Efficienza energetica, Pubblica amministrazione siciliana in coda - QdS

Efficienza energetica, Pubblica amministrazione siciliana in coda

Rosario Battiato

Efficienza energetica, Pubblica amministrazione siciliana in coda

mercoledì 26 Luglio 2017

Secondo i dati Enea, tra il 2013 e il 2016 non ci sono stati interventi né richieste di incentivi. Riduzioni dei consumi negli edifici pubblici più contenute rispetto alla media italiana

PALERMO – È ancora lungo e complicato il cammino che conduce al miglioramento delle prestazioni energetiche della Pa italiana. E in questo quadro nazionale da migliorare, la burocrazia isolana si colloca persino più in ritardo. A definire il panorama dell’efficienza energetica nella Pa siciliana ci ha pensato il Rapporto annuale dell’Enea, che di fatto rappresenta il riferimento periodico di monitoraggio, analisi e valutazione a supporto delle politiche adottate in questo settore.
Riferendoci, in particolare, al settore della Pubblica amministrazione, l’agenzia nazionale certifica che “le richieste di incentivi sul ‘Conto Termico’ per interventi di efficienza della Pa locale sono cresciute del 300%”. Il Conto termico è una misura che serve per rendere il settore pubblico sempre più virtuoso sull’efficienza energetica, così come previsto dalla Direttiva 2012/27/Ue, attraverso incentivi che vanno dal 40 al 65% della spesa sostenuta (dipende dal tipo di intervento) e arrivano al 100% in caso di diagnosi energetica e per l’attestato di prestazione energetica.
 
Secondo dati Enea, nel periodo compreso tra il 2013 e il 2016 non ci sono stati interventi né incentivi da parte della Pa isolana. In Lombardia, ad esempio, gli interventi nella Pa tramite in Conto Termico sono stati 242 per circa 6,5 milioni di euro di incentivi. In Piemonte ce ne sono stati altri 91 per circa 1,6 milioni di euro di incentivi. 
In Sicilia non ci sono nemmeno traguardi particolarmente ambiziosi. Secondo quanto riportato dall’Enea, gli obiettivi Po Fesr di riduzione dei consumi degli edifici pubblici ammontano a 7.300 kWh/anno, cioè il dato più basso tra tutte le regioni italiane (in Piemonte si arriva a 168 milioni, in Lombardia a 97 milioni, in Liguria a 16 milioni).
Per un Paese che corre verso la sostenibilità, la Pa nazionale continua a costituire un certo peso. I dati del Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici (Siope), riportati dall’Enea, testimoniano che nel 2016 la bolletta energetica complessiva della Pa per elettricità, riscaldamento e trasporto è stata “di oltre 3,3 miliardi di euro, di cui 117 milioni di euro spesi a livello centrale (35% per l’energia elettrica, 4% per il gas ed il 61% per carburanti e combustibili), 1,85 miliardi nelle amministrazioni periferiche, 220 milioni nelle Province che gestiscono gran parte dell’edilizia scolastica e 1,13 miliardi di euro nelle strutture sanitarie pubbliche”.
“Il nostro Paese, nel suo complesso, presenta un buon livello di efficienza energetica, soprattutto nel settore industriale, mentre per la Pa è necessario un vero salto di qualità”, ha dichiarato il presidente dell’Enea Federico Testa. A tal proposito, l’Enea ha annunciato la creazione di un’apposita task force operativa “Pa-Obiettivo efficienza energetica” con il Gse, proprio per supportare la Pubblica amministrazione nella realizzazione di interventi di riqualificazione energetica. Bisogna lavorare, ha aggiunto Testa, perché “i consumi degli immobili della Pa risultano più elevati della media nazionale e ciò rende critico il rispetto della Direttiva sulle prestazioni energetiche degli edifici nel caso di nuove costruzioni o di riqualificazioni importanti (deep renovation), in vigore dal 2019 per gli edifici pubblici”.
I primi interventi saranno per il Comune di Assisi e per alcuni progetti del Mibact nell’ambito dell’Accordo quadro con Enea per il supporto tecnico-scientifico, la sicurezza sismica e la conservazione del patrimonio culturale.

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