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Palermo – Passante ferroviario, ultimatum Rfi

Gaspare Ingargiola

Palermo – Passante ferroviario, ultimatum Rfi

sabato 05 Novembre 2016

Braccio di ferro tra le due aziende, il Comune fa da paciere: congelati per il momento i 250 licenziamenti. Al completamento manca il 20% ma la questione rischia di finire in Tribunale

PALERMO – Rfi e Sis firmano la tregua armata sul passante ma resta il timore più che concreto che la querelle finisca a colpi di carte bollate. Perlomeno i 250 licenziamenti paventati dal consorzio sono stati congelati, almeno per il momento. È questo l’esito del vertice di mercoledì in Prefettura tra l’azienda e le Ferrovie dello Stato.
A far da paciere il Comune, diventato il parafulmine delle proteste dei cittadini pur non avendo alcun ruolo formale nell’appalto. Di certo sarebbe un delitto non completare un’opera da un miliardo di euro dopo tanti sacrifici da parte degli automobilisti costretti a zigzagare fra ruspe e trincee e dei residenti delle aree di cantiere.
Il braccio di ferro tra Rfi e Sis sembra destinato a finire in Tribunale: l’azienda ispanico-piemontese si sarebbe già rivolta a un giudice per avviare l’accertamento tecnico preventivo, un procedimento cautelare volto a stabilire le cause tecniche oggettive che hanno determinato un vizio, che per la Sis consiste in una serie di costi imprevisti per un totale di circa 100 milioni in più. Richiesta rispedita al mittente da Rfi, che ha diffidato a sua volta il consorzio a riprendere i lavori entro il 14 novembre perché altrimenti, come la controllata di Trenitalia ha chiarito la scorsa settimana, “il passante sarà completato con o senza Sis”. Due giorni dopo, il 16 novembre, il premier Matteo Renzi e il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio saranno in Sicilia per un tour delle infrastrutture: è probabile che le vertenze del passante e dell’anello – altra grande opera che avanza a ritmi elefantiaci – saranno al centro della visita istituzionale. D’altro canto se Rfi chiedesse la rescissione del contratto alla Sis la conclusione dei lavori, che già viaggiano con due anni di ritardo, slitterebbe di un altro anno o due.
A mediare fra le parti il sindaco Leoluca Orlando e il suo vice e assessore ai Lavori Pubblici Emilio Arcuri. Orlando ha innanzitutto ringraziato il prefetto per la convocazione, “segno di attenzione e conferma dell’importanza strategica dell’opera per la vivibilità della città” e ha sottolineato come “ulteriori ritardi e, ancor di più, un’eventuale sospensione dei lavori rappresentino un danno incalcolabile per la città, per la sua immagine e per la mobilità complessiva e la vivibilità delle aree interessate dai cantieri”. Nel chiedere quindi a Rfi e Sis “un ulteriore approfondimento perché questi scenari siano scongiurati e si prosegua nell’esecuzione dei lavori”, Orlando ha inoltre espresso “l’importanza di mantenere livelli occupazionali adeguati alle necessità dei lavori da realizzare, anche considerando l’alta professionalizzazione già acquisita dal personale impiegato”.
Al completamento del passante manca ormai poco più del 20 per cento. I punti nevralgici ancora da realizzare sono il collegamento tra Notarbartolo e l’aeroporto (la talpa “Marisol” è pronta a scavare, la consegna è già slittata da dicembre 2016 a giugno 2017) e l’abbattimento delle cinque palazzine in vicolo Bernava per superare il tappo del tunnel Imera.
In questi giorni è previsto un vertice risolutivo tra Rfi e gli assessorati regionali alle Infrastrutture e all’Ambiente per superare gli intoppi burocratici. Ad aprile il Consiglio comunale di Palermo ha approvato una proposta di variante: la realizzazione di un giardino pubblico al posto delle palazzine demolite. La Regione ha chiesto alcuni chiarimenti a Rfi sullo smaltimento dei materiali di risulta ma dopo mesi non ha ancora dato l’ok definitivo all’intervento, fondamentale per superare “l’imprevisto geologico” che da tre anni impedisce di scavare gli ultimi 60 metri di tunnel.

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