Assunzioni nella Formazione, troppe ombre di clientelismo - QdS

Assunzioni nella Formazione, troppe ombre di clientelismo

Michele Giuliano

Assunzioni nella Formazione, troppe ombre di clientelismo

giovedì 01 Dicembre 2016

Le nuove modalità per la partenza dei corsi lasciano spazi di manovra a possibili assunzioni irregolari. Il governo regionale ammette la preoccupazione, l’assessore Marziano: “Vigileremo”

PALERMO – Sul mondo della formazione professionale siciliana continua a incombere come una spada di Damocle, pronta a cadere da un equilibrio sempre più precario, il problema del personale in surplus assunto a tempo indeterminato dagli enti. Intanto trapela che a breve (possibile anche questione di ore) l’assessorato regionale alla Formazione varerà la graduatoria definitiva dei progetti approvati con l’Avviso 8, quindi i corsi tradizionali, e pare che rientreranno quasi tutti gli enti storici.
Questo però non smorza il problema della “surreale” soluzione che praticamente sembrerebbe essere in via di attuazione, che consiste nel licenziamento di molti per inserire nuovi nomi, che facciano magari da bacino elettorale per le prossime elezioni. Questa, in sintesi, la preoccupazione dei sindacati confederati, Cgil, Cisl e Uil, che hanno già avviato un confronto con l’assessorato regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale e i rappresentanti degli enti accreditati a svolgere le attività IeFP, i corsi biennali, cioè, frequentati dai giovani che terminano le scuole medie inferiori e decidono di assolvere in tal modo all’obbligo scolastico fissato a 16 anni. Un nuovo percorso che sta raccogliendo negli ultimi anni parecchi finanziamenti, e che potrebbe essere usato come scorciatoia per assumere indiscriminatamente, senza tenere conto dell’Albo degli operatori della Formazione Professionale, al quale, in teoria, bisognerebbe attingere.
Il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, si dice vicino ai timori espressi dai sindacati: “Il governo regionale – dice Crocetta – condivide le preoccupazioni del mondo sindacale in relazione alla violazione delle regole di assunzione da parte degli enti di formazione”. Controllo, quindi, e vigilanza, affinchè si possano scongiurare abusi e negligenze. “A tal fine, l’assessore Marziano – continua il Presidente della Regione – mi ha già annunciato una convocazione urgente delle organizzazioni dei lavoratori, per verificare casi di mancato rispetto del bando. La posizione del governo è da diversi anni, e continua ad essere la stessa, di intesa proprio con l’assessore Marziano, molto netta. Gli enti che non sono forniti di specifiche professionalità al proprio interno – continua Crocetta – devono accedere all’albo dei formatori e degli sportellisti, in via totalmente prioritaria, per la ricerca del personale. Solo in estremi casi, quando tali professionalità non siano a disposizione, è possibile ricorrere a contratti esterni. Chi viola questa regola, per essere molto chiari, sarà escluso dall’accreditamento”.
Anche dal fronte dell’opposizione arrivano dichiarazioni di preoccupazione per il futuro degli 8.000 lavoratori del comparto. “La condizione di precarietà ed incertezza in cui sono costretti a vivere gli operatori della formazione professionale in Sicilia – dicono i rappresentanti del Movimento 5 stelle Sergio Tancredi e Ignazio Corrao in una interrogazione apposita presentata alla Commissione Europea – potrebbero costituire una violazione del diritto dell’Unione Europea”.
Nel contempo tutte le criticità individuate nella graduatoria recentemente pubblicata dall’assessorato per il varo dei corsi dell’Avviso 8 sono finite in un esposto indirizzato all’Autorità nazionale anticorruzione, “al fine di adottare gli opportuni provvedimenti per assicurare procedure di ricollocazione certe e trasparenti”. Questo in attesa di vedere la nuova graduatoria che sembra in procinto di essere resa pubblica. In un documento di otto pagine il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle passa in rassegna le numerose storture della graduatoria rinvenute soprattutto nel versante della metodologia seguita e dei criteri di selezione adottati “che possono aver falsato la par condicio tra gli operatori del settore della formazione”.

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