Albo degli Sportellisti, arriva l'ennesima nuova versione - QdS

Albo degli Sportellisti, arriva l’ennesima nuova versione

Michele Giuliano

Albo degli Sportellisti, arriva l’ennesima nuova versione

martedì 10 Gennaio 2017

L’assessorato Lavoro cancella gli errori più evidenti: scompaiono i baby lavoratori nati dal 1991 al 1997. Restano in 1.942 gli aventi diritto in base all’ultima versione: via anche i defunti

PALERMO – L’assessorato regionale del Lavoro rimette mano all’albo degli operatori iscritti nelle liste tra coloro che hanno lavorato all’interno degli oramai defunti Sportelli multifunzionali.
Gli aventi diritto, quindi coloro i quali sperano di poter tornare al lavoro a distanza di oltre due anni dalla soppressione di queste strutture, si riducono a 1.942. Alla fine restano pur sempre tanti ma quantomeno sono scomparsi gli errori più “pacchiani” di questo elenco che ha fatto tanto discutere.
Scompaiono anzitutto “super giovani” da questa lista: non c’è più traccia di persone iscritte native tra il 1991 e il 1997, così come nel precedente albo. Un errore evidentissimo dal momento che è tuttora vigente il blocco delle assunzioni della Regione nel 2008, quindi non era possibile che ad essere iscritti ci potessero essere 20enni o giù di lì. Il più giovane di tutti è un classe 1989: volendo ci può stare, vuol dire che è stato assunto giovanissimo ed appena per il rotto della cuffia prima del blocco per l’appunto imposto dalla Regione.
L’ultimo decreto che stabilisce l’elenco degli ex sportellisti porta la firma dell’assessore regionale al Lavoro, Gianluca Miccichè, letteralmente messo in croce per il precedente elenco apparso davvero stracolmo di errori. Lo ammise persino il suo collega di giunta, Bruno Marziano alla Formazione, il quale sostenne che di sua conoscenza di erano diversi operatori iscritti all’albo ma che risultava deceduti. Sembrano essere stati soprattutto cancellati i tanti errori dovuti all’errato inserimento di lavoratori provenienti da altre filiere. Molti infatti erano stati i ricorsi di chi, dipendente di un ente di formazione, si era visto iscritto come sportellista. Un mera svista.
A rimanere fuori dai giochi appena 54 lavoratori per i motivi più svariati: o perché non rientranti tra gli aventi diritto, o perchè l’istanza inoltrata è errata, incompleto fuori tempo stabilito dall’avviso della Regione. Con questa variazione cambia comunque sostanzialmente poco rispetto all’albo di tutte e tre le filiere dei servizi formativi e del lavoro: restano oltre 9 mila gli iscritti, un’infinità di persone che non potranno più trovare occupazione in questo settore (almeno in parte) perché la Regione non ha i soldi necessari a continuare a mantenere vivo questo bacino.
Facendo una media di 35 mila euro tra stipendi e oneri a testa, ogni anno questi lavoratori costerebbero alla Regione ben 316 milioni di euro. Un macigno insopportabile. Dal 2004 ad oggi, come certificato dal Dipartimento della Formazione, questo settore formativo e degli ex sportellisti è costato ben 3 miliardi di euro: per l’esattezza 2,6 miliardi i corsi in tutte le sue filiere, altri 470 milioni gli sportelli multifunzionali. I risultati però non si sono visti per nulla: in qualche modo questi due ambiti avrebbero dovuto aiutare il siciliano disoccupato a crearsi una sua professionalità e ad essere così più facilmente inserito nel mondo del lavoro. I dati dell’ultimo decennio che riguardano la disoccupazione parlano però da soli nell’Isola e non hanno bisogno di commenti. In Sicilia nei primi sei mesi dello scorso anno il tasso di disoccupazione è rimasto inchiodato fra i piú alti d’Italia: risulta pari al 21,9 per cento, il doppio rispetto alla media nazionale 11,8. I problemi restano essenzialmente gli stessi per la formazione: circa il 70 per cento dei corsi avviati sino all’ultima annualità finanziata sono i soliti inutili percorsi e obsoleti percorsi formativi.

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