Rifiuti, avanti con la valorizzazione - QdS

Rifiuti, avanti con la valorizzazione

Rosario Battiato

Rifiuti, avanti con la valorizzazione

martedì 13 Settembre 2016

La settimana scorsa primo via libera romano al Piano rifiuti della Sicilia: previsti da 6 a 18 impianti energetici. Raccolta differenziata: Comuni sotto la lente del dipartimento regionale, non si escludono commissariamenti

PALERMO – Avanti con giudizio. Si può riassumere così il via libera del ministero dell’Ambiente al nuovo piano rifiuti della Sicilia ottenuto la scorsa settimana dalla pattuglia guidata da Crocetta, Contrafatto e Pirillo. Adesso alle buone intenzioni su carta bisognerà trovare la sostanza dei numeri. A partire dalla raccolta differenziata dei comuni, per la quale non ci sono ancora dati aggiornati, e che sarà determinante per l’avvio del sistema che prevede, secondo le ultime indiscrezioni, almeno 6 termovalorizzatori di grandezza variabile per smaltire, nel lungo periodo, circa 700mila tonnellate di rifiuti all’anno.
Sui termovalorizzatori ci sarebbe già un primo accordo, ma si dovrà procedere per passaggi programmati. Previsti almeno sei impianti: due più grandi per i centri metropolitani di Catania e Palermo, che potranno smaltire fino a 200mila tonnellate all’anno a testa, e gli altri da distribuire nel resto della Sicilia fino a un massimo di 18 complessivi. I fondi arriveranno dai 2,3 miliardi del Patto per la Sicilia.
Bisogna arrivare a smaltire 700mila tonnellate all’anno. La cifra, contenuta in documento inviato dal governo alla Regioni nel luglio 2015, si basa sui valori derivanti da una raccolta differenziata del 65%. Ci sarà ancora da lavorare visto che gli ultimi dati Ispra del 2014 danno l’Isola mediamente ferma al 12%.
Non ci sono ancora certezze sui luoghi che ospiteranno gli impianti, ma un primo identikit è già fornito nell’ordinanza del 7 giugno, dove si legge che saranno da “localizzare esclusivamente in aree in esercizio a discariche pubbliche ovvero in aree pubbliche dismesse di discariche non in esercizio ovvero in aree industriali, anche in prossimità delle stesse”.
Si lavora anche sul fronte della differenziata, condizione necessaria e sufficiente per procedere all’avvio di un sistema moderno di gestione. La situazione non è affatto semplice, perché molti enti locali sono ancora in ritardo e non hanno ottenuto risultati. La Regione minaccia diffide e commissariamenti per i comuni, mentre l’assessore Contrafatto aveva già lanciato la proposta dell’ecotassa – provvedimento inserito in finanziaria regionale, poi bocciato dal Cdm e in fase di riscrittura per il 30 ottobre – per sanzionare con costi proporzionali alla quantità di rifiuti smaltiti in discariche.
L’articolo 3 dell’ordinanza del 7 giugno era molto preciso in tal senso: entro il 7 luglio i comuni avrebbero dovuto adottare il regolamento comunale per la raccolta differenziata con i progressivi aggiornamenti normativi da inviare entro il 15 dello stesso mese al dipartimento. E poi si prevedeva l’attivazione di tutte le azioni utili per incrementare la raccolta, anche perché i due step di crescita del 3%, previsti tra giugno e agosto e tra settembre e novembre, non stanno certo ad aspettare.
Prosegue senza soste la partita dei rifiuti. Le regole del gioco si trovano nell’ordinanza presidenziale del 7 giugno, il documento di riferimento per le scadenze degli obiettivi da raggiungere per la Regione fino a novembre. Lo scopo del gioco è portare la Sicilia fuori da una emergenza rifiuti, che ormai sembra un’ombra perenne nell’Isola, e sottrarre allo stesso tempo il business dell’emergenza alla criminalità organizzata e alle discariche.

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