Crocetta, il Presidente indeciso a tutto - QdS

Crocetta, il Presidente indeciso a tutto

Carlo Alberto Tregua

Crocetta, il Presidente indeciso a tutto

mercoledì 04 Gennaio 2017

La Sicilia deve salvarsi da sola

Un altro anno tremendo per la nostra Isola si è chiuso con risultati catastrofici sul piano dell’occupazione, delle esportazioni, delle attività industriali, della ricchezza prodotta, delle opere pubbliche bloccate, della riparazione del territorio, della costruzione delle infrastrutture, del turismo e via enumerando.
Il peggio è che non si vede una svolta rispetto a quanto elencato, perché il Capitano della Regione è indeciso a tutto. Se ci fosse bisogno, lo dimostrano la sostituzione di oltre 50 assessori in quattro anni, rotazioni di decine e forse centinaia di dirigenti e funzionari, ordini e contrordini in sequenza, annunci roboanti staccati dalla realtà, gaffes istituzionali e così via.
Crocetta, onest’uomo, non ha colpa di tutto ciò perché ogni botte dà il vino che ha. Se si trova in quella posizione di comando, da dove non conmanda niente, la responsabilità è di quel 15% di elettori che l’hanno messo sulla poltrona istituzionale più alta della Sicilia. 

La responsabilità, come si scriveva, è dei siciliani che si disinteressano della Cosa pubblica, pensando che non sia cosa loro, salvo poi lamentarsi delle disfunzioni macroscopiche di tutti i servizi, dei cataclismi che vanno capitando trovandoci impreparati, della pubblica amministrazione che serve se stessa e non chi la paga (i cittadini). I siciliani si accorgono di tutto questo, ma non fanno nulla per modificare la situazione che, quindi, non solo non cambia, ma può solo peggiorare.
È un delitto non avere speso tutti i Fondi europei disponibili, non avere utilizzato i Fondi di coesione e sviluppo statali (Fsc), non aver richiesto finanziamenti alla Bei e alla Cdp: è questo il paradosso, i soldi ci sono ma non vengono spesi.
Sul versante dei rifiuti e della depurazione delle acque, la situazione è non meno tragica. Agli annunci della costruzione di sei impianti energetici per la produzione di biogas, biokerosene, energia elettrica, materiali per le strade, utilizzando gli Rsu, non ha fatto seguito nessun atto concreto.
Per la mancata depurazione delle acque la Regione ha ricevuto una forte sanzione dall’Unione europea, attraverso l’Italia, di ben 185 milioni, somma che sarà sottratta automaticamente dai trasferimenti dello Stato.
 

Non possiamo sottacere il degrado della rete idrica regionale, per cui viene annunciato che Palermo potrebbe ricevere il prezioso liquido a giorni alterni. è stato spiegato che la causa è riconducibile alla siccità dello scorso anno, ma è stato taciuto che le reti di trasferimento dai bacini ai rubinetti perdono circa il 50% di acqua e nessun investimento viene fatto per rinnovare le reti che continuano ad essere dei colabrodo.
Le strade provinciali sono dissestate e in parte chiuse, perché l’ente Provincia, sostituito dai Liberi Consorzi (L.r. 15/2015), pur avendo gli apparati, di fatto non provvede alle due funzioni principali: la manutenzione delle strade e quella degli edifici scolastici di secondo grado. Gli apparati continuano a mangiare risorse pubbliche, ma non rendono i servizi per cui vengono pagati.
La trasformazione delle denominazioni delle Province in Città Metropolitane e Liberi consorzi non ha fatto diminuire il costo burocratico degli stessi enti, ma ha fatto annullare la loro capacità di svolgere servizi.  

Quest’anno, fra fine ottobre e primi di novembre, ci saranno le elezioni per il nuovo presidente della Regione. Queste elezioni saranno verosimilmente condizionate da quelle politiche che si svolgeranno con molta probabilità in giugno.
È possibile che gli ultimi siciliani che andranno alle urne, perché la maggioranza le diserterà, eleggeranno un esponente del Movimento cinquestelle, non come atto di fiducia nei suoi confronti perché è migliore di altri, ma come atto di sfiducia nei confronti dei tradizionali partiti, che non sono stati capaci di farsi rappresentare da personalità di grande valore professionale e di integrità morale.
L’avvento di un grillino alla guida della Regione non risolverà i problemi, come non li ha risolti a Roma, Livorno o Ragusa, ma avrà il pregio di mettere nell’angolo tutti i parrucconi, i parolai, e gli incapaci che hanno appestato la Sicilia in questi ultimi trent’anni. Ecco perché noi, con molta probabilità, appoggeremo questa novità, a meno che l’alternativa non sia costituita da chi sappia fare veramente il Capitano della Regione, idoneo a prendere decisioni efficaci.

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