Unioncamere: 1.849 botteghe artigiane hanno chiuso nei primi 3 mesi dell’anno. Solo 800 under 24 lavorano nel settore. Calzolai, pupari, affilatori di coltelli, sarti: professioni richieste ma in via di estinzione
Il mondo del lavoro guarda avanti, ad un futuro incerto e nebuloso, e dimentica le sue radici. I lavori della tradizione, quelli delle botteghe, dei giovani apprendisti e dei “trucchi” tramandati da padre in figlio, stanno pian piano morendo. I ragazzi non li trovano appetibili, i meno giovani preferiscono buttarsi su altro. Il risultato finale è il crollo del settore artigiano. I dati di Unioncamere-Infocamere e Movimprese purtroppo dipingono un quadro fosco per le aziende artigiane della regione siciliana, e in generale per il quadro italiano. Il tasso di crescita per il primo trimestre 2016 è negativo, e supera, nel caso dell’Isola, la media nazionale che si attesta a meno 0,92 per cento. Ben nove regioni, sebbene presentino valori contraddistinti dal segno negativo, sono comunque riusciti a ottenere risultati migliori di quelli del tessuto economico siciliano nel saldo tra iscrizioni e cessazioni di attività lavorative del comparto.
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