Greenpeace va verso Lampedusa - QdS

Greenpeace va verso Lampedusa

Chiara Borzi

Greenpeace va verso Lampedusa

sabato 15 Ottobre 2016

Rainbow Warrior III a Catania. L’imbarcazione è stata costruita con materiali sostenibili e sfrutta principalmente il vento per muoversi. La nave è salpata alla volta dell’isola per donare un impianto di pannelli solari

CATANIA – L’8 e 9 ottobre l’ammiraglia di Greenpeace, Rainbow Warrior, è stata ormeggiata al porto di Catania. A bordo un equipaggio internazionale di 15 persone e tanti volontari siciliani che hanno fatto da guida alle visite organizzate in occasione della tappa del tour “Accendiamo il Sole” iniziata dalla Puglia il 4 ottobre.
L’obiettivo del giro è sensibilizzare più cittadini possibili all’utilizzo dell’energia solare, ma anche ricordare al governo Renzi che non c’è più tempo da perdere nella battaglia per la difesa del clima, in cui diventa determinante l’utilizzo delle proprio di energie alternative. Non a caso, dopo aver fatto scalo a Porto Empodocle, la Rainbow Warrior si è diretta verso Lampedusa dove ha lasciato in regalo al Comune un impianto di pannelli solari. Un’azione non solo simbolica, vista l’importanza assunta dall’isola siciliana in questo momento storico, ma necessaria perchè nonostante le abbondanti risorse naturali presenti (vento e sole) Lampedusa produce energia solo da combustibile fossile, ovvero da petrolio. In due settimane, grazie alle donazioni di quasi mille persone, Greenpeace ha raccolto 30mila euro per regalare all’isola un impianto di 40 kilowatt, sbloccando un progetto fermo da oltre un anno.
“La rivoluzione delle rinnovabili può partire da noi – ha dichiarato il responsabile di “Accendiamo il sole” Luca Iacoboni – il passaggio ai pannelli solari non è un costo, ma un investimento perchè, ad esempio, con un utilizzo fino a dieci anni si ha un guadagno netto di dieci mila euro in totale”.
Da Catania Greenpeace ha mosso ferme critiche al governo Renzi in tema di rinnovabili. “Il presidente del consiglio Renzi ha promesso la produzione del 50 per cento della nostra elettricità da energie rinnovabili entro fine mandato, nei fatti le istallazioni non sono mai decollate ed è diminuito il contributo alla conversione. Abbiamo chiesto al governo, durante la conferenza stampa di presentazione a Bari, di ratificare l’accordo sul clima della Conferenza di Parigi, visto che l’Italia incredibilmente non lo ha fatto. Il governo Renzi è primo per annunci, ma ultimo nelle azioni concrete”.
Iacoboni ha parlato anche della situazioni delle rinnovabili in Sicilia. “Quest’isola ha grande potenziale – ha ammesso il responsabile del progetto di Greenpeace – fa qualcosa, ma può fare molto di più perchè sole e vento non sono sfruttati abbastanza. Nel 2050, secondo gli accordi internazionali, dovremmo vivere in un mondo totalmente rinnovabile, ma nei fatti non sarà così”.
Infine una battuta sulla scelta di Lampedusa come destinataria dei pannelli solari trasportati sulla Rainbow Warrior. “Stiamo parlando di un’isola simbolica – ha evidenziato Iacoboni – sinonimo di speranza e accoglienza, ma anche di un territorio scollegato dalla rete elettrica nazionale che produce tutto da petrolio, per questo l’abbiamo scelta chiedendo al ministero delle Attività Produttive di sbloccare un progetto già esistente”.
Il week-end catanese dell’ammiraglia di Greenpeace è terminato con un concerto, poi la nave è salpata verso l’agrigentino. La Rainbow Warrior III, questo il nome esatto, è la terza di una generazioni di imbarcazioni con cui la nota associazione ambientalista con sede in Olanda interviene in tutto il mondo per bloccare azioni e pratiche fuori legge in nome della salvaguardia ambientale. La nave ormeggiata a Catania è la prima ufficialmente costruita per Greenpeace, con materiali sostenibili, con una vela dalla grandezza pari alla lunghezza della nave che le permette di muoversi sfruttando prevalentemente il vento, con un motore ibrido elettrico e diesel. A bordo è previsto lo smaltimento sostenibile delle acque nere e un riciclo delle quelle grigie.

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