Finanziaria, l'Ars se la prende comoda - QdS

Finanziaria, l’Ars se la prende comoda

Raffaella Pessina

Finanziaria, l’Ars se la prende comoda

venerdì 03 Marzo 2017

Attività legislativa paralizzata: Sala d’Ercole si riunirà il 14 marzo. Intanto sui deputati regionali piomba il pericolo ineleggibilità

PALERMO – Resteranno chiusi fino al 14 marzo i battenti di Sala D’Ercole, dove si riunisce il Parlamento regionale. In quella giornata si dovrebbe cominciare a discutere di Finanziaria e Bilancio preventivo per il 2017. Non sono bastati infatti i due mesi di esercizio provvisorio (gennaio e febbraio) per un’Assemblea che non riesce a trovare la quadra sugli ultimi documenti finanziari di questa legislatura.
 
Resta quindi un altro mese, ma si potrà utilizzare al bisogno anche il mese di aprile, poiché per regolamento l’esercizio provvisorio si può prolungare per quattro mesi, strada che è stata praticata negli anni passati. Diciamo un altro mese, ma in realtà a disposizione vi saranno solo 15 giorni perchè i lavori d’Aula cominceranno solo il 14 marzo. Le carte della Finanziaria sono state rimaneggiate più e più volte, perchè in un primo tempo, nel mese di dicembre 2016, il presidente Crocetta aveva fatto pervenire agli uffici dell’Assemblea regionale una legge molto lineare e concisa. A gennaio però, sempre il governo regionale, ha annunciato la redazione di un maxiemendamento che comprende un corposo gruppo di leggi e aggiustamenti e che in pratica andava a riscrivere tutta la Finanziaria.
Da quel momento, sia l’opposizione ma anche pezzi di maggioranza, sono entrati in polemica temendo l’inserimento di leggi che nulla avrebbero a che fare con  una manovra finanziaria, e che potrebbero essere utili alle future campagne elettorali per il rinnovo, previsto in autunno, del Parlamento regionale.
Intanto in commissione legislativa Territorio e Ambiente è stato approvato il Ddl di riordino della governance del sistema dei rifiuti in Sicilia. Soddisfatta la presidente della commissione Mariella Maggio del Pd: “Possiamo finalmente dare un assetto stabile al settore dal momento che la precedente ‘legge 9 del 2010’, di fatto non è mai entrata a regime”. “Con questa legge – prosegue Maggio – si prevedono nove Bacini territoriali di affidamento nell’Ambito regionale, misure a tutela dei lavoratori e disposizioni per disciplinare il passaggio alla gestione pubblica. Per troppi anni il sistema dei rifiuti in Sicilia ha prodotto dissesti finanziari, problemi ambientali e disservizi ai cittadini: ci aspettiamo – ha concluso il presidente della commissione – che con queste norme si possa finalmente riorganizzare il settore sia sotto il profilo gestionale che amministrativo”.
Meno soddisfatto il Movimento cinquestelle all’Ars. “Un disegno di legge che si propone solo a parole – spiegano Trizzino, Ciancio e Foti – di recepire la disciplina dell’economia circolare, la nuova frontiera in materia di tutela dell’ambiente imposta dall’Unione europea” Al Movimento, in commissione, è stato bocciato un emendamento che proponeva il divieto di smaltimento o incenerimento dei rifiuti riusabili e riciclabili; norme che, in realtà, già esistono in altre regioni. “In definitiva – concludono Trizzino e Ciancio – la riforma approvata oggi non introduce nulla di nuovo rispetto al passato, ma lascia la Sicilia in una condizione emergenziale che solo una reale pianificazione del territorio potrà far superare”. Il prossimo passaggio per il disegno di legge sarà in commissione Bilancio per la relativa copertura finanziaria e quindi in Aula per l’approvazione definitiva. Ma con i tempi che corrono e le elezioni alle porte, ci si chiede quale legge si riuscirà ad approvare prima della fine della legislatura. Non sono bastati infatti due mesi per la Finanziaria e probabilmente si arriverà a tre.
Nel frattempo potrebbe scoppiare una vera e propria bomba a Palazzo dei Normanni sulle cause di ineleggibilità dei deputati. Ieri su questo argomento  si è tenuta una conferenza stampa con il deputato Pino Apprendi e i suoi legali che hanno spiegato come “il Parlamento regionale rappresenta l’unico caso in tutta Italia, Regioni a statuto speciale incluse, a non aver adeguato la sua legge elettorale a quella nazionale in tema di eleggibilità, decadenza e incompatibilità dei componenti”.
Attualmente, le cause accolte dalla legge elettorale vigente in Sicilia, che provocano l’esclusione dall’Assemblea, sono legate alle condanne penali, mentre non sono mai stati inseriti i reati di evasione fiscale o danno erariale, come prevede invece la legge nazionale numero 154 del 1981. Per questo motivo il deputato Francesco Riggio, condannato per la prima volta dalla Corte dei Conti per danno erariale (vicenda Ciapi), non è comunque decaduto. è decaduto in seguito per la condanna penale e a gennaio 2016 il suo successore Pino Apprendi, ha potuto prenderne il posto a Palazzo dei Normanni. Il suo studio legale ha comunque fatto ricorso alla Corte Costituzionale perché l’Ars si adegui a questa legge. Nel caso di sentenza positiva, sarebbero non pochi i deputati che non si possono ricandidare. Su questo argomento Apprendi ha annunciato la presentazione di un disegno di legge. “Un deputato non può derubare l’organismo per cui lavora e che dovrebbe rappresentare, e rimanere in carica continuando ad avere la possibilità di legiferare. È un fatto gravissimo sul quale non si può più sorvolare”, ha concluso Apprendi.

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