti dell’Isola retrocedono dell’8% nel primo trimestre del 2016 rispetto allo stesso periodo del 2015. Istat: vendute merci per 1,6 miliardi, poco meno del 2% del totale nazionale (99 mld)

PALERMO – C’è anche la Sicilia tra le Regioni che hanno contribuito in maniera determinante alla contenuta flessione tendenziale dell’export nazionale nel primo trimestre 2016 (-0,4%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Lo scrive l’Istat nell’ultimo aggiornamento relativo alle esportazioni delle Regioni italiane diffuso ieri sul proprio sito ufficiale.
Ci sono due indici da considerare nel report dell’Istituto di statistica. Il primo riguarda la variazione tendenziale, cioè la variazione percentuale tra un dato economico rilevato in un determinato periodo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il secondo, che è la variazione congiunturale, fa riferimento al periodo immediatamente precedente che in questo caso è l’ultimo trimestre dello scorso anno.
La variazione tra i primi due trimestri del 2015 e del 2016 è negativa con responsabilità comuni a tutte le ripartizioni territoriali, anche se con valori decisamente differenti. A livello di macroarea guida la classifica delle peggiori proprio l’Italia insulare con un dato un quinto inferiore rispetto allo scorso anno. Compensano l’Italia meridionale (in crescita del 12%) e l’Italia centrale (+2,3%). In contrazione, seppur più contenuta, anche la nord-occidentale (-2,5%) e la nord-orientale (-0,1%) che comunque ha sostanzialmente pareggiato i dati dello scorso anno.
A fronte di un totale di circa 99 miliardi di esportazioni, l’Italia nord-occidentale si prende la fetta più robusta con 38,7 miliardi, seguita dalla nord-orientale con 32,5 e poi dalla centrale con 16. Più staccate restano l’Italia meridionale a 7 miliardi e quindi l’insulare che, da fanalino di coda, si deve accontentare di appena 2,4 miliardi di euro.
Passando al quadro più dettagliato rintracciamo la presenza della Sicilia che, con un dato negativo dell’8%, risulta al terzo posto tra le realtà che più in negativo rispetto ai risultati ottenuti lo scorso anno. A determinare la maggiore flessione isolana ci sono i paesi extra-Ue (-14,5%), mentre in risalita, seppur di pochissimo, c’è la porzione relativa alle esportazioni all’interno dei paesi dell’Unione europea (0,9%). Non rappresenta una novità l’analisi congiunta per settore e regione di provenienza che mette assieme i valori peggiori in termini di esportazioni verso l’estero. La Sicilia, infatti, conferma la tendenza manifestata nelle ultime edizioni del rapporto e registra un netto -14,4% nei confronti delle esportazioni di coke e prodotti petroliferi raffinati. Un settore in crisi ormai da decenni e che nell’Isola non sta trovando ancora alternative adeguate. Dall’altra parte della barricata troviamo, invece, Basilicata (+118,6%), Abruzzo (+14,9%), Lazio (+5,5%) e Molise (+151,4%).
Spostandoci sui dati in valore assoluto rileviamo che la Sicilia è passata da 1,8 miliardi a 1,6 tra gennaio/marzo del 2015 e del 2016. Si tratta di appena l’1,7% del totale delle esportazioni nazionali. Poco meno di un terzo è, invece, concentrato in Lombardia (26,7 miliardi complessivi).
In riferimento alla variazione congiunturale, cioè rispetto all’ultimo trimestre dello scorso anno, i valori, invece, sono tutti negativi: -3,7% per l’Italia centrale, -3,3% per l’Italia nord-occidentale, -2,8% per l’Italia nord-orientale e -1,9% per l’Italia meridionale e insulare.

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