Rifiuti, la Regione siciliana continua a rimandare - QdS

Rifiuti, la Regione siciliana continua a rimandare

Rosario Battiato

Rifiuti, la Regione siciliana continua a rimandare

sabato 03 Dicembre 2016

Tre ordinanze di Crocetta prorogano i termini per il rientro in ordinario, l’emergenza continuerà almeno fino a maggio 2017. Saltate le scadenze fissate a giugno con il ministero dell’Ambiente. Leoluca Orlando: “Situazione esplosiva”

PALERMO – L’emergenza non va via. Così come avevamo anticipato in diverse occasioni (l’ultima volta all’inizio di novembre con l’inchiesta “Rifiuti, nuove scadenze già rinviate”), la Regione, d’intesa col ministero dell’Ambiente, ha prorogato quanto previsto nell’ordinanza dello scorso 7 giugno (n.5/rif) in riferimento al “ricorso temporaneo a speciali forme di gestione dei rifiuti nel territorio della Regione siciliana nelle more dell’attuazione del Piano stralcio attuativo per il rientro in ordinario”.
Un’operazione compiuta con le tre ordinanze presidenziali del primo dicembre (n.26/Rif., n.27/Rif., n.28/Rif.) che prorogano i termini per il rientro in ordinario (originariamente fissato per la fine di novembre) e allungano il periodo della gestione speciale che andrà dal primo dicembre al 30 maggio del 2017.
Ancora un periodo sul filo del rasoio – lo conferma anche l’avviso pubblico del 10 novembre che conferma la possibilità dell’export per i rifiuti isolani – che mirerà a salvaguardare “elevati livelli di sicurezza” ed evitare “l’insorgere di emergenze igienico-sanitarie – riportiamo dall’ordinanza del primo dicembre –, di ordine pubblico e sociale e, soprattutto, al fine di consentire l’immediata attuazione dell’implementazione impiantistica regionale nonché del modello di gestione integrata dei rifiuti di cui alla legge regionale n.9/2010 (la legge di sistema approvata durante il governo Lombardo, ndr)”.
Un altro passaggio, previsto all’articolo 4, riguarda la gestione del rifiuto indifferenziato.
I gestori dovranno “attivare tutte le azioni necessarie per limitare il conferimento in discarica della cosiddetta frazione secca dei rifiuti urbani indifferenziati e dovranno attivare progetti di stabilizzazione/inertizzazione dei rifiuti al fine di renderli idonei al conferimento in discarica”.
In tal senso, al comma 2 dello stesso articolo, si prevede che potranno essere valutati anche progetti per il “recupero ambientale delle aree di cave dismesse al fine di un risanamento paesaggistico, cioè la ricostituzione dei caratteri generali ambientali e naturalistici dell’area, ovvero ai fini della sistemazione idrogeologico del terreno, cioè la modellazione del terreno atta ad evitare frane o ruscellamenti”.
L’articolo 5 prevede di accorciare le tempistiche per l’impiantistica attuale e da realizzare, dal momento che i tempi per le procedure Via (valutazione di impatto ambientale) e Aia (autorizzazione integrata ambientale) saranno ridotti di un terzo. Lo stesso varrà per la procedura di valutazione ambientale  in relazione all’aggiornamento del piano regionale di gestione dei rifiuti. Su tutto ci sarà la supervisione del ministero (articolo 6) che monitorerà le attività della Regione in collaborazione con l’Anac.
Durissima la posizione espressa dai comuni tramite le parole di Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente presidente e segretario generale dell’AnciSicilia.. “Sono state emanate ieri tre ordinanze del Presidente della Regione che sanciscono di fatto la prosecuzione della fase emergenziale sulla gestione dei rifiuti sino a fine maggio 2017. Ancora una volta si procede ad intervenire su una materia così delicata per gli enti locali dell’Isola senza confronto con una rappresentanza dei comuni”. I rischi dell’emergenza sono evidenti: “ulteriori costi e che la situazione, anche nel rapporto col cittadino che paga la Tari, possa diventare esplosiva pure nel 2017”.

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