Pensioni, l'anticipo potrà essere richiesto a 63 anni - QdS

Pensioni, l’anticipo potrà essere richiesto a 63 anni

redazione

Pensioni, l’anticipo potrà essere richiesto a 63 anni

martedì 13 Settembre 2016

La Riforma delle pensioni è in dirittura d’arrivo e la novità più importante emersa dall’incontro tecnico tra il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio è proprio quella dell'anticipo

ROMA – Riforma delle pensioni in dirittura d’arrivo. L’anticipo potrà essere richiesto a 63 anni. È la novità emersa dall’incontro tecnico tra il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, e i sindacati di categoria. “È un’anticipo di tre anni e sette mesi”, ha riferito Maurizio Petriccioli della Cisl parlando dell’Ape, acronimo di anticipo pensionistico destinato a diventare un riferimento del dibattito economico e sociale dei prossimi mesi.
 
Potranno quindi uscire dal lavoro nel 2017 coloro che sono nati fino al 1954, una volta compiuti 63 anni. Per chi ha un lavoro l’anticipo pensionistico sarà pagato con rate di ammortamento sulla pensione, mentre per coloro che sono disoccupati e non hanno ammortizzatori sociali, l’anticipo sarà gratuito (purchè l’importo della pensione non sia superiore ai 1.200 euro netti). Nell’incontro di oggi con Nannicini – secondo quanto hanno spiegato i sindacati – si è discusso anche di ricongiunzioni tra i periodi assicurativi in diverse gestioni, che dall’anno prossimo non dovrebbero essere più onerose.
 
Dovrebbero allargarsi le maglie, inoltre, per quanto riguarda le attività usuranti facendo rientrare probabilmente categorie come quelle dell’edilizia, maestre d’asilo e degli infermieri. Si è parlato poi dei lavoratori precoci e dell’aumento delle pensioni più basse, confermando l’intenzione d’intervenire con la somma aggiuntiva, la cosiddetta 14ma, per coloro che hanno redditi personali complessivi fino a mille euro al mese.
Nel dettaglio il sistema di anticipo pensionistico che dovrebbe entrare in vigore dall’anno prossimo, permetterà a tutti i lavoratori nati tra i 1951 e il 1954 di andar via in anticipo di uno, due o tre anni e sette mesi, accollandosene però in parte il costo. Infatti, chi richiede il beneficio sottoscrive un prestito previdenziale ventennale, che avrà un costo variabile a seconda dell’ammontare della pensione e della durata dell’anticipo (si va dal 4-5% fino al 15%).
 
L’anticipo pensionistico sarà completamente gratuito per i disoccupati e i lavoratori in condizioni disagiate. La rata di ammortamento dovrebbe inoltre essere azzerata per le pensioni che arrivano a 1.200 euro netti, mentre oscillerà tra i 50 e i 60 euro al mese per venti anni per tutti gli altri anticipi di un anno, e salirà ulteriormente a 150-200 euro al mese se l’anticipo sarà invece di tre anni. La riforma prevede condizioni di maggiore vantaggio per i lavoratori precoci e per chi svolge lavori usuranti. Tuttavia su queste materie, spiegano i sindacati, “c’è ancora un confronto in corso”.
 
Dovrebbero allargarsi le maglie per quanto riguarda le attività usuranti, facendovi rientrare probabilmente categorie come quelle dell’edilizia, delle maestre d’asilo e degli infermieri. Sarà rivisto in direzione maggiormente vantaggiosa per i lavoratori, anche il sistema di ricongiunzione dei contributi, che al momento risulta eccessivamente oneroso per la maggior parte dei lavoratori.
Per avere un quadro chiaro della situazione bisognerà attendere il prossimo incontro, che avverrà il 21 settembre. La segretaria confederale della Cgil, Vera Lamonica, si è limitata a dichiarare: “Stiamo continuando a lavorare”. In particolare, la parte che secondo i sindacati deve essere ulteriormente approfondita, è quella che riguarda il pensionamento dei lavoratori precoci e di coloro che hanno svolto lavori usuranti: “Occorre definire meglio la platea e il bonus a contributivo”.
 
Proietti ha spiegato che potrebbero rientrare i lavoratori dell’edilizia, le infermiere di sala operatoria, le maestre d’infanzia e i macchinisti, attraverso un allargamento della normativa esistente. I sindacati hanno, inoltre, riferito che il sottosegretario Nanninici non ha ancora parlato delle risorse che il governo è pronto a mettere sul tavolo: “C’è una posizione positiva sulla 14ma – ha detto Proietti – e sull’equiparazione della no tax area per le pensioni dei lavoratori dipendenti”.

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