L'esperienza delle Case del volontariato per un aiuto concreto ai meno fortunati - QdS

L’esperienza delle Case del volontariato per un aiuto concreto ai meno fortunati

Redazione in collaborazione con Cesvop

L’esperienza delle Case del volontariato per un aiuto concreto ai meno fortunati

venerdì 09 Giugno 2017

A Termini Imerese l’ultima nata in ordine di tempo

L’ultima nata è a Termini Imerese, in provincia di Palermo. Parliamo delle Case del volontariato, un’esperienza che nella Sicilia occidentale risale al 2006: a Gela, in quell’anno, il volontariato locale, in collaborazione con il CeSVoP, è riuscito a ottenere in gestione un edificio scolastico in disuso. Un luogo dove ogni organizzazione di volontariato potesse svolgere le proprie attività e promuovere iniziative comuni in favore dei cittadini.
La Casa del volontariato è fatta non solo di stanze, scale, porte ma di volti, incontri, relazioni, attività, alleanze contro il disagio e l’emarginazione. A Termini, per esempio, il Comune ha messo a disposizione un ex asilo e il volontariato lo ha restaurato anche grazie ai soldi messi a disposizione da una bando di Fondazione con il Sud.
Alleanze e accordi di collaborazione fra pubblico e privato, come a Sciacca (Agrigento) dove la Casa del volontariato e dell’associazionismo è sorta grazie ai fondi Fesr concessi al Comune per ristrutturare un bene confiscato alla mafia. Il CoVoPro (Coordinamento Volontariato e Promozione sociale), insieme al CeSVoP, ha proposto la sua idea e la sua partnership e così l’Amministrazione comunale ha potuto accedere ai fondi messi a disposizione dalla Regione siciliana.
Per ogni casa, dunque, c’è una storia. Come a Gela, dove i poveri trovano un pasto caldo, i ragazzi delle scuole costruiscono le loro competenze informali nel Passaporto del volontariato, oppure i disabili psichici riescono a produrre ceramiche di design.
A Mazara del Vallo (Trapani), in un bene confiscato alla mafia e con i fondi del bando Fondazione con il Sud, le associazioni hanno spazi per le loro attività; a Caltanissetta, la Casa delle Culture e della Solidarietà, avviata in una ex scuola rurale affidata dal Comune al MoVI e risistemata con fondi del Ministero degli Interni, ha creato un luogo aperto agli immigrati e a chi vuole fare volontariato.
Altro esempio a Bagheria, dove l’Amministrazione comunale, di concerto con il CeSVoP, ha voluto dare a tutte le organizzazioni di Terzo settore la Casa del volontariato e della Solidarietà. Insomma, edifici trasformati, spazi recuperati e che divengono beni comuni, luoghi della solidarietà gratuita, gestiti e animati da centinaia di organizzazioni, con migliaia di volontari e cittadini.
Ma questi dettagli poco importano a Tourè, che a Caltanissetta ha trovato un punto di riferimento, o ad Angela, la biondissima bambina di quinta elementare che vive in una zona degradata di Termini e adesso si diverte da matti, tutta impiastricciata, nel laboratorio di ceramica. L’importante è che entrambi possano pensare, insieme agli altri compagni: “Che bella questa Casa del volontariato!”.

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