Piano triennale Università. Più autonomia agli Atenei - QdS

Piano triennale Università. Più autonomia agli Atenei

redazione

Piano triennale Università. Più autonomia agli Atenei

mercoledì 10 Agosto 2016

Sistema più competivo con maggiore attenzione ai giovani e al Sud

ROMA – Il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini ha firmato il nuovo Piano triennale di sviluppo del sistema universitario 2016/2018. Gli atenei (con l’eccezione dei corsi a numero programmato nazionale) avranno d’ora in poi maggiore autonomia nella costruzione dei percorsi di laurea, per programmare la didattica in modo innovativo e flessibile e avvicinare di più l’offerta formativa alle esigenze degli studenti. Saranno incentivate una maggiore internazionalizzazione dei corsi, l’assunzione di giovani ricercatori e la chiamata diretta di vincitori di programmi Erc (European research council). Cambio di passo anche nella distribuzione dei fondi premiali: dal 2017 il 20% delle risorse sarà attribuito sulla base di parametri indicati dalle stesse università all’interno di un paniere proposto dal ministero. Il decreto sulla Programmazione triennale è disponibile sul sito del Miur.
“La nuova Programmazione triennale valorizza l’autonomia responsabile degli atenei e punta a rendere il nostro sistema universitario più innovativo e competitivo. Si andrà verso una maggiore specializzazione degli atenei che sceglieranno su cosa puntare: al Paese non servono università tutte uguali. Ci saranno regole più flessibili nella costruzione dei percorsi di laurea, per renderli più vicini al mondo del lavoro. Coinvolgeremo gli atenei nella nuova modalità di distribuzione delle risorse premiali, che terrà maggiormente conto anche delle specificità del Sud”, ha sottolineato il ministro Giannini.
Il decreto contiene gli obiettivi di sistema attorno ai quali gli atenei adotteranno il loro piano strategico di sviluppo. Quattro le priorità individuate a livello nazionale: il miglioramento di azioni come l’orientamento in ingresso e in itinere degli studenti e l’internazionalizzazione dell’offerta formativa; la modernizzazione degli ambienti di studio e ricerca e l’innovazione delle metodologie didattiche; la valorizzazione dei docenti e il reclutamento di giovani ricercatori; la valorizzazione dell’autonomia responsabile degli atenei.
Fra le novità più rilevanti per il sistema universitario, la combinazione tra specializzazione dell’ateneo e quota premiale del Fondo Ordinario. Ciascuna università, per la prima volta, potrà farsi valutare in relazione alla propria strategia di sviluppo: a partire dal 2017 il 20% della quota premiale dell’Fondo di finanziamento (Ffo) verrà ripartita sulla base di indicatori individuati dalle stesse università, da scegliere in un paniere proposto dal ministero che include indicatori per la ricerca, la didattica e l’internazionalizzazione. A ciascun ateneo sarà richiesto, entro la fine del 2016, di identificare i propri indicatori. Le università saranno poi misurate, con cadenza annuale, sia sui risultati acquisiti in ciascun ambito strategico, sia sui miglioramenti ottenuti. Il nuovo processo terrà conto delle diverse situazioni di contesto territoriale in cui si collocano gli atenei: alle percentuali di miglioramento ottenute sarà applicato un fattore additivo pari al 10% per le università del Centro e del 20% per le università del Sud e delle Isole.
Firmato inoltre il decreto sui punti organico che indica a ciascun ateneo la propria facoltà assunzionale, con copertura nazionale del turnover al 60% rispetto al 50% di un anno fa e garanzia a tutte le università di una quota fissa minima pari al 30% del loro turnover. La quota variabile è invece ripartita in funzione di indicatori di bilancio.

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