Pagamenti, imprese siciliane lumache d'Italia - QdS

Pagamenti, imprese siciliane lumache d’Italia

redazione

Pagamenti, imprese siciliane lumache d’Italia

venerdì 12 Maggio 2017

Analisi di Cribis sul primo trimestre 2017: un quinto delle fatture sono state saldate con ritardo grave (oltre 30 giorni). Solo il 19,5% delle aziende dell’Isola ha saldato puntualmente i propri fornitori. Un risultato molto lontano dalla media nazionale (35,6%) e inferiore anche al resto del Mezzogiorno (23,2%)

PALERMO – Le imprese siciliane sono delle cattive pagatrici. Quelle che operano nella provincia palermitana, stando ai dati aggiornati a fine marzo 2017, si posizionano al sesto posto in Sicilia e 105esime in Italia in tema di puntualità nei pagamenti commerciali. Il 18,9% infatti ha saldato puntualmente le fatture, mentre il 58,4% ha regolato i conti con un ritardo fino a 30 giorni dai termini concordati e il 22,7% oltre i 30 giorni. Una performance inferiore sia alla media regionale (19,5% di pagamenti puntuali) sia – in misura ancora più evidente – di quella nazionale (35,6%). Inoltre, i ritardi gravi sono passati dall’11,1% del 2010 all’attuale 22,7%. È quanto emerge dallo Studio pagamenti realizzato da Cribis, la società del Gruppo Crif specializzata nelle business information, che ha analizzato i comportamenti di pagamento delle imprese siciliane nel primo trimestre 2017.
Entrando nel dettaglio delle singole province, le imprese di Ragusa sono le più puntuali della Regione con una percentuale di pagamenti virtuosi pari al 21,9%. Seguono Trapani (20,7%), Caltanissetta (20,6%), Catania (20,3%), Agrigento (19,1%), Palermo (18,9%), Enna (18,7%), Siracusa (18,1%) e Messina (17,9%).
A livello regionale le imprese siciliane sono le meno puntuali d’Italia nei pagamenti commerciali. Solamente il 19,5% delle imprese locali infatti, dati aggiornati a fine marzo 2017, ha saldato puntualmente i propri fornitori. Puntuale dunque solo una impresa su cinque. Un risultato, quello siciliano, inferiore sia alla media dell’area Sud e Isole (pari al 23,2%) sia nettamente alla media nazionale, lontana quindici punti percentuali (35,6%).
Altre cattive notizie, secondo quanto emerge dallo Studio Pagamenti realizzato da Cribis, arrivano dai ritardi gravi, le fatture saldate oltre 30 giorni dopo i termini pattuiti, uno dei principali indicatori dello stato di salute delle imprese: ben il 21,7% dei pagamenti sono arrivati con grave ritardo.
Peggio a livello nazionale ha fatto solo la Campania (22% di pagamenti oltre il mese), contro il 12% della media nazionale. Tuttavia, il trend più recente invita a ben sperare per il futuro, dal momento che in un solo anno i pagamenti puntuali sono cresciuti del 4,3% e i ritardi gravi sono scesi 13,5%.
“Le imprese siciliane, come evidenziano i nostri dati – commenta Marco Preti, amministratore delegato di Cribis -, sono le meno puntuali d’Italia nel saldo delle fatture nei confronti dei fornitori a causa delle difficoltà a smaltire gli effetti di una congiuntura economica che è stata negativa per molti anni. Inoltre un’impresa su cinque paga con grave ritardo, due dati che rendo le imprese siciliane poco affidabili”.
“Tuttavia – prosegue Preti – nell’ultimo anno ci sono stati segnali che fanno presagire un’inversione di rotta. Il calo dei pagamenti oltre il mese di ritardo va sicuramente interpretato come un indicatore del miglioramento dello stato di salute delle imprese siciliane. Anche i fallimenti, altro importante indicatore, mostrano infatti ormai da un paio d’anni una costante riduzione”.
“Le stesse aziende però – conclude l’ad di Cribis – mettono in evidenza che in questi anni hanno dovuto fronteggiare una situazione difficile, caratterizzata da una riduzione del giro d’affari e una crescita dei ritardi nei pagamenti e degli insoluti”.

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