Cresce la spesa dei turisti. Catania, provincia più visitata - QdS

Cresce la spesa dei turisti. Catania, provincia più visitata

Valeria Arena

Cresce la spesa dei turisti. Catania, provincia più visitata

giovedì 23 Giugno 2016

Banca d’Italia: da gennaio a marzo 2016 111 mln € per visitatori italiani e 147 mln per gli stranieri. Sul podio anche Palermo (900 mila presenze) e Messina (quasi 400 mila)

PALERMO – I dati relativi al mese di marzo, resi pubblici da Banca d’Italia qualche giorno fa, dimostrano che il turismo continua a rappresentare l’asse portante di questo Paese. Si registra, infatti, un surplus di 572 milioni di euro, a fronte di uno di 580 milioni nello stesso mese dell’anno precedente, in cui le spese dei viaggiatori stranieri (2.219 milioni) sono aumentate dell’1,1%, mentre quelle dei viaggiatori italiani all’estero (1.647 milioni) dell’1,9%. Nel dettaglio, nel periodo gennaio-marzo 2016 si ha un avanzo di 1.089 milioni di euro, contro i 1.033 dell’anno precedente, in cui le spese dei viaggiatori stranieri (5.840 milioni) sono aumentate dell’3,2%, mentre quelle dei viaggiatori italiani all’estero (4.750 milioni) dell’2.7%; nello stesso periodo, inoltre, le spesa degli stranieri provenienti dall’Unione europea e da paesi esterni all’Ue è cresciuta rispettivamente del 2,2% e del 4,5%, insieme a quella dei viaggiatori italiani recatisi in paesi Ue ed extra Ue aumentata del 1,3% e del 3,8%.
In particolare, dall’indagine dettagliata portata avanti dalla Banca d’Italia, anche la Sicilia ne esce col sorriso: nonostante una leggera flessione nel numero di pernottamenti di viaggiatori italiani presenti nell’Isola nel 2015 (6, 6 milioni contro i 6,8 del 2014), nel marzo del 2016 si registrano 701 mila pernottamenti italiani, a fronte dei 585 dell’anno precedente, mentre nel periodo gennaio-marzo 2016 ben 2 milioni contro l’1,6 del 2015. Per quando riguarda i pernottamenti stranieri, invece, questi sono aumentati nel corso dello scorso anno (16,7 milioni a fronte dei 14,8 del 2014) e leggermente diminuiti nel mese di marzo 2016 e nel trimestre gennaio-marzo (520 mila contro 704 e 1,7 milioni contro i quasi 1,8).
 
La spesa dei visitatori italiani, quindi, cresce nel marzo 2016 (44 milioni di euro contro i 25 nello scorso anno) e nei primi tre mesi dell’anno in corso (111 milioni a fronte dei 76 del 2015), ma diminuisce in generale nell’arco di tutto l’anno precedente (428 milioni contro i quasi 500 del 2015). Quella dei visitatori stranieri, al contrario, aumenta nel 2015 (1.627 milioni contro 1.496 del 2014) e decresce nei primi mesi del 2016 (nel periodo gennaio-marzo si registrano 147 milioni contro i 164 dell’anno precedente, mentre nel solo mese di marzo 47 milioni a fronte dei 57 del 2015).
Nel quadro dettagliato delle provincie siciliane, è sempre Catania ad avere la meglio con 686 mila visitatori italiani e 598 mila stranieri registrati nei primi tre mesi del 2016, a cui si aggiunge una spesa complessiva, tra italiani e stranieri, di 91 milioni di euro. Segue Palermo con i suoi 384 mila viaggiatori italiani e 516 mila stranieri e una spesa di 71 milioni di euro, e Messina con 154 mila turisti nostrani e 227 mila non italiani e una spesa di 30 milioni di euro. Una menzione speciale anche a Caltanissetta che nei primi tre mesi dell’attuale anno è riuscita a ricevere 360 mila visitatori, tra italiani e stranieri, e ha registrare una spesa di 13 milioni di euro.
L’ultima parte del rapporto della Banca d’Italia è dedicato alla sequenza storica, che va dal 2012 ai primi tre mesi del 2016, relativa sia al numero dei viaggiatori in terra italiana e nelle singole regione, sia alle cifre spese dai turisti durante il periodo di vacanza. I dati siciliani mostrano un progressivo aumento di visitatori e euro spesi, eccezione fatta per l’importo pagato dei viaggiatori italiani e dal numero dei viaggiatori stessi; questo aspetto, quindi, lascia prevedere, per la fine dell’anno, un ulteriore incremento del valore economico del fenomeno turistico in Sicilia. Cifre che comunque, proprio alla luce del patrimonio artistico presente nell’isola, continuano a essere ancora troppo basse, soprattutto se paragonate al resto di Italia. 

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