Cancelleri come Di Maio: "Pronta delibera che equipara le pensioni dei parlamentari a quelle dei cittadini" - QdS

Cancelleri come Di Maio: “Pronta delibera che equipara le pensioni dei parlamentari a quelle dei cittadini”

Paola Giordano

Cancelleri come Di Maio: “Pronta delibera che equipara le pensioni dei parlamentari a quelle dei cittadini”

mercoledì 08 Marzo 2017

Bocciato emendamento M5s a Finanziaria che prevedeva taglio ad indennità e vitalizi per 10 mln l’anno. I pentastellati ci riprovano. “Abbiamo chiesto incontro con Ardizzone, il Consiglio di Presidenza dovrà solo votarla, firmarla e approvarla”

PALERMO – In Sicilia i privilegi sono duri a morire. È stato infatti bocciato pochi giorni fa l’emendamento del M5s siciliano che operava una non indifferente sforbiciata ai tanto contestati vitalizi goduti dagli ex deputati regionali, rendite che ammontano a circa 17 milioni di euro all’anno. “Prevedevamo un taglio – spiega al QdS il presidente del gruppo parlamentare pentastellato all’Ars, Gancarlo Cancelleri – del 30 per cento, che ci avrebbe fatto recuperare circa 5 milioni e 100 mila euro, ed una decurtazione degli stipendi dei parlamentari in carica da 11 mila e 100 a 7 mila euro lordi, che ci avrebbe procurato un risparmio di circa 4 milioni e 400 mila euro. Si sarebbe arrivato in totale, tra le due mosse, a racimolare la considerevole cifra di 10 milioni di euro, che avevamo destinato ad incrementare il Fondo regionale per le disabilità, il quale, in questo modo, da 36 sarebbe potuto passare a 46 milioni di euro”.

On. Cancelleri, la bocciatura è un sintomo di cattiva volontà politica?

“Questa bocciatura è più che altro l’emblema di un certo tipo di politica che ancora si protegge e non si vuole estinguere. È stupida la loro idea di arroccarsi dentro il fortino cercando di mettere in campo questa difesa estrema. Ormai stanno per capitolare. Se il M5s dovesse vincere le elezioni, la prima legge che varerà sarà proprio quella del taglio degli stipendi e dei vitalizi, perché dobbiamo dare un segnale alla gente: nel momento in cui la Sicilia sarà chiamata a fare dei sacrifici per ripartire, i primi a farli dovranno essere i politici, che invece sono stati quelli che non hanno mai pagato nulla. Questo deve essere davvero il cambio di passo, perché se vuoi avere un minimo di credibilità devi rinunciare al grasso che cola, e devi cominciare dal tuo grasso che cola, e nello specifico da queste prebende”.
A proposito della questione disabili, il sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali, Luigi Bobba, ha fatto sapere che “le risorse relative al Fondo per le non autosufficienze per il 2016 sono state erogate al termine dell’anno alle sole regioni che hanno presentato la programmazione richiesta; la Sicilia non è tra queste”. Chi doveva redigere il piano? E chi doveva controllare che il piano venisse redatto?
“Sul Fondo per le non autosufficienze credo che alla Sicilia fossero stati destinati 32 milioni di euro che potevano essere una parte della soluzione. Come tante altre cose, non abbiamo presentato assolutamente nulla come Regione siciliana. Chi lo doveva fare? Ovviamente, l’assessorato alla Famiglia e alle Politiche sociali attraverso i propri Dipartimenti. È ovvio che non è colpa del burocrate ma è della politica, che non innesta l’input per avviare le pratiche. Chi doveva controllare? Sicuramente il Presidente della Regione dovrebbe avere una supervisione di ciò che avviene all’interno degli Assessorati. La domanda è sempre questa: chi c’è in questo momento al governo? La risposta è l’incapace di turno, la persona che non si interessa ai problemi reali piuttosto che Rosario Crocetta. Scegline una delle tre, il risultato sarà sempre lo stesso”.
Tornando alla questione dei vitalizi duri a morire, perché non si presenta un’iniziativa ad hoc, seguendo la stessa strategia di Di Maio?
“A proposito di questa questione, abbiamo chiesto proprio giovedì scorso un incontro al Presidente Ardizzone. Il M5s è l’unica forza fra le più grandi che sono presenti in Parlamento come gruppo parlamentare a non essere rappresentata all’interno del Consiglio di Presidenza. Noi non abbiamo nessuno che rappresenti la nostra posizione quindi non possiamo votare, non possiamo esprimere pareri, non possiamo proporre neanche punti all’ordine del giorno da trattare. Io credo che sia arrivato il momento di chiedere ad Ardizzone – come abbiamo fatto – un incontro ufficiale proprio per illustrargli quella che è una proposta di delibera. Noi gli porteremo una delibera già pronta, finita; loro devono semplicemente metterla in votazione, firmarla e approvarla. La legislatura in corso – che il 6 maggio farà 4 anni sei mesi e un giorno – si porterà a casa questi vitalizi travestiti da pensione, perché loro le chiamano pensioni contributive; in realtà versando contributi per 5 anni, a 65 anni percepisci mille euro lordi oppure ogni anno che fai in più abbassi l’età in cui andrai in pensione fino ad arrivare a fare il deputato per 10 o a 15 anni andando in pensione con 2 o 3 mila euro ma a 60 anni. Ecco, noi crediamo che questa sia una cosa fortemente iniqua: se le leggi per i cittadini normali prevedono che tu debba lavorare 40 anni e che in pensione ci si vada a 67 anni, ebbene, deve avvenire la stessa cosa anche per i politici. Cosa proponiamo in soldoni? Che gli anni che tu passi a fare il parlamentare vengano versati nell’istituto previdenziale che tu, come deputato, indichi. Quindi se io ho una posizione Inps o se ho una posizione in un altro istituto previdenziale lo indico all’Assemblea regionale, che si occuperà di versarmi la quota di contributi mensili presso l’istituto da me indicato. Cosa accadrà? Che per andare in pensione dovrò lavorare 40 anni come lavorano tutti gli altri e che quei 5 anni che ho fatto il deputato (o 10 o 15 o 20 anni) saranno una porzione della mia pensione e dei miei contributi ma non mi daranno diritto ad un’altra pensione aggiuntiva. Questa mi sembra una cosa davvero di buon senso che soprattutto rende anche una giustizia sociale. Così togliamo un altro privilegio vergognoso”.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017