Reati ambientali, serve Procura specifica - QdS

Reati ambientali, serve Procura specifica

Giuseppe Solarino

Reati ambientali, serve Procura specifica

martedì 01 Dicembre 2009

A Siracusa, addetti ai lavori hanno discusso sulla casistica del settore. Troppe le vicende impunite nel Triangolo della morte. Dall’entrata in vigore del decreto Ronchi nell’area aretusea non è stato attuato alcun piano di bonifica

SIRACUSA – Si è svolto a Siracusa, presso il castello Maniace, un convegno di tre giorni dedicato alla tutela penale dell’Ambiente organizzato dal Opco (Osservatorio permanente sulla criminalità organizzata). I lavori sono stati moderati da Carola Parano, direttore scientifico dell’Opco. Hanno relazionato il direttore del distretto sanitario di Siracusa e responsabile del registro tumori, Anselmo Madeddu, Salvatore Torrisi per l’Ordine degli Ingegneri di Catania, Giovanni Tinebra, procuratore generale presso la Corte d’appello di Catania, Maurizio Musco, sostituto procuratore generale della Repubblica, Roberto Campisi della Corte d’Appello di Catania e Marco Lupo, della direzione generale dell’Ambiente.
L’Ambiente, il cui concetto è proprio di diverse discipline, muta se affrontato dal punto di vista biologico, chimico, geologico e termodinamico. Mentre tutte le attenzioni sono rivolte all’aria che respiriamo, probabilmente si rischia di non verificare lo stato di salute, del sottosuolo, del suolo, dove si coltivano i prodotti ortofrutticoli e trovano pascolo gli animali da allevamento, e dell’acqua potabile di cui ci alimentiamo e di quella del mare con i suoi abitanti vertebrati ed invertebrati di cui ci nutriamo, entrambe possibili veicoli di sostanze non facilmente individuabili e bonificabili, ma che fanno parte della catena alimentare. Sostanze che incidono possono incidere sulle malformazioni, come i metalli pesanti, la cui percentuale è stata riscontrata alta nell’area di Augusta, Melilli e Priolo.
Sulle perizie in campo ambientale è stato evidenziato come i risultati risolutivi siano, spesso, conseguenze di analisi tecniche specifiche, che vanno condotte con particolare attenzione. La legislazione vigente non dispone di un chiaro quadro di riferimento ed è composta spesso da norme che recepiscono direttive comunitarie. Presto si insedierà la Commissione di riforma del testo unico ambientale, all’interno della quale uno specifico gruppo si occuperà della parte penale.
L’intento è quello di anticipare il recepimento della direttiva comunitaria 99 del 2008 che, oltre a porre l’Ambiente come oggetto immediato di tutela, contempla le ipotesi più gravi di aggressioni all’ambiente. Attualmente le condotte che ledono all’ambiente, siano esse lievi o gravi, vengono sanzionate soltanto amministrativamente. I responsabili dei reati ambientali vengono sanzionati generalmente solo con contravvenzioni, spesso ridotte in appello, ma è soprattutto l’inadeguatezza delle norme a favorire gli abusi. Inoltre le leggi in vigore sono nate essenzialmente per rincorrere le emergenze e pertanto il sistema penale in vigore non costituisce un deterrente.
La trattazione dei reati ambientali, inoltre, comporta costose consulenze che impongono scelte oculate da parte degli inquirenti. Dall’entrata in vigore del decreto Ronchi, a Siracusa, non è stato attuato alcun piano rilevante di bonifica. Gli autori di scarico di prodotti inquinanti nell’aria, nel suolo o nel mare devono, entro 48 ore dall’evento, darne comunicazione alla Regione, alla Provincia e al Comune, cui devono seguire gli interventi per la mitigazione dell’inquinamento, ossia i cosiddetti piani di bonifica da sottoporre all’attenzione del ministro dell’ambiente. è stato denunciato che le falde profonde che alimentano gli acquedotti di Siracusa e Augusta sono inquinate, e le sostanze tossiche in esse contenute possono entrare facilmente nella catena alimentare.
L’area industriale siracusana ha rilevanza nazionale producendo una notevole quantità annua di rifiuti, pari a 170.000 tonnellate, contro le 30.000 del territorio urbano. I rifiuti pericolosi ammontano a 1.300 tonnellate e provengono da impianti di diversa tipologia e finalità produttiva. Per monitorare lo svolgimento di queste attività la Procura di Siracusa ha proceduto alla schedatura informatica degli insediamenti industriali, mediante i quali, con successivi passaggi di dettaglio, si possono ottenere una miriade di informazioni fondamentali, quali i casi di inquinamento, le loro frequenze e la storia degli infortuni.
La direttiva, anziché alla fine del 2010, dovrebbe essere recepita nei primi mesi dell’anno prossimo.
Pertanto è stata ritenuta necessaria l’istituzione di una Procura regionale autonoma sull’ambiente, un pool specializzato con magistrati inquirenti.

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