Luisa Lantieri: "Una politica innovativa per gestire il personale" - QdS

Luisa Lantieri: “Una politica innovativa per gestire il personale”

Gaia Perniciaro

Luisa Lantieri: “Una politica innovativa per gestire il personale”

sabato 25 Febbraio 2017

Forum con Luisa Lantieri, assessore regionale Autonomie locali e Funzione pubblica

La Regione ha stabilizzato i lavoratori precari. Come si è giunti a questo percorso? 
“Con la Legge regionale 27/2016 si è voluto affrontare in maniera chiara, e si spera definitiva, una problematica che va avanti da diversi anni e che ha creato parecchia discriminazione. Parliamo di 16 mila precari che provengono dal bacino degli ex art. 23, l’articolo della legge Finanziaria nazionale del 1988. Lavoratori che la Regione siciliana e anche parecchi Enti e Comuni hanno già stabilizzato. Un bacino di precari ultra-ventennali. Da subito, appena insediata, ho lavorato con i miei collaboratori per trovare e proporre delle soluzioni al problema, confrontandomi frequentemente con il Governo nazionale. Abbiamo avuto la forza e il coraggio, insieme al presidente Crocetta, di proporre un percorso di stabilizzazione e di garanzia per lavoratori ormai più che cinquantenni e quasi prossimi alla pensione. La Legge è passata  indenne dal Consiglio dei ministri e questo è un buon risultato”.
Mobilitazione unanime della classe politica siciliana, che snobba però 386 mila disoccupati siciliani. Perché queste sperequazione?
“Non metterei le due situazioni sullo stesso piano. I precari degli Enti locali lavorano da più di due decenni con proroghe quasi a cadenza annuale e garantiscono anche dei servizi essenziali nei vari Comuni, quale per esempio il sevizio di Polizia urbana. Questo non è un bacino costituito da ‘disoccupati privilegiati’, ma direi da ‘quasi occupati’: andava fatto un intervento risoluto per garantire anche a loro i diritti dei lavoratori ordinari. Il grosso dilemma del numero dei disoccupati in Sicilia sta a cuore a tutti i politici, presidente della Regione e sottoscritta in primis. La competenza delle misure è in capo agli assessorati Lavoro e Formazione professionale”.
Quali criteri prevede la Legge per la stabilizzazione?
“Entro dicembre del 2018 gli Enti dovranno procedere alla stabilizzazione del personale, in base ai vuoti in organico. Qualora non si riesca a trovare la stabilizzazione presso gli stessi Enti, il personale può essere stabilizzato, previo libero consenso del lavoratore, presso la Resais (o un altro apposito ente regionale). È pure prevista la possibilità di lasciare il bacino con l’erogazione di una ‘buonauscita’”.
I tempi di applicazione?
“In prima battuta è necessario ricollocare presso i Comuni il 15% del personale delle ex Province che viene stimato in mobilità. L’abolizione dei costi delle ex Province prevede un taglio sul personale di almeno il 15%. Questi dipendenti devono essere messi in mobilità e trovare allocazione presso gli uffici dello Stato e soprattutto presso i Comuni”.
Uno dei problemi più gravi della Regione è una distribuzione del personale che spesso si traduce in situazione di sovraffollamento o, al contrario, di scopertura. In che condizioni è il suo assessorato?
“Abbiamo una situazione di sovraffollamento degli uffici periferici e, di contro, esistono forti carenze di personale in dipartimenti centrali strategici, come per esempio quello delle Autonomie locali, con appena sessanta unità e tutti i Comuni della Sicilia di cui occuparsi. La mia idea è che occorre pensare a una nuova politica sul personale, che dia stimoli e incentivi e soprattutto motivazioni. Mi auguro che nel mio mandato io abbia il tempo di occuparmi del rinnovo contrattuale. Senza aspettare che sia sempre lo Stato a dettare i percorsi, vorrei provare a proporre al tavolo con le parti sociali un nuovo modello di dipendente regionale e un sistema che preveda il riconoscimento di meritocrazia e del diritto di carriera. Spero di trovare nei sindacati con cui mi devo confrontare proposte innovative”.
Cosa pensa di chi abusa dei benefici della Legge 104?
“Ritengo necessario stanare i furbetti, quelli che prendono i benefici della Legge 104 per il parente che accudiscono solo ‘formalmente’. Deve essere condotta una lotta forte agli abusi. Di contro, va garantito il diritto a chi ha effettiva necessità. Avere un figlio, un genitore che ha bisogno di essere assistito non è un piacere. Dobbiamo corroborare chi ha queste necessità. Posso anche comprendere chi gode della licenza per la legge 104 nella giornata di rientro pomeridiano perché chi deve pensare al figlio disabile non può stare dieci ore fuori casa”.
 
Parliamo di Legge elettorale: il presidente dell’Ars, Ardizzone, ha promesso una legge di interpretazione autentica che dovrebbe chiarire alcuni aspetti rimasti oscuri, come la sfiducia al sindaco e la decadenza dei Consigli comunali. Si prospetta l’ennesimo pasticcio in salsa siciliana?
“Un emendamento approvato dall’Aula, all’art. 5 della Legge regionale 17/2016, recante norme sulla cessazione degli organi comunali, prevede che la cessazione del Consiglio comunale per qualunque causa comporti la decadenza del sindaco e della rispettiva Giunta. Una querelle è nata sull’aspetto temporale dell’applicazione della norma. Il successivo comma sancisce che l’applicazione della norma sulla cessazione degli organi in questione entri in vigore a decorrere dal primo rinnovo degli organi comunali. Vi sono state parecchie polemiche, perché taluni ritengono che la disposizione normativa vada applicata, se si pone la fattispecie, da subito. In accordo con il presidente della Regione ho chiesto un parere al Cga, che ha stabilito che la norma de quo, come tutto il resto delle nuove disposizioni, trovano applicazione al primo rinnovo degli organi comunali. Il governo regionale, a tal proposito, ha approvato una delibera di Giunta che ratifica e corrobora la posizione del mio assessorato, che è quella di attenersi al parere del Cga”.
 
Liberi Consorzi: la legge 5/2015 ha eliminato il costo politico, ma non burocratico, delle ex Province. Cosa ci ha guadagnato la Sicilia?
“Proprio di recente, insieme a una delegazione della Commissione Affari istituzionali e al capogruppo del Pd, in sintonia con il presidente Crocetta, abbiamo avuto un confronto a Roma con il ministro degli Affari regionali Costa sul tema delle ex Province. Come Governo si era deciso di andare avanti con le elezioni di secondo livello previste nella Legge regionale che ha recepito la Delrio. Con il presidente Crocetta si era pensato, e la Giunta ha deliberato in questo senso, di chiedere all’Ars un rinvio soltanto per le elezioni delle Città metropolitane, vista la quasi coincidenza con le elezioni amministrative di Palermo. Un emendamento presentato dall’opposizione e approvato dall’Aula ha invece rinviato tutte le elezioni, sia quelle delle Città metropolitane che quelle dei Liberi consorzi, a dicembre 2017. Il dibattito in corso e il motivo dell’incontro con il ministro Costa riguarda la possibilità di reintrodurre per i Liberi Consorzi e per almeno i Consigli delle città metropolitane un sistema elettorale a suffragio diretto. Sicuramente sono stati tagliati i costi della politica, ma sono venuti meno alcuni servizi essenziali e anche la partecipazione diretta dei cittadini. Contestualmente ai tagli, occorreva e ancora bisogna pensare chi deve esercitare i servizi essenziali che erano in capo alle ex Province. Vi sono dei servizi che oggi credo non svolga nessuno. Abbiamo avuto un confronto con il Governo centrale sulla richiesta alle ex Province di contributo per la compartecipazione al risanamento della finanza pubblica nazionale a fronte di un’esclusione dall’assegnazione di fondi. Notizia dell’ultima ora è che il Governo nazionale finalmente, dopo anni, ha riconosciuto di inserire  le ex Province siciliane nella quota di riparto per almeno 70 milioni di euro”.

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