Agricoltura, si riforma la vecchia Pac - QdS

Agricoltura, si riforma la vecchia Pac

redazione

Agricoltura, si riforma la vecchia Pac

martedì 24 Gennaio 2017

Le novità, a medio termine, sono introdotte dal regolamento Omnibus contenente le proposte della commissione Ue • I cardini del cambiamento sono semplificazione, modernità e semplicità

BRUXELLES – Dovrà traghettare la politica agricola dalla vecchia alla nuova Pac  (2020), il regolamento Omnibus, contenente le proposte della commissione. La riforma a medio termine indica nuovi scenari che presuppongono strumenti più idonei ad affrontare le criticità del settore e le sfide del futuro: in campo dunque, come spiega Giovanni La Via (ApPpe), presidente della commissione Ambiente, Sanità pubblica, Sicurezza alimentare, “una regolamentazione più moderna ed efficace che interverrà a modificare sensibilmente i pilastri della Pac 2013: sviluppo rurale, pagamenti diretti, regolamento orizzontale, Ocm”.
Semplificazione, modernità, semplicità, i cardini di una riforma attenta alle esigenze reali degli agricoltori che “da anni ormai – commenta La Via – si confrontano con una burocrazia talvolta ostica, e con norme penalizzanti per l’accesso al credito, oltre alle conseguenze della crisi economica, nonché costretti agli sgambetti di competitor sleali sul mercato”.
In particolare, le modifiche sono volte ad agevolare i giovani agricoltori; a garantire una maggiore discrezionalità agli Stati membri per l’applicazione della definizione di “agricoltore attivo”; a consentire l’introduzione di uno specifico strumento di stabilizzazione del reddito del settore mirata a livello nazionale e regionale. E ancora, sono previste attività di coaching finanziate dall’Ue nel contesto dei programmi operativi per frutta e verdura, così da incoraggiare gli agricoltori a creare organizzazioni di produttori, oltre a procedure semplificate per la gestione dei contingenti tariffari di importazione, e per l’impostazione della velocità di regolazione all’interno della disciplina finanziaria.
Guardando al futuro del settore, La Via si dice ottimista. “Il 2017 – spiega il presidente Envi – sarà l’anno del tagliando per l’agricoltura europea: molte sono – legittimamente – le aspettative per chi opera nel settore agricolo”, dice l’eurodeputato, che aggiunge: “La commissione europea ha da poco pubblicato la relazione della cosiddetta task force dei mercati agricoli, un rapporto che, ad esempio, contiene gli stessi orientamenti politici del Parlamento europeo in tema di pratiche sleali lungo la filiera. Troviamo, poi – informa l’on. La Via – nuovi strumenti di gestione delle crisi e dei rischi, con la proposta di abbassare la soglia di intervento dal 30 al 20 per cento. In altre parole: sarà sufficiente un calo del reddito aziendale del 20 per cento (e non più del 30) per poter attivare questi strumenti”.
E il 2017 sarà anche l’anno di presidenza italiana del G7, “occasione da non perdere – sottolinea Giovanni La Via – per sottolineare ancora una volta l’importanza strategica del comparto
agricolo sul piano internazionale”. Tra le priorità, la rivitalizzazione delle aree rurali, l’aumento del reddito degli agricoltori e – più in generale- il miglioramento della produttività e della sostenibilità dell’agricoltura”.

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