Discariche abusive, in Sicilia gran da fare per il commissario - QdS

Discariche abusive, in Sicilia gran da fare per il commissario

Rosario Battiato

Discariche abusive, in Sicilia gran da fare per il commissario

sabato 31 Dicembre 2016

Il Consiglio dei ministri ha nominato il generale Monaco per evitare nuove sanzioni dall’Ue. Nell’Isola ci sono 7 siti da bonificare su 58 nel mirino di Bruxelles

PALERMO – Il governo confeziona la seconda stoccata all’immobilismo siciliano. Dopo la definizione del commissario straordinario per la depurazione, il Cdm ha nominato, un paio di giorni fa, Donato Monaco, generale di brigata del Corpo forestale dello stato, quale commissario unico per le discariche abusive. Anche in questo caso siamo di fronte a un provvedimento che dovrebbe risolvere una procedura di infrazione comunitaria: nel 2014 la Corte Ue ha condannato l’Italia al pagamento di una sanzione forfettaria di 40 milioni di euro e una penalità semestrale di altri 42 per la mancata esecuzione della sentenza di condanna del 26 aprile del 2007. La Sicilia c’è dentro fino al collo.
Facciamo qualche calcolo. All’inizio di dicembre l’Italia ha trasmesso la documentazione per 40 discariche per le quali si è avviata la chiusura dell’infrazione. Ne restano ancora altre 133, che valgono quasi 28 milioni di euro semestrali. Per 58, in particolare, “i termini sono infruttuosamente decorsi” e saranno oggetto delle attenzioni particolari del Commissario. Tra queste, segnala una nota del ministero dell’Ambiente, ci sono ben sette siti da bonificare nell’Isola: a Cammarata (Ag) San Martino, a Cerda (Pa) Caccione, a Leonforte (En) Tumminella, a Monreale (Pa) Zabbia, a Paternò (Ct) c.da Petulenti, a San Filippo del Mela (Me) c.da Sant’Agata, ad Augusta (Sr) Campo sportivo.
In questo specifico caso si tratta della procedura 2003/2077 relativa alla “Non corretta applicazione delle direttive 75/442/CE sui ‘rifiuti’, 91/689/CEE sui ‘rifiuti pericolosi’ e 1991/31/CE sulle ‘discariche’” che si trova allo stato di sentenza (articolo 260 Tfue). La sentenza della Corte Ue è la 196/13 e risale addirittura al dicembre del 2014 e prevede, oltre alla porzione forfettaria, anche sanzioni semestrali da rendere in proporzione al numero di discariche da bonificare per una cifra che dovrebbe aggirarsi intorno a 200 mila euro a sito.
La Sicilia, in generale, è una delle regine delle procedure di infrazione nel settore ambientale: l’ultimo monitoraggio ne ha evidenziato la presenza di ben 9 che la riguardano direttamente.
Sui rifiuti, inoltre, pende un’ulteriore procedura di infrazione che ancora non risulta comunque in stato avanzato. Secondo il monitoraggio effettuato dal dipartimento Politiche europee tramite la banca dati Eurinfra (aggiornamento marzo 2016), la Sicilia è coinvolta nella procedura “Piani regionale di gestione rifiuti. Violazione degli articoli 28(1) o 30(1) o 33(1) della direttiva 2008/98/CE”. Siamo ancora agli inizi – si tratta della messa in mora articolo 258 del Tfue –, ma bisogna comunque fare particolare attenzione.
È un filone di crisi che si aggiunge alla disastrosa  gestione dei rifiuti nell’Isola. Giunti ormai alla fine dell’anno, l’unica notizia di rilievo è stata l’ulteriore proroga della gestione speciale, mentre tutti gli aggiornamenti attesi, come il piano rifiuti originariamente promesso entro novembre e l’avvio delle procedure per gli impianti di valorizzazione energetica dei rifiuti, sono rimasti soltanto nell’etereo mondo degli annunci. 

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