Politica delle riforme e rigore finanziario - QdS

Politica delle riforme e rigore finanziario

Raffaella Pessina

Politica delle riforme e rigore finanziario

mercoledì 16 Dicembre 2009

Forum con Giuseppe Lupo, segretario regionale Partito Democratico

PALERMO – Come si pone il nuovo Partito Democratico con la gestione Bersani  a livello regionale?
“Io penso che il progetto originale del Partito Democratico vada rilanciato. Infatti non c’è una vera discontinuità rispetto alla segreteria di Veltroni, c’è solo un modo diverso di interpretare il progetto. A livello regionale ci troviamo davanti ad uno scenario politico assolutamente inimmaginabile fino a qualche mese fa, per il verificarsi di questa frattura molto profonda nel centrodestra. L’ho detto in Aula: la causa scatenante della crisi del “Lombardo bis” è stata  che il Pdl ha votato contro il Dpef, ma le ragioni vere non le conosce nessuno.
Il Pdl votando contro il documento finanziario sapeva che avrebbe scatenato una crisi di governo. Su questo il dibattito parlamentare non ha fatto chiarezza. L’unica chiarezza è stata quella dell’intervento di Lombardo in aula con il quale ha tracciato un quadro politico di discontinuità rispetto ai suoi due governi precedenti. Noi verificheremo cosa farà e come intende muoversi.
Lombardo ha anche fatto una critica molto aspra sia al Pdl  sia all’Udc e ha detto parole di critica abbastanza dure contro il Governo nazionale. Io penso mettendo sullo stesso piano, ingenerosamente, l’operato dell’ultimo governo di centro sinistra con quello di centro destra e su questo non sono assolutamente d’accordo. Faccio solo un esempio: con il Governo Prodi eravamo riusciti ad avere pronto un Piano di rilancio della Fiat di Termini Imerese che ne raddoppiava la capacità produttiva e l’occupazione diretta e indotta.
Con il Governo Berlusconi parliamo invece di chiusura o quasi dello stabilimento. Un altro esempio è lo scippo dei fondi Fas che il Governo Berlusconi Tremonti ha fatto alla Sicilia, mentre il Governo Prodi ha fatto il contrario. Il Partito Democratico valuterà quelle che saranno le proposte ufficiali del presidente della Regione.
C’è stato un passo importante da parte di Lombardo: la rottura vera con il centrodestra. Valuteremo anche la coerenza dei fatti rispetto alle cose che ha detto. Io penso che il presidente della Regione debba dire in maniera più esplicita come intende affrontare  questo piano di riforme, e noi faremo le nostre valutazioni. Il problema è che ha indicato una via per seguire le riforme ma non ha ancora con chi farle”.
Quali sono le priorità legislative per il Partito Democratico?
“Come gruppo parlamentare chiederemo che l’esercizio provvisorio per i primi mesi del 2010 non serva a realizzare interventi clientelari, che nulla hanno a che vedere con l’urgenza di approvarli subito. Se l’esercizio provvisorio sarà più o meno quello dell’anno scorso, lo approveremo anche quest’anno. Vanno pagati gli stipendi e affrontate le spese minime. L’altra norma che penso approveremo, riguarda la proroga dei contratti dei lavoratori precari, senza allargare il bacino del precariato.
è necessario garantire il lavoro anche per i primi mesi dell’anno successivo per chi ha un contratto che scade il 31 dicembre 2009 . Poi restano i nodi veri: come il presidente della Regione intenda affrontare finanziaria e bilancio, e sarà qui che servirà una vera maggioranza. La stessa cosa vale per il Piano strategico di sviluppo che, considerata la disponibilità dei fondi Fas e dei fondi strutturali, è assolutamente urgente.
La Sicilia dispone di circa 10 milioni di euro, non si può rischiare di spenderli in maniera disorganica, polverizzando la spesa. C’è bisogno di una programmazione seria, orientata ad un modello di sviluppo della Sicilia, che deve essere basato sulle infrastrutture, ma c’è bisogno anche di qualche indicazione più precisa. Se puntiamo a valorizzare le zone interne, c’è bisogno di un certo tipo di infrastrutture, se invece si vuole potenziare la ricettività turistica della Sicilia costiera, ci vuole altro. Un piano integrato d’infrastrutture dovrebbe essere connesso ad una idea chiara, ad un modello di sviluppo economico della Sicilia con il quale bisogna decidere su quali settori puntare”.
 

 
Dialogo fra maggioranza e opposizione sui programmi ridefinizione del Pears e riduzione emissioni inquinanti

Sviluppo e investimenti dell’Isola. Quale riforme il Governo regionale deve adottare per far ripartire l’economia siciliana?
“La Regione Siciliana ha una enorme quantità di risorse disponibili, ma non ha un Piano d’investimenti vero”. Non si deve ripetere l’errore di Agenda 2000 dov’è avvenuto il finanziamento d’iniziative che alla fine non hanno determinato una vera crescita della Sicilia. Ho programmato una serie di iniziative ed incontri per approfondire i singoli temi con le associazioni produttive, per definire le priorità dell’agenda politica che vogliamo portare al confronto con gli organi regionali. Il Partito Democratico è interessato a sviluppare con Lombardo un confronto sulle riforme: va rivisto il Piano energetico regionale. La Sicilia ha bisogno anche di un nuovo Piano di risanamento ambientale. Non si può parlare solo di rigassificatori, è riduttivo. Servono investimenti ingenti per l’abbattimento delle emissioni inquinanti. Questo vale anche per tutte le centrali elettriche della Sicilia, se non si chiude l’anello dell’alta tensione, continueremo ad essere a rischio black out. Bisogna attuare gli investimenti sugli impianti di produzione termoelettrica, abbattere le emissioni inquinanti e attuare un piano di riconversione delle centrali: investire di più sull’idroelettrico e affrontare il tema dell’industria chimica. Serve insomma un nuovo approccio integrato, che se, fatto bene, diventare anche un piano di sviluppo ecocompatibile che guarda anche a valorizzare il settore industriale salvaguardando la salute della gente. Bisogna però indurre le grandi aziende ad investire al Sud. 

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