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Il segreto dello sviluppo è vendere la Bellezza

Carlo Alberto Tregua

Il segreto dello sviluppo è vendere la Bellezza

martedì 31 Gennaio 2017
La più grande e incommensurabile ricchezza dell’Italia e della Sicilia è la Bellezza, tanto che oltre a misurare il Pil (Prodotto interno lordo) si dovrebbe misurare il Pib (Prodotto interno Bellezza). Se si provvedesse a rilevare questo indice (che non è previsto dai dati statistici dell’Istat) ci accorgeremmo che la ricchezza prodotta dalla Bellezza sarebbe estremamente bassa.
Il che fa comprendere la pochezza dei nostri governanti, nazionali e regionali, che hanno a disposizione un immenso tesoro, ma lo lasciano lì inutilizzato per diverse ragioni: la prima riguarda la loro incompetenza di comprenderne tutta la potenzialità; la seconda riguarda la loro incapacità di adottare appropriati mezzi organizzativi per utilizzare al meglio questo tesoro.
Si tratta di una colpa economica e sociale gravissima perché sol che si utilizzasse tale tesoro, il Pil (quello misurato dall’Istat) aumenterebbe di almeno due punti (34 miliardi) e l’occupazione di 200 mila posti di lavoro dipendente e di lavoro autonomo, cioè Partite Iva.

Parlare dell’immenso patrimonio di Bellezza del nostro Paese è diventato quasi un luogo comune, ma talmente banale per cui non ci si fa più caso. Tutti elencano i paesaggi, i luoghi archeologici, le riserve marine, i parchi montani e soprattutto i borghi medievali e anche quelli del Basso medioevo e del Rinascimento.
Perché non si utilizza economicamente e culturalmente la Bellezza italiana? Forse perché di cultura diffusa, quella vera, ce n’è poca. Informazione spicciola, frammentata, nozionistica ce n’è tanta, ma manca in vasti strati del nostro popolo, la capacità di collegare le diverse branche, i diversi episodi, i diversi fatti, per avere una visione panoramica di ciò che è accaduto e indivuidare le cause di ciò che accade.
Insomma, i cittadini italiani dovrebbero chiedersi il perché di fatti verificatisi, in modo da regolarsi dopo averli compresi. C’è stato un ministro che ha detto un’asinata: “Con la cultura non si mangia”. Invece si mangia, eccome, perché la cultura è Bellezza e la Bellezza è un elemento immateriale sfruttabile economicamente sol che si abbia la capacità di metterla a reddito.
 

Come fare per mettere a reddito la Bellezza? Bisogna organizzarla, evidenziarla e portarla sui siti, in modo che tutto il  mondo se ne accorga. sviscerarla in ogni sua parte, sminuzzare tutti i segmenti e i particolari; insomma, far conoscere ad ogni continente questa immensa ricchezza che il nostro Paese possiede, di cui una parte preponderante è qui, in Sicilia.
La competizione mondiale del commercio di beni e servizi evidenzia la debolezza del nostro sistema economico. Ma la nostra Bellezza non ha concorrenti. Chi vuole vedere i siti, i beni che grondano cultura e tradizione, le meraviglie di sculture e pitture deve venire qua. Ed è proprio qua che casca l’asino: attrarre le persone con la Bellezza. ma poi, quando arrivano, bisogna servirli nel modo migliore, con una ospitalità ineccepibile, con prezzi concorrenziali, con gentilezza non servile e con la capacità di cultura diffusa a tutti i livelli, che spieghi continuamente le connessioni fra ciò che si vede e ciò che è stato. Un sistema sinergico delle risorse umane, organizzative e finanziarie.

Ecco come utilizzare la Bellezza: mettere insieme tutti i segmenti ed i servizi con la cultura, attrarre i turisti anche mediante road show in tutte le principali capitali del mondo, invitare il miliardo di ricchi, abituati a viaggiare, a venire qui non solo nelle città più note – Roma, Verona, Venezia, Firenze o Milano – ma soprattutto in quelle piccole dove vi è un maggior risalto delle infinite bellezze locali.
In maggio, il G7 porterà tutti i capi del mondo a Taormina. La Perla dello Ionio sarà blindata per una settimana. L’eliporto vedrà atterrare e decollare centinaia di veicoli, l’aeroporto di Catania avrà un super lavoro e così le forze dell’ordine, che eviteranno ai non residenti di accedere in quella città.
Ebbene, per una settimana, Taormina sarà posta all’attenzione di oltre un miliardo di telespettatori. Quale migliore occasione per promuoverla e farla uscire dal letargo invernale in cui essa cade ogni anno con la chiusura di alberghi, ristoranti, trattorie e altri esercizi?
Un fatto incredibile! Diamoci da fare per vendere la Bellezza al mondo intero, con fare convinto e competente.

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