Pil, l'Italia si ferma - QdS

Pil, l’Italia si ferma

Valeria Arena

Pil, l’Italia si ferma

sabato 13 Agosto 2016

Istat, nel secondo semestre dell’anno la crescita è stata pari a zero

ROMA – Nei mesi di aprile, maggio e giugno 2016 la crescita italiana è stata pari a zero. Questo è il verdetto dell’Istat nella stima preliminare del secondo trimestre dell’anno. Il Pil nazionale, infatti, è rimasto invariato, mentre su base annua la crescita è stata pari allo 0,7%. Nel primo trimestre, invece, la variazione dell’Istat era stata dello 0,3% su base congiunturale e dell’1% su base annuale. La variazione, spiega l’Istat, è la sintesi di un aumento del valore aggiunto nei comparti dell’agricoltura e dei servizi e di una diminuzione in quello dell’industria. Se, come stimato l’Istituto nazionale di statistica, nei prossimi due semestri la crescita sarà ancora nulla, la variazione del Pil acquisita per il 2016 potrebbe arrestarsi allo 0,6%.
“Dunque, l’Istat ha detto oggi quello che alcuni di noi scrivevano da settimane: la crescita italiana ha bruscamente rallentato nel secondo trimestre dell’anno. Anzi, si è fermata. Potremmo dire che Renzi è passato da ‘zero virgola’ a ‘zero senza virgola’”. Lo ha dichiarato in una nota Daniele Capezzone, deputato dei Conservatori e Riformisti. “Già l’anno scorso, lo 0,8% finale di crescita del Pil – ha osservato – fu prodotto da un andamento discendente, non dimentichiamolo: 0,4% nel primo trimestre, 0,3 nel secondo, 0,2 nel terzo, e 0,1 nell’ultimo trimestre. E l’Italia finì per contendere a Grecia e Finlandia la ‘maglia nera’ del Paese Ue con la crescita più stentata. Per quest`anno, il Governo aveva fatto previsioni complessive di crescita superiore all’1%. Ora, realisticamente il dato di fine anno 2016 sarà certo sopra lo zero, ma significativamente contratto rispetto alle previsioni”.
A ciò si aggiungono i dati pubblicati,  sempre nella giornata di ieri, dall’Eurostat, secondo i quali il Pil dell’area euro ha registrato, nel secondo trimestre dell’anno, una crescita dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, mentre la Ue dei 28 è in crescita dello 0,4%. Si registra, quindi una lieve flessione visto che nel primo trimestre il Pil era cresciuto rispettivamente dello 0,6% e dello 0,5%. Rispetto allo secondo trimestre del 2015, invece, il Pil è cresciuto dell’1,6% nell’ara euro e dell’1,8% nell’Ue a 28.
A trainare la variazione dell’Unione europea, naturalamente, c’è la Germania, il cui Pil è aumentato, nel secondo semestre del 2014, dello 0,4%. Un numero migliore rispetto al consensus degli economisti che si attendevano un incremento dello 0,2%. Su base annuale, la crescita è stata dell’1,8%, mentre su base annuale grezza l’aumento è del 3,1%. Pur rallentando rispetto al primo trimestre (+0,7%), la dinamica del Pil appare piuttosto robusta: sostenuta dalle esportazioni e da solidi consumi publici e privati in grado di compensare la frenata degli investimenti. Da segnalare che l’Istituto statistico ha rivisto al rialzo la crescita annuale, corretta per i giorni lavorativi, del Pil del primo trimestre, portandola da +1,6% a +1,9%.

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