Il popolo abbatterà conservatori e gufi - QdS

Il popolo abbatterà conservatori e gufi

Carlo Alberto Tregua

Il popolo abbatterà conservatori e gufi

venerdì 28 Ottobre 2016

No ai privilegi, Sì all’equità

Giorno dopo giorno aumenta l’odio di parte dei cittadini nei confronti di Matteo Renzi. Forse è conseguenza all’invidia di un giovane leader capace, che sta facendo sforzi enormi per cercare di dare una svolta al letargo e alla stagnazione che ha preso l’Italia in questi ultimi 10 anni.
L’odio è alimentato da gufi e parrucconi, ex leader politici, che in questi ultimi 30 anni non sono stati capaci di fare le riforme indispensabili ad agitare l’acqua nello stagno. Gli stessi capiscono che se il popolo italiano dirà Sì alle riforme proposte da questo Governo e da questa maggioranza, parte dei loro privilegi finiranno irrimediabilmente e definitivamente. Quindi è una lotta per l’esistenza.
Lo stesso non può dirsi per il Movimento 5 Stelle, perché esso agisce in base ai valori dell’onestà e dell’equità, anche se la sua è un’azione di protesta e non di proposta, come si deduce chiaramente da tutte le amministrazioni locali ove il sindaco è un grillino. L’M5S ha paura che rimettendo in moto il Paese con le riforme, vengano meno i motivi della sua protesta.  

È bene che i cittadini italiani stiano assistendo allo sfascio che si sta verificando a Roma Capitale, beninteso, non addebitabile ai grillini ed alla Raggi, perché viene da lontano, cioè da amministrazioni di centrodestra e centrosinistra. A Roma Capitale, burocrazia e affaristi (imprenditori e consulenti disonesti in combutta con alti burocrati, consiglieri regionali, provinciali e comunali ed altri) hanno avuto la “forza” di creare 13 mld di debiti, di avere le partecipate che gestiscono servizi pubblici da terzo mondo e una città il cui degrado emerge soprattutto se si paragona allo splendore di Parigi.
Tutti contro Renzi, dunque, perché decide (finalmente) e perché sta cercando con tutti i mezzi di sbloccare una situazione insostenibile, anche mediante un maggiore indebitamento che si rappresenta con 2,3% di deficit per il 2017 pari a 36,8 mld di euro.
Ma questa è un’operazione keynesiana, se l’indebitamento e le risorse pubbliche andranno verso le due direzioni che promuovono la crescita: la prima aumentando la disponibilità dei cittadini, che dovrebbero essere portati a far aumentare consumi e smuovere l’edilizia.
 

La seconda riguarda il finanziamento di tutte le opere pubbliche, grandi, piccole e medie, mediante le risorse europee, statali e regionali (che ci sono) in modo da immettere sul mercato qualche decina di miliardi che darebbero ossigeno all’economia.
Pian piano passa il messaggio che la riforma costituzionale, per quanto in alcune parti brutta e confusa, ha il pregio di scardinare il conservatorismo, abbattere i privilegi (almeno in qualche misura), diffondere equità e soprattutto consentire allo Stato di fare l’interesse nazionale, quell’interesse che spesso le singole Regioni, soprattutto quelle speciali, hanno dimenticato per coltivare i loro orticelli.
Siamo convinti che i #CittadiniPerBene stiano capendo le ragioni del Sì e si allontanano da quelle strumentali del No, seppure molte di esse hanno validità.
Ma le disquisizioni sulla struttura della riforma, sugli errori anche di scrittura, sulle questioni dubbie dal punto di vista giuridico, devono cadere di fronte alle necessità che questo sistema borbonico e burocratico cominci a ricevere colpi molto forti.

I #CittadiniPerBene non intendono più far dormire le proprie coscienze, non intendono più chiudere gli occhi sulle malefatte di una classe politica e burocratica che ha rovinato l’Italia e la Sicilia. Non intendono piu restare inattivi di fronte a iniquità e ingiustizia e a danno del popolo. Ecco perché  stanno mettendo in moto RisorgimentoSicilia.it l’unione dei #CittadiniPerBene, nel quale ognuno potrà esprimere la protesta e la proposta rispetto ai numerosi problemi ed iniquità diffusi nel territorio nazionale,  e in quello siciliano.
Basta con disquisizioni linguistiche, burocratiche o giuridiche; occorre il buon senso per capire il nocciolo della questione che riguarda la riforma costituzionale. Il nocciolo è che finisca il contrasto tra Stato e Regioni, lo abbiamo già scritto, che si mandino a casa 215 inutili senatori e che i restanti cento saranno pagati dalle Regioni. Cioè poco, perché esse sono sottoposte alla revisione della spesa.

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