Un piano di sviluppo utilizzando la Bellezza - QdS

Un piano di sviluppo utilizzando la Bellezza

Carlo Alberto Tregua

Un piano di sviluppo utilizzando la Bellezza

venerdì 24 Febbraio 2017

Valorizzare i tesori dell’Isola

È noioso ripetere una sacrosanta verità: la Sicilia ha un concentrato di Bellezza di ogni genere, senza eguali al mondo. Non è una stupida vanteria ma una pura realtà che non è evidente agli occhi dei responsabili delle istituzioni, perché non fanno nulla per mettere a reddito tale Bellezza.
Citiamo i sette siti Unesco materiali, oltre gli altri due immateriali, i cinque teatri di Pietra, quattro parchi montani, 130 tra siti archeologici, gallerie e musei, 829 borghi che potrebbero diventare altrettanti gioielli, 1.600 chilometri di spiagge, 11 mesi di sole all’anno, ma l’elenco non è completo.
Se tutti questi elementi naturali e costruiti dall’uomo fossero messi in un progetto unico produrrebbero sviluppo con crescita forte del Pil e occupazione a due cifre.
Invece la cecità e l’incapacità di questi governanti regionali, ma anche di tanti ministri e sottosegretari siciliani, li tiene in naftalina, impedendo la loro utilizzazione economica e la crescita della Sicilia. Una cecità colpevole di gente che non ha né arte né parte.

Sul piano della distribuzione delle competenze tra assessorati, risulta del tutto incomprensibile la ripartizione in alcuni di essi tra Turismo e Beni culturali. Altre competenze sono attribuite al Territorio e ambiente. Questa parcellizzazione delle competenze crea una disorganizzazione strutturale e con essa l’inefficacia dell’azione degli assessorati, i quali vanno ognuno per conto proprio, anziché marciare in squadra per la realizzazione di un progetto sinergico ove ognuno faccia la sua parte in sintonia con l’altro.
Gli oltre 40 assessori che Crocetta ha ruotato nella sua Giunta regionale non hanno avuto il tempo, in questi quattro anni, di prendere piena conoscenza del loro lavoro e meno che mai di formulare e realizzare piani di sviluppo finanziati in tutto o in parte dall’Unione europea e dai Fondi statali di sviluppo e coesione.
Ogni assessore va per conto proprio e i direttori generali dei dipartimenti continuano anch’essi a ruotare, salvo alcune posizioni stabili, e dunque il marasma nella Regione è completo.
Eccesso di personale, eccesso di dirigenti, mancanza di merito e responsabilità: ecco le lacune più evidenti.
 

Mancano poco più di otto mesi alla nuova tornata elettorale e temiamo che in questo periodo non si combini nulla di costruttivo, perché tutti i deputati uscenti cercano di riposizionarsi in vista delle elezioni, anche tenuto conto che il loro numero è tagliato da 90 a 70. E poi interviene la fibrillazione della geografia politica di tutti i partiti perché non sanno in che direzione andare, quali alleanze fare, per portare i candidati alla presidenza della Regione.
Il piano di utilizzo della Bellezza non può che passare attraverso il potenziamento delle infrastrutture e la riqualificazione del servizio di ricezione. Le più urgenti sono di due tipi: la chiusura dell’anello autostradale, compresa la tratta Marsala-Trapani, la costruzione della Nord-Sud; l’altro versante riguarda la rete ferroviaria che ha bisogno urgente di una Tav fra Messina, Catania e Palermo e la costruzione di una serie di bretelle che dalla fascia Sud si colleghino a questa dorsale. 

Il piano di utilizzazione della Bellezza dovrebbe avere un forte coordinamento sul sistema di ricezione in modo da elevare la qualità dei relativi servizi, insieme ad altri servizi quali trasporto, guide turistiche, rete di musei, biblioteche e pinacoteche. Il tutto ovviamente messo in rete e promozionato adeguatamente con delle presentazioni nelle principali città del mondo.
La Sicilia è già nota con i suoi gioielli: Taormina, Siracusa, Agrigento, Cefalù, Mozia ed altri. Ma non è noto che chi venga qui trovi adeguata ospitalità, servizi eccellenti e prezzi proporzionati. Ognuno va per conto proprio, impedendo di utilizzare al meglio la Bellezza.
Con la Bellezza si mangia: essa andrebbe misurata sul piano economico da un indice analogo al Pil, denominato PIB (Prodotto Interno Bellezza). Ma ancora gli istituti di statistica non si sono orientati verso questo nuovo indice; invece dovrebbero farlo.
In attesa di poter misurare i risultati di un piano economico fondato sulla Bellezza sarebbe opportuno che questo piano venisse redatto dalla Regione e pubblicizzato dai candidati come il punto principale del proprio programma.

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