Giovani disoccupati: a maggio sono il 37 per cento - QdS

Giovani disoccupati: a maggio sono il 37 per cento

redazione

Giovani disoccupati: a maggio sono il 37 per cento

martedì 04 Luglio 2017

Diffuse le stime provvisorie Istat: +1,8% rispetto al mese precedente

ROMA – Torna a crescere la disoccupazione in Italia. Secondo le stime preliminari dell’Istat il tasso di disoccupazione è salito all’11,3% (+0,2 punti percentuali). Dopo il forte calo registrato ad aprile, la stima delle persone in cerca di occupazione a maggio cresce dell’1,5% (+44 mila).
L’aumento interessa i soli uomini ed è distribuito tra tutte le classi di età ad eccezione degli ultracinquantenni.
L’esercito dei disoccupati conta dunque 2 milioni 927mila persone.
A maggio 2017 il tasso di disoccupazione dei 15-24enni torna a crescere attestandosi al 37%, in aumento di 1,8 punti percentuali rispetto al mese precedente. Dal calcolo del tasso di disoccupazione sono per definizione esclusi i giovani inattivi, cioè coloro che non sono occupati e non cercano lavoro, nella maggior parte dei casi perché impegnati negli studi.
L’incidenza dei giovani disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età è pari al 9,4% (cioè meno di un giovane su 10 è disoccupato). Tale incidenza risulta in aumento di 0,4 punti percentuali rispetto ad aprile. Il tasso di occupazione  cala di 0,5 punti, mentre quello di inattività rimane invariato.
A maggio 2017 la stima degli occupati cala dello 0,2% rispetto ad aprile (-51 mila unità) attestandosi, dopo il forte incremento registrato il mese precedente, ad un livello lievemente superiore a quello di marzo. Diminuisce il numero di lavoratori indipendenti e dipendenti a tempo indeterminato mentre aumentano i dipendenti a termine.
Nonostante la flessione registrata nell’ultimo mese, nel periodo marzo-maggio si registra una crescita degli occupati rispetto al trimestre precedente (+0,3%, +65 mila), determinata dall’aumento dei dipendenti, sia permanenti sia a termine. L’aumento riguarda entrambe le componenti di genere ed è distribuito tra tutte le classi di età ad eccezione dei 35-49enni.
Nel confronto con maggio 2016 si conferma l’aumento del numero di occupati (+0,6%, +141 mila). La crescita, che coinvolge uomini e donne, riguarda i lavoratori dipendenti (+313 mila, di cui +199 mila a termine e +114 mila permanenti), mentre calano gli indipendenti (-172 mila). A crescere sono gli occupati ultracinquantenni (+407 mila) a fronte di un calo nelle altre classi di età.
Su base annua i disoccupati calano dell’1,8% (-55 mila) e gli inattivi dello 0,9% (-129 mila).
Al netto dell’effetto della componente demografica, su base annua cresce l’incidenza degli occupati sulla popolazione tra gli ultratrentacinquenni mentre cala tra i 15-34enni.
Dopo l’aumento del mese scorso, la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni a maggio rimane invariata, sintesi di un calo tra gli uomini e un aumento tra le donne. L’inattività risulta in calo tra i 25-34enni, in crescita tra gli ultracinquantenni mentre rimane stabile nelle restanti classi di età. Il tasso di inattività è pari al 34,8%, invariato rispetto ad aprile.
“Dopo il forte aumento registrato ad aprile – ha commentato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti – la diminuzione degli occupati registrata a maggio non muta le tendenze di medio-lungo periodo dell’occupazione che continuano ad evidenziare, sia su base trimestrale che su base annuale, la crescita degli occupati e la diminuzione dei disoccupati. In particolare, nel trimestre marzo-maggio gli occupati sono 65mila in più e i disoccupati 90mila in meno”.
“Per far fronte al troppo elevato tasso di disoccupazione giovanile – aggiunge – è necessario concentrare verso questo obiettivo gli interventi per sostenere e promuovere l’occupazione”.
Di tutt’altro avviso Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera che su Facebook scrive: “Ancora una volta il miglioramento del mercato del lavoro è durato ben poco. I dati dell’Istat mostrano che nel mese di maggio non vi è creazione di occupazione, aumenta la disoccupazione e aumenta disoccupazione giovanile. Il fallimento del Jobs Act di Renzi è dimostrato dal fatto che calano i lavoratori permanenti mentre aumentano i contratti a termine. Con i dati di maggio torniamo indietro di due mesi e soprattutto il mercato del lavoro non si stabilizza positivamente anche perché manca una vera ripresa del Pil”.

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