Assunzione dei precari una balla colossale - QdS

Assunzione dei precari una balla colossale

Carlo Alberto Tregua

Assunzione dei precari una balla colossale

giovedì 07 Luglio 2016

Tagliare la spesa corrente per investire

Crocetta ha sbagliato mestiere: non doveva fare il presidente della Regione, ma il cabarettista. Avrebbe avuto più successo di Maurizio Crozza o di Fiorello, e avrebbe fatto meno danno alla Sicilia, magari guadagnando di più.
E’ vero che egli comunque guadagna più del presidente del Consiglio, come abbiamo dettagliatamente specificato in diverse inchieste, ma è anche vero che i già citati cabarettisti guadagnano molto più di lui. Chi si accontenta gode…
Quando leggiamo i comunicati inviati dalla sua mail personale – presidente.crocetta@regione.sicilia.it – non comprendiamo se egli scriva sul serio, ovvero stia facendo satira, cioè rappresenti l’irrealtà, però in maniera non divertente.
La nostra inchiesta “Le otto menzogne di Crocetta”, in cui abbiamo specificato le panzane da lui dette, chiarendo la verità su ogni punto, è stata seguita da un altro cumulo di panzane relativamente all’accordo Stato-Regione, oggetto dell’inchiesta che uscirà domani.

Ma oggi vogliamo evidenziarne un’altra clamorosa: l’assunzione dei 16 mila precari da parte della Resais Spa, controllata al 100% dalla Regione, che è un contenitore senza missione, salvo quella di pagare stipendi a vuoto.
Sedicimila persone assunte, con un costo medio annuo complessivo di 50 mila euro, comporterebbero una spesa di circa 800 milioni di euro. Tenuto conto dell’obbligo della Regione di ridurre la spesa corrente del 3% nel 2017, pari a circa 420 milioni di euro, non si capisce da quale cilindro Crocetta riuscirebbe a tirar fuori i predetti 800 milioni.
Delle due, l’una: o il presidente della Regione ritiene che i siciliani siano tutti dei babbei, pronti a inghiottire qualunque menzogna senza alcuna valutazione; oppure ormai, essendosi screditato, è dell’avviso che una balla in più o in meno non faccia differenza.
Per sua sfortuna, ci siamo noi, che valutando obiettivamente e tecnicamente la situazione economica e finanziaria della Regione, nonché il quadro generale del clientelismo siciliano, evidenziamo tutto ciò che non è vero, ma puro frutto di fantasia.
 

La Resais Spa è una delle partecipate regionali che dovrebbe essere messa in liquidazione. Ma, essendo un serbatoio clientelare, ove i dipendenti non sono stati assunti perché servivano, ma per favorire questo o quello, rimane in piedi anche con un costo amministrativo di personale, per i consiglieri di amministrazione e per il collegio dei revisori non indifferente.
La prima domanda che si dovrebbe porre un responsabile delle istituzioni quando pensa di assumere qualcuno è: per fare cosa? Per realizzare quali obiettivi? Per produrre che genere di servizi (possibilmente di qualità)? In altre parole, dovrebbe porsi il rapporto fra costo a carico della collettività e l’utilità che tale costo produce alla collettività medesima.
Ma questi comportamenti di vera Politica e di sana Amministrazione sono sconosciuti da questo ceto istituzionale, che con il suo comportamento clientelare ha rovinato i siciliani.

Non è possibile che la nostra Isola sia la 259^ regione sulle 272 d’Europa, pur essendo quella più ricca di tesori di ogni genere, al centro del Mediterraneo, e quindi in una posizione privilegiata per intercettare i traffici e i commerci, con il sole 11 mesi l’anno e quindi perfetta per attrarre altri 10 milioni di turisti.
Niente di tutto ciò: la miseria di 14 milioni di pernottamenti, scarsi traffici internazionali e commerciali, modesta fruizione dei tesori naturali, paesaggistici e archeologici. Insomma, un disastro gestionale di cui però nessuno dei presidenti della Regione, degli assessori e dei burocrati regionali ha fatto le spese.
E sta proprio qui l’iniquità. Chi assume responsabilità deve ricevere i premi se le assolve in maniera ottima o decorosa e sanzioni nel caso dimostri incapacità o, peggio, comportamenti di corruzione politica e penale.
Quanto precede deve finire al più presto, perché i siciliani sono stremati, i poveri e i disoccupati aumentano, il Pil continua a oscillare intorno allo zero e il divario con il Nord Italia e l’Europa aumenta di giorno in giorno.
Non sappiamo quanto dovremo sopportare ancora questi figuri. Ma la sopportazione è finita!

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