Il Presidente nel Paese delle Meraviglie - QdS

Il Presidente nel Paese delle Meraviglie

Carlo Alberto Tregua

Il Presidente nel Paese delle Meraviglie

venerdì 17 Giugno 2016

Le parole colpiscono come pietre

Abbiamo letto con attenzione il comunicato stampa dell’1 giugno proveniente dall’indirizzo mail presidente.crocetta@regione.sicilia.it e siamo saltati dalla seggiola, sorpresi, per gli otto punti inseriti nel comunicato di cui, nonostante la nostra lunga attività, non eravamo a conoscenza.
Delle due, l’una. O il Presidente della Regione ha abitato, ed abita, nel Paese delle Meraviglie come Alice, ed è quindi totalmente scollato dalla realtà, ovvero tutti noi siamo orbi non solo della vista ma anche della benché minima capacità di analisi dei fatti.
Siccome non siamo giudici e non abbiamo la presunzione di pronunziare sentenze, lasciamo a voi la valutazione di quanto segue in relazione alla situazione della Sicilia.
Il Presidente dice che il consuntivo 2015 presenta un avanzo di 637 milioni che vuol dire ridurre l’indebitamento del popolo siciliano a tutela delle nuove generazioni. Ma l’avanzo, impropriamente chiamato dopo “utile”, è solo una partita contabile, non è una risorsa finanziaria da utilizzare. Quindi, non serve a nulla.

Il Presidente dice che l’indebitamento è diminuito, ma secondo quanto ci ha confermato l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, esso è progressivamente aumentato, tanto che in atto è di ben 15 miliardi. Altro che sanare i debiti.
Con ciò è incomprensibile la notizia comunicata dal Presidente che siamo fra le poche regioni italiane che fanno utili e sanano i debiti.
Poi, c’è l’affermazione ciclopica relativa ai Fondi europei: in tre anni abbiamo chiuso la rendicontazione spendendo tutto. Forse è sfuggito il piccolo particolare che la Regione,  per il Po 2007-13, non ha utilizzato ben due miliardi Per il Po 2014-20 non ha ancora incominciato a spendere neanche un euro.
La Sanità, secondo il Presidente,  si trova al nono posto e anche in questo caso produrrebbe “utili”. Per prudenza, il Presidente non ha detto in quale classifica la Sanità siciliana si trovi al nono posto. Se l’avesse fatto, sarebbero emerse le magagne numerose che abbiamo più volte descritto.
Il Pil, dice il Presidente, dal 2014 non è più in perdita. Forse non ha letto che secondo l’Istat, invece, esso è sceso dello 0,9%. Nel 2015 parla di un incremento dello 0,4%, ma i dati ufficiali non ci sono, seppure quelli ufficiosi si riferiscono a poco più di zero, ma sempre di zero si parla.
 

Da quale fonte abbia preso i 32.000 nuovi posti di lavoro, non è dato di sapere. Secondo l’Istat, a dicembre 2015, è di 357.000 unità il numero dei disoccupati con un tasso quasi doppio rispetto a quello nazionale.
Per gli Rsu (Rifiuti solidi urbani), il Presidente racconta la barzelletta più esilarante che abbiamo ascoltato in questi ultmi anni, in competizione con Walter Chiari o Gino Bramieri: la costruzione degli impianti di Bellolampo e la gestione dell’emergenza rifiuti. La verità è sotto il “naso” di tutti: non aver costruito gli impianti energetici di Rsu obbligherà la Regione ad inviare gli stessi fuori dalla Sicilia con oneri maggiori, che graveranno sulle relative tasse che i siciliani dovranno pagare.
Poi, il Presidente indossa i panni di Orlando (non Leoluca) ma quello delle marionette e con la durlindana affronta i Poteri forti e le imprese mafiose che facevano affari con la Regione.
Ora, gli chiediamo di comunicarci l’elenco di tali imprese mafiose cacciate dalla Regione come i Farisei dal Tempio e, mentre ci siamo, anche quello dei Poteri forti.

Nonostante quanto precede, gli vogliamo fare il leale riconoscimento dicendo: “Bravo Presidente, bravi assessori, avete salvato la Sicilia”. Così sono tutti contenti.
Ma non si è salvata la Sicilia e la situazione disastrosa nella quale il Presidente e gli assessori l’hanno cacciata, rimane tale e quale.
La più bella di tutte è l’affermazione relativa alla riduzione di 600 postazioni dirigenziali. Ci ha spiegato l’assessore Baccei che si tratta di un frego di matita su 600 caselle vuote scritte sulla carta. Ma nessuno dei 600 dirigenti è andato a casa. Complessivamente, i 1.800 vengono regolarmente pagati e riscuotono anche i premi, pur senza aver raggiunto alcun risultato.
Dunque, bravo Presidente, Lei è il meglio che era auspicabile avere. Nonostante i fatti elencati, non abbiamo motivo di dubitare delle sue affermazioni, perché se le ha dette, una ragione ci deve essere: la ragione è che, come disse Antonio avanti al corpo di Cesare, “Il Presidente è uomo d’onore”.

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