Andrea Orlando a Palermo: "Pd in Sicilia rischia una posizione di marginalità politica" - QdS

Andrea Orlando a Palermo: “Pd in Sicilia rischia una posizione di marginalità politica”

Raffaella Pessina

Andrea Orlando a Palermo: “Pd in Sicilia rischia una posizione di marginalità politica”

mercoledì 19 Aprile 2017

Il ministro della Giustizia nell’Isola in qualità di candidato a segretario nazionale alle primarie del 30 aprile. “Siamo diventati il partito dei notabili, se vogliamo sfidare le forze populiste dobbiamo dire la verità”

PALERMO – Primarie nazionali del Pd in primo piano anche in Sicilia con la visita ieri a Palermo del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, candidato alla segreteria del partito. Il ministro ha colto l’occasione per rendere omaggio, nel luogo della strage, alla lapide commemorativa in memoria di Pio La Torre e Rosario Di Salvo, in via li Muli, nella quale ha deposto una corona di fiori. Alla cerimonia in ricordo dell’ex segretario regionale del Pci e del suo collaboratore, uccisi dalla mafia il 30 aprile del 1982 erano presenti anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, il prefetto di Palermo Antonella De Miro, il segretario provinciale del Pd di Palermo, Carmelo Miceli e il presidente del centro Pio La Torre, Pietro Lo Monaco.
Orlando ha parlato anche delle primarie spiegando che le stesse rischiano di entrare nella clandestinità.  “Non c’è alcuna iniziativa del partito per promuovere la giornata – ha ribadito – non c’è alcuna campagna di informazione e Renzi si sottrae ai confronti televisivi, ne è previsto solo uno. Il rischio molto grave, che vedo, è che si vada verso un calo dell’affluenza rispetto alle primarie precedenti”.
Il ministro Orlando ha poi affrontato la vicenda del Pd siciliano, il quale si trova in una situazione particolare in riferimento anche alla competizione elettorale per il rinnovo del sindaco di Palermo. “La candidatura di Leoluca Orlando a Palermo la vedo molto competitiva e forte”, ha detto, ed ha aggiunto: “Quello su cui ho espresso le mie perplessità è sul modo in cui il Pd partecipa alla coalizione, perché penso che una serie di difficoltà che si sono accumulate nel tempo, lo costringano oggi a una posizione di marginalità politica, non congrua per un partito che è il perno del centrosinistra e la principale forza di governo del Paese”. “L’idea di fare una lista – ha continuato- con esponenti di altre forze politiche che vengono da schieramenti fino a qualche anno fa contrapposti mi pare che possa disorientare i cittadini. Questo è un elemento che ho sottolineato nonostante riconosca la piena legittimità di questa iniziativa, ma abbia forti dubbi sull’opportunità”. “Dovevamo essere il partito del nuovo millennio, siamo diventati il partito che replica pratiche della democrazia prefascista, siamo diventati il partito dei notabili”. “Le condizioni economiche del paese sono difficilissime e una forza politica che vuole sfidare forze populiste deve dire la verità – ha concluso – E la verità è che per uscire da una situazione così grave c’è bisogno di tanti sforzi. Dobbiamo dare un messaggio alla società, ricostruire il rapporto con la società con parole nuove; essere il partito che sa ricomporre questa Italia lacerata”.

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