Una politica negligente e inadeguata soffoca la giustizia amministrativa - QdS

Una politica negligente e inadeguata soffoca la giustizia amministrativa

Gaspare Ingargiola

Una politica negligente e inadeguata soffoca la giustizia amministrativa

sabato 04 Marzo 2017

Gli Enti pubblici giocano allo scaricabarile e così si moltiplicano i ricorsi che ingolfano gli uffici. Inaugurato l’anno giudiziario del Tar Sicilia, alla presenza del presidente Ferlisi

PALERMO – Gravi carenze in organico, leggi sempre più astruse, l’irrisolta questione dell’assistenza ai disabili e, malgrado tutto, lo smaltimento dell’arretrato. Emergono più ombre che luci dalla relazione del presidente del Tar Sicilia Calogero Ferlisi, diffusa in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2017.
Il quadro della giustizia amministrativa è stato descritto come “confuso”, “opaco” e “molto preoccupante” con “un continuo accavallarsi di norme” che “cambiano registro ogni sei mesi” nell’assenza “di controlli interni”. “In Italia – ha tuonato Ferlisi – ogni Comune fa una cosa diversa, perché gli Enti locali non hanno punti di riferimento e la legalità non interessa a nessuno”.
Citato, a tal proposito, il caso emblematico dell’assistenza scolastica e personale ai disabili: nell’incertezza normativa “nessuno è responsabile dei ritardi” e così i ricorsi si moltiplicano, con un contenzioso enorme che costa milioni di euro alle casse pubbliche. “Da anni – ha spiegato il presidente del Tar Sicilia – assistiamo a ricorsi che vengono sempre persi dall’Amministrazione pubblica, con il Tar che dà ragione ai genitori con figli disabili. Non si capisce perché si sia creato questo sistema, cioè ‘rivolgiti all’avvocato’. Il Tar condanna e quello che prima del ricorso costava uno, dopo il ricorso costa cinque. Soldi che paga sempre la collettività”. Dei 3.563 ricorsi ordinari introitati nel 2016 “ben 650 sono relativi alla materia del sostegno didattico agli alunni disabili di competenza dell’amministrazione scolastica statale e ai servizi relativi all’assistenza alla persona da parte degli Enti locali”.
Sull’argomento Ferlisi ha attaccato duramente la politica: “Occorrerebbe un maggiore impegno degli organi amministrativi di vertice dei settori interessati, evitando di scaricare la problematica sul giudice amministrativo, chiamato a svolgere un ruolo di supplenza che rischia di travolgere le poche risorse logistiche e di personale, amministrativo e magistratuale, disponibili”.
Altro esempio eloquente è il nuovo Codice degli Appalti: “Pur salutato come esempio di semplificazione – ha spiegato Ferlisi – si sta già articolando in una complicata ragnatela di norme secondarie e direttive e sta per essere sottoposto a un sostanzioso decreto con circa 245 correzioni in ben 84 articoli sui 220 che lo compongono”.
Enti che fanno scaricabarile, politica negligente, confusione normativa: in questo scenario il compito del giudice diventa sempre più complesso e gli operatori del diritto invocano una semplificazione: “Meno leggi e più amministrazione – è la richiesta di Ferlisi – con maggiore chiarezza a livello regolamentare o amministrativo e comunque buone e consolidate prassi amministrative”.
La situazione è ulteriormente complicata dalle già accennate carenze in organico e dal blocco delle assunzioni: “Il tasso di produttività del Tar Sicilia Palermo – ha detto Ferlisi – si è mantenuto, nell’anno trascorso, ben elevato, sebbene si sia assottigliato il numero di magistrati, personale e mezzi. E con gli effetti del cosiddetto turn over le criticità si sono aggravate”. Attualmente, la magistratura conta su 18 unità più il presidente, “ma i posti coperti formalmente sono solamente 13”. E anche per quanto riguarda gli amministrativi “sono coperti 29 posti a fronte di un’esigenza di 34 oltre il segretario generale”.
Nonostante ciò, a Palazzo Benso procede l’abbattimento dell’arretrato: “Nel corso del 2016 – ha spiegato il presidente – abbiamo svolto un notevole lavoro sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo”. I ricorsi pendenti dal 2012 al 2016 si sono ridotti di circa un terzo. “Il complesso dei ricorsi sopravvenuti nel 2016 – ha spiegato Ferlisi – è di 3.563, dato nella media tra i 2.497 del 2012 e i 3.966 del 2015. Sono stati definiti 4.936 procedimenti a fronte di 3.563 ricorsi sopravvenuti, con un abbattimento dell’arretrato di 1.400 unità. Dunque, a fronte di 11.388 ricorsi pendenti all’1 gennaio 2016, se ne contano al 31 dicembre 2016 solamente 9.988”.
Infine, un giudizio positivo è stato espresso sulla collaborazione con la Giunta Orlando sulla contestata Ztl: Ferlisi ha rilevato “un’equilibrata e provvida interazione tra giurisdizione e amministrazione”, che ha permesso di giungere “a un più armonico rapporto tra tutti gli interessi sottesi a una così delicata vertenza, nel pieno rispetto dei limiti del giudizio di legittimità e quindi dell’insindacabilità delle scelte di esclusiva competenza della Pa”.

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