Formazione che "inforna". L'Albo è solo carta straccia? - QdS

Formazione che “inforna”. L’Albo è solo carta straccia?

Michele Giuliano

Formazione che “inforna”. L’Albo è solo carta straccia?

martedì 06 Settembre 2016

Con la pubblicazione dell’Avviso per l’avvio dei progetti, gli enti non hanno limiti per nuove assunzioni. Si può attingere anche al di fuori dall’albo; l’assessore: “Non possiamo obbligarli”

PALERMO – La formazione professionale è pronta a ripartire. L’Avviso è ormai scaduto da un mese, e a giorni verrà pubblicato l’elenco dei progetti approvati e dei progetti esclusi.
Eppure le polemiche non si placano, anzi. L’ultima, e non meno importante delle precedenti, il mancato riferimento all’albo degli operatori della formazione, per cui gli enti potranno assumere le risorse necessarie allo svolgimento delle attività approvate chiunque ne abbia le competenze, anche al di fuori di questo elenco, presentato, ai tempi della sua istituzione, come lo strumento di salvaguardia degli otto mila lavoratori che gravitano intorno al mondo dei corsi di formazione. 
“Utilizzando, per il finanziamento dei corsi, fondi europei – spiega l’assessore Marziano – non è possibile porre alcun vincolo di quel tipo. Un vincolo che in qualche modo avevo posto nella precedente versione dell’Avviso, ma che è stato spazzato via dal ricorso che ci ha costretto a riscrivere il bando. Gli enti però – dichiara ancora l’assessore – saranno obbligati a riassumere i lavoratori messi in cassa integrazione con l’impegno di riammetterli nel posto di lavoro con l’arrivo dei finanziamenti”.
Un percorso, quello che ha portato alla creazione dell’albo, che avrebbe dovuto evitare l’inserimento di nuovo personale in un comparto che registra già un rilevante sovrannumero rispetto alle risorse disponibili, risorse che ogni anno si riducono. Diverse le proposte fatte, dal prepensionamento dei più anziani agli incentivi per la fuoriuscita, ancora tutte in discussione. Obiettivo di tutti, comunque, ridurre il numero degli operatori, tutelandone il più possibile il futuro lavorativo. L’albo avrebbe dovuto mettere almeno un fermo, segnare un punto finale da cui ripartire, definire il numero dei lavoratori coinvolti, una piattaforma su cui lavorare.
Un elenco che aveva raggiunto la sua conclusione poche settimane fa, con l’ultimo inserimento di lavoratori che avevano vinto il ricorso per la propria esclusione. Eppure, la novità introdotta dall’Avviso 8 rimette tutto in gioco, annullando di fatto tutti gli sforzi fatti fino ad adesso e svuotando del suo intero significato l’albo stesso, che si trasforma in un mero elenco di operatori, senza alcuna tutela o priorità. E la politica interviene in difesa degli operatori. “No alle nuove assunzioni dell’ambito della formazione professionale, non è creando nuovo precariato, in vista delle prossime elezioni, che si risolvono i problemi occupazionali, quando migliaia di lavoratori del settore ormai da quasi quattro anni vivono il dramma dei licenziamenti e della cassa integrazione”, afferma il vicepresidente vicario dell’Ars Antonio Venturino.
“Esiste un albo dei formatori dal quale gli enti possono e devono attingere – dice ancora – stiamo parlando di lavoratori con esperienza nel settore che devono in qualche modo poter essere ricollocati e non possono stare a vita in lista d’attesa o essere scavalcati grazie a vecchi metodi”.
Decade infatti, in questo modo, il limite imposto dall’albo della data di assunzione del lavoratore fissata al 31 dicembre 2008. “è assurdo che si proceda a nuove assunzioni, mentre si cerca di scremare i lavoratori per ridurre l’enorme bacino. Non è aprendo le porte in modo indiscriminato al nuovo precariato – conclude Venturino – che si crea il consenso da parte dei cittadini elettori stanchi di assistere impotenti a provvedimenti miopi ed ingiusti. In questo modo, non si fa altro che un favore a movimenti e gruppi la cui base sta proprio nel dissenso verso i partiti tradizionali e nello sconcerto degli elettori verso la politica”.

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