Assegni scoperti, i siciliani non rinunciano - QdS

Assegni scoperti, i siciliani non rinunciano

Rosario Battiato

Assegni scoperti, i siciliani non rinunciano

giovedì 01 Settembre 2016

Dati Unioncamere: Isola al quarto posto nazionale con più di duemila scoperti nel primo trimestre del 2016. Tutti i dati sono in calo: rispetto ai primi tre mesi del 2015 la riduzione è pari a un terzo

PALERMO – Anche in Italia è ormai frequente il ricorso alla moneta elettronica, ma le vecchie abitudini sono dure a morire. Nel primo trimestre dell’anno in corso sono stati quasi 28mila gli assegni scoperti piazzati per un valore totale che ha superato i 107 milioni di euro. Il dato siciliano vale più di duemila unità per un valore complessivo che supera gli 11 milioni di euro. A rivelare questi dati è stato il Registro informatico dei protesti, gestito da Unioncamere-Infocamere, che a livello nazionale ha registrato una contrazione sostanziosa del numero degli assegni scoperti. Tra il primo trimestre di quest’anno e quello dello scorso anno ce ne sono stati 10mila in meno.
Nella graduatoria regionale per numerosità dei titoli cabriolet piazzati troviamo Lazio e Liguria con valori rispettivamente pari a 8.171 e 7.128. Dietro questo duo, che vale più della metà del totale nazionale (27.798 per 107 milioni di euro), rintracciamo Campania e Sicilia che sono divise da poche centinaia di scoperti: 2.439 per la prima e 2.240 per la seconda. Nella graduatoria delle cambiali protestate invece è la Campania a prendersi lo scettro assoluto con 18.758, davanti a Lombardia e Lazio che si muovono tra 17 e 14mila. Subito dietro ci sono Puglia e Sicilia con un dato intorno a 12mila. Il valore degli assegni scoperti vede ancora Lombardia (24,2 milioni) e Lazio (23,2 milioni) tra le regioni più lanciate, seguite a ruota da Campania (12,2 milioni) e Sicilia (11,2 milioni).
Tutti in negativo i valori che confrontano i due trimestri del 2015 e del 2016. A livello nazionale la media è del -25,5%, ma la Sicilia riesce a fare meglio con una contrazione del 32% relativamente al numero degli assegni scoperti. Numeri negativi anche sul fronte del totale delle cambiali protestate (-18,4%), anche se in questo caso il dato non è migliore di quello nazionale. Lontano dal dato italiano il valore degli assegni che nell’Isola si riduce di appena il 14,7%, praticamente quasi la metà della media (26,8%).
Il quadro provinciale premia i cittadini di Gorizia e provincia che hanno fatto registrare appena un assegno scoperto. A dominare la classifica dei cattivi sono soprattutto le province di Roma, dove gli assegni cabriolet sono stati 7.405, Milano (6.058), e Napoli (1.351). Tra le siciliane il podio è tutto per Catania, Palermo e Messina in coabitazione con Ragusa. La provincia etnea ne totalizza 465, seguita dal capoluogo con 448. Appaiate a 287 le altre due.
Una sorpresa, invece, nella graduatoria dell’importo medio. La prima siciliana e seconda nazionale è la provincia di Trapani con 14mila euro, battuta soltanto da Bolzano con 14.263 euro, anche se a fronte di appena 10 assegni scoperti. È seguita a debita distanza, a livello regionale, da Catania con 6.235 euro, che risulta essere un importo più elevato di quello registrato a Milano.
In ogni caso si tratta di buone notizie. Ivan Lo Bello, presidente di Unioncamere, ha parlato di “un percorso di crescita anche culturale molto importante che il nostro Paese sta compiendo e deve continuare a compiere per rendere più efficiente e sicuro il mercato italiano”. Una tendenza, secondo Lo Bello, che viaggia col maggiore utilizzo della moneta elettronica che “sta probabilmente agevolando la riduzione dei titoli protestati, in particolar modo degli assegni”.

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