Avviso 8, arriva un nuovo stop. Questa volta lo sentenzia il Cga - QdS

Avviso 8, arriva un nuovo stop. Questa volta lo sentenzia il Cga

Michele Giuliano

Avviso 8, arriva un nuovo stop. Questa volta lo sentenzia il Cga

giovedì 03 Agosto 2017

Accolto il ricorso di alcuni enti (storici) che lamentavano i criteri relativi all’esperienza dei docenti. Si aprono due strade: rimodulare la graduatoria o fare un nuovo avviso

PALERMO – L’assessore regionale alla Formazione Bruno Marziano era sicuro di avere fatto tutto ciò che era possibile: “Se questo piano dovesse essere bloccato anche dopo aver seguito ben due indicazioni dateci dal Tar con le sue ordinanze, allora non so proprio cosa fare di altro”, aveva detto appena qualche settimana fa quando qualcuno poneva seri dubbi sull’avvio dell’Avviso 8, quello che finanza i corsi tradizionali.
A questo punto la Regione alzerà bandiera bianca? Di sicuro non si intravedono barlumi di speranza in Sicilia per la ripartenza della formazione professionale dopo il pronunciamento del Cga che sostanzialmente blocca l’Avviso 8 e tutta la sua graduatoria che approvava 299 progetti per un totale di 136 milioni di euro.
I giudici di appello hanno accolto l’istanza cautelare di alcuni enti, tra cui l’associazione Politea, difesi dagli avvocati Girolamo Rubino, Lucia Alfieri e Calogero Marino. Il tribunale amministrativo ha così imposto all’assessorato regionale guidato da Bruno Marziano di rimodulare due dei criteri alla base della graduatoria relativa al bando. Gli enti esclusi contestavano i criteri relativi all’esperienza dei docenti. Un’esperienza decennale che avrebbe garantito un punteggio maggiore. Punteggio che è però andato anche agli enti che si sono semplicemente ‘impegnati’ a inserire questo personale, pur non avendolo ancora in organico. Un requisito illogico secondo il Cga. I giudici amministrativi scrivono per l’appunto che il riconoscimento “della capacità amministrativa del beneficiario prima dell’approvazione dell’operazione può anche essere dimostrato attraverso una dichiarazione che però deve avere ad oggetto un requisito posseduto. Al contrario è illogica l’attribuzione di un punteggio per qualcosa che non si possiede ancora, perché cosi facendo si viola la par condicio fra gli aspiranti e si incide sulla libera concorrenza legittimando a priori soggetti allo stato non in possesso dei requisiti dinanzi a soggetti, sempre allo stato, in regola con le richieste dell’avviso”.
Per il momento dall’assessorato regionale alla Formazione tutto tace anche perchè la sentenza è fresca, e chiaramente l’amministrazione ha anzitutto la necessità di dover verificare cosa fare rispetto a quanto imposto. A questo punto le strade possono essere due: o rimodulare per l’ennesima volta la graduatoria, che questa volta però verrebbe stravolta anche perchè ci sono molti enti nuovi che si sono piazzati utilmente e che con ogni probabilità uscirebbero fuori dai giochi, o ancora bloccare tutto e rifare nuovamente l’Avviso.
Pare, secondo quanto filtra dalla stanza dei bottoni, che la prima ipotesi sarebbe quella più caldeggiata. A questo punto la sentenza del Cga la si può considerare a favore degli enti storici. Molti di essi infatti sono rimasti del tutto o in buona parte fuori dai giochi con le ultime graduatorie stilate. E’ scomparso ad esempio l’Aram di Francantonio Genovese, l’ex parlamentare del Pd (oggi Forza Italia, ndr) condannato a 11 anni per i brogli sull’organizzazione dei corsi; a restare fuori dai giochi anche l’Unci. Molte altre importanti realtà sono state letteralmente falcidiate come l’Enaip; peggio è andata al Cerf con 8 progetti finanziati per un totale di 6,3 milioni; enormemente ridimensionato l’Ecap con 4 progetti e 2,5 milioni; peggio ancora l’Enfaga con appena un progetto da 1,7 milioni e tutti gli altri “bocciati”.

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