Precari, Faraone dimentica l'Intesa Stato-Regione - QdS

Precari, Faraone dimentica l’Intesa Stato-Regione

Raffaella Pessina

Precari, Faraone dimentica l’Intesa Stato-Regione

giovedì 25 Maggio 2017

Il sottosegretario sollecita governo su stabilizzazione ma è Roma a decidere. L’Ars ritarda recepimento legge Madia previsto dal documento

PALERMO – Suscitano perplessità le dichiarazioni del sottosegretario Davide Faraone in merito alla necessità, da parte della Regione e dell’Assemblea regionale siciliana, di affrettare la stabilizzazione dei precari siciliani. Infatti tali dichiarazioni non coincidono con le indicazioni che il governo nazionale ha dato alla Sicilia, cioè quella di attendere. Recentemente il Consiglio dei ministri aveva approvato il testo unico sul pubblico impiego che comprende anche le regole sulle stabilizzazioni.
 
La Regione Sicilia aveva approvato nel dicembre scorso una norma per provvedere a stabilizzare quasi 14 mila precari, ma è stato allora che Roma ha posto lo stop. Il motivo è stato quello di voler far partire contemporaneamente le due leggi, nazionale e regionale, armonizzandole. Infatti la legge Madia prevede le stabilizzazioni a partire dal 2018, la regionale dal 2017.
 
Ma non possiamo dimenticare che nel patto sottoscritto dal presidente Crocetta con Roma nel giugno del 2016, la Sicilia si è impegnata a recepire in toto la legge Madia, vanificando di fatto qualsiasi altra legge regionale che tratta tale materia. Ma andiamo ancora più avanti: con sentenza 251/2016 la corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la legge delega di riforma della dirigenza pubblica. Ha bocciato i decreti attuativi sulla dirigenza pubblica e servizi pubblici locali, che ora sono stati ritirati. Un ginepraio di questioni burocratiche dal quale difficilmente si potrà uscire in tempi brevi, soprattutto prima delle elezioni regionali che in Sicilia si terranno in autunno. Ecco perché destano perplessità le sollecitazioni del sottosegretario Faraone. Come è possibile che l’Assemblea regionale possa approvare in tempi stretti la stabilizzazione dei precari se deve sottostare a tutte queste condizioni?
 
Ma Davide Faraone interviene anche nei confronti del Movimento Cinquestelle, sapendo che il Movimento mira alla poltrona che attualmente è occupata dal Rosario Crocetta. “Domenica 9 luglio è un ottimo giorno per svolgere le primarie in Sicilia per scegliere il candidato presidente della Regione. Mentre il guru dei cinquestelle, Beppe Grillo, calerà dall’alto a Palermo per presentare il candidato designato attraverso pochi click pilotati su una piattaforma privata, noi possiamo, invece, andare nelle piazze con i gazebo e chiamare la gente a fare le proprie scelte, invece di subirle”.
È la proposta di Davide Faraone che torna a insistere sulle primarie per il candidato presidente. La lancia nel giorno in cui M5S Sicilia annuncia che il 9 luglio Beppe Grillo presenterà a Palermo il candidato presidente pentastellato scelto sulla piattaforma online, in vista delle Regionali del 5 novembre. “Dopo Genova, infatti, quando si parla di cinquestelle penso che si possa parlare, più che di primarie, di ‘falsarie on line’. Casaleggio e Grillo – aggiunge Faraone – hanno già scelto Giancarlo Cancelleri a Roma e ce lo comunicheranno il 9 luglio a Palermo. I capi sono sempre e solo quei due. Noi, invece, puntiamo su una precisa espressione democratica da tempi non sospetti”. Insomma la guerra degli annunci è cominciata sia da parte di maggioranza che di opposizione, quelle attuali: anche il leader del centro destra Nello Musumeci ha twittato “è il momento di metterci la faccia. Inviate proposte, consigli. Ci aiuterete a stilare un programma migliore. In barba all’attività parlamentare è cominciata la campagna elettorale per le regionali”.

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