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Messina – A meno di quattro mesi dal G7 di Taormina non è partito nessun cantiere

Massimo Mobilia

Messina – A meno di quattro mesi dal G7 di Taormina non è partito nessun cantiere

mercoledì 01 Febbraio 2017

Dubbi legati soprattutto alla situazione delle due infrastrutture più importanti: elipista e Palacongressi. C’è il rischio che la corsa contro il tempo non permetta di intervenire adeguatamente

TAORMINA (ME) – “La deroga al Codice dei contratti per affidare lavori senza le normali procedure d’appalto è pericolosa”. Così il presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione (Anac), Raffaele Cantone, in audizione alla Commissione Bilancio della Camera, ha definito la norma prevista dal Decreto legge n. 243/2016, con cui il Governo ha stabilito procedure eccezionali per gli interventi da effettuare in vista del G7 a Taormina.
Un duro monito rivolto al capo missione, Alessandro Modiano, e al commissario delegato all’evento, il prefetto Riccardo Carpino, nella gestione dei prossimi lavori che dovranno essere effettuati nella Perla prima del vertice di maggio. Norme davvero eccezionali, a detta di Cantone, che non sono arrivate neanche per il terremoto e che rischiano di ricreare i problemi già avuti in passato con il mancato G7 de La Maddalena, con il Mose di Venezia, con l’Expo di Milano, fino agli eventi di “Mafia Capitale”.
Ma la preoccupazione maggiore è che, a meno di quattro mesi dall’evento, in città non è partito nessun cantiere, non ci sarebbe i tempi tecnici per proporre nuove regole, e rimane il rischio che i lavori da fare vengano talmente velocizzati da riuscire male, sia dal punto di vista burocratico che dal punto di vista strutturale. “Faremo tutto nei tempi previsti”, continua a ripetere il sindaco di Taormina, Eligio Giardina, ma i dubbi rimangono soprattutto sulle due più importanti infrastrutture da realizzare, con i 15 milioni di euro stanziati dal Governo: l’elipista e il Palacongressi.
Quest’ultimo edificio, già esistente, dev’essere letteralmente messo a nuovo perché macchiato da diversi livelli di inagibilità, dai sistemi di sicurezza e antincendio – come rilevato dal Comando dei Vigili del Fuoco – alle condotte idrauliche e quelle dei sistemi di condizionamento. La struttura di piazza Vittorio Emanuele dovrà essere il cuore pulsante del G7, insieme al Teatro Antico, divisi soltanto dall’omonima via che aspetta anch’essa una totale riqualificazione. Nel frattempo il Comune ha riscritto il proprio “Piano dei beni immobili suscettibili di alienazione o valorizzazione” (Delib. n. 55/2016), riposizionando il Palacongressi (valutato 15 milioni di euro) proprio tra i beni da rilanciare attraverso le attività congressuali. I lavori legati al vertice diventano a questo punto fondamentali.
Sono 12 in tutto gli immobili che Palazzo dei Giurati punta a valorizzare, da qui al 2018, la maggior parte dei quali tramite nuovi contratti di locazione, dei circa 60 beni dichiarati “disponibili”.
L’amministrazione Giardina però, punta a ricavare maggiori introiti dalla lista dei beni considerati alienabili, ovvero in vendita, proponendo però alcune varianti urbanistiche tali da far raddoppiare il valore degli immobili. Infatti, se la semplice valutazione dei 17 immobili in vendita, messi insieme, si ferma a circa 12,8 milioni di euro, con le varianti proposte il ricavo che il Comune punta ad incassare è di ben 38,6 milioni.
È interessante annotare che uno dei beni messi in vendita, era proprio tra le infrastrutture proposte dal Comune al Governo per il G7, ovvero il plesso-convitto Capalc, valutata circa 10,5 milioni di euro e simbolo di grande spreco pubblico dagli anni Novanta ad oggi. Scartata per gli eventi del summit, quella che doveva essere una scuola alberghiera e poi sede distaccata dell’Università di Messina, ma che in realtà non è mai diventata niente, ritorna sul mercato con la variante urbanistica in attività turistico alberghiera, che ne fa lievitare il valore a 22,7 milioni. Con variante a destinazione per area residenziale invece, il Comune si ripropone di riqualificare ancora una volta la zona dell’ex Mattatoio, con due immobili che insieme arriverebbero a valere circa 13 milioni e mezzo di euro. Molto probabilmente, come ogni anno, l’amministrazione non riuscirà a vendere nessuno dei beni proposti. Si spera almeno che non fallisca sul Palacongressi e sulle altre opere previste per il G7.

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