Renzi all'attacco: "Lavorare per il futuro" - QdS

Renzi all’attacco: “Lavorare per il futuro”

Carlo Alberto Tregua

Renzi all’attacco: “Lavorare per il futuro”

venerdì 17 Marzo 2017

Non pubblicare l’informazione di garanzia

Matteo Renzi al Lingotto di Torino, Andrea Orlando e Michele Emiliano, a Roma, hanno aperto la campagna elettorale per la corsa a segretario del Partito democratico.
Emiliano ha ben operato come sindaco di Bari, ed ha continuato la sua positiva azione come presidente della Regione Puglia. è uomo retto e capace anche se, paradossalmente, la sua figura di magistrato in aspettativa non gli consente di avere una visione prospettica del futuro del Paese, che deve essere basata su innovazione e competitività.
Andrea Orlando, attuale ministro della Giustizia, ha posto come suo cavallo di battaglia la rinascita dell’Ulivo, di quell’Ulivo che è stato la tomba di Romano Prodi, il quale pensava di poter tenere insieme persone tanto diverse per estrazione e cultura politica, come il parolaio rosso, Fausto Bertinotti, ed il vecchio democristiano Clemente Mastella.

Il triennio del governo Renzi ha attivato una serie di riforme utili che però non hanno ancora mostrato il proprio impatto sulla realtà socio-economica del Paese, perché la lentezza dei processi attuativi delle leggi impedisce che la volontà politica si traduca in atti concreti e in tempi europei.
La più importante riforma del governo e della maggioranza guidati da Renzi è stata quella riguardante la Costituzione, approvata per ben sei volte da Camera e Senato, con importanti novità che avrebbero comportato forti risparmi: trecentoquindici senatori a casa, decine di consiglieri e dipendenti del Cnel a casa, le Province a casa, e così via.
Renzi ha però commesso un errore imperdonabile, dovuto forse alla sua giovane età, nell’avere associato se stesso a questa importante riforma,  con il risultato di aver fatto unire tutte le opposizioni, da destra a sinistra. Le stesse hanno intossicato l’opinione pubblica, non già intervenendo sugli obiettivi che la riforma intendeva ottenere, quanto puntando il dito contro Renzi, per abbatterlo.
Il sessanta percento degli elettori ha abboccato all’amo, ma vi è stato pur sempre un quaranta percento  degli elettori che ha approvato la riforma. Proprio da quel quaranta percento Renzi è ripartito dopo alcuni mesi di silenzio.
 

Gli obiettivi su cui Renzi punta per la riconferma a segretario del Pd,  che poi saranno trasfusi nella campagna elettorale per le elezioni -sembra ormai pacifico avverranno nel 2018 – riguardano: investimenti pubblici in infrastrutture, lavori sulla fragilità idrogeologica del territorio, escludendo la relativa spesa dal deficit annuale, digitalizzazione della Pubblica amministrazione, trasformando tutte le carte in file, forte aumento della trasparenza di processi e provvedimenti amministrativi, pressante lotta alla dilagante corruzione che ormai ha permeato tutti i livelli pubblici.
La benemerita azione repressiva di Procure della Repubblica e Forze dell’Ordine non è sufficiente a combattere tale corruzione, mentre occorre creare gli anticorpi, come indicato da Raffaele Cantone, presidente Anac, al nostro forum pubblicato il 21 aprile 2015. E questi anticorpi sono rappresentati da organismi esterni che devono operare all’interno di ogni Pubblica amministrazione per scoprire i vasi di Pandora.

Renzi ha anche sottolineato come non siano più accettabili le esondazioni dei pubblici ministeri dalla loro importantissima funzione verso la politica, mediante quello strumento demolitorio denominato informazione di garanzia, chiamato però dai media avviso di garanzia.
Si tratta di uno strumento perverso perché interpretato dall’opinione pubblica esattamente al contrario della sua finalità: tutelare i cittadini, informandoli che vi sono indagini sul proprio conto, in modo da approntare le relative difese. Invece, essa è diventata un’informazione di colpevolezza. perciò, dice Renzi, occorre che tale informazione resti segreta per dire basta alle gogne mediatiche, fino a quando gli atti non arrivino al Gip, qualora la Procura intendesse formulare ipotesi accusatorie.
Soprattutto quando l’informazione di garanzia colpisce esponenti politici o istituzionali crea danno voluto o indotto. Altrettanto danno crea a personaggi, ma anche a cittadini comuni.
Basta, dunque, all’informazione di garanzia pubblicata: si tratta di un’esigenza civile indifferibile, anche per rispetto della Costituzione.

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