Pil finalmente in crescita, +1,5% rispetto al 2016 - QdS

Pil finalmente in crescita, +1,5% rispetto al 2016

redazione

Pil finalmente in crescita, +1,5% rispetto al 2016

giovedì 17 Agosto 2017

Nomisma: “Ma altrove la ricchezza prodotta corre a ritmi più sostenuti”

ROMA –  Nel secondo trimestre il Pil (espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010), corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,4% rispetto ai tre mesi precedenti e dell’1,5% rispetto al secondo trimestre del 2016. È quanto comunica l’Istat.
Il secondo trimestre del 2017, sottolinea l’Istat, ha avuto tre giornate lavorative in meno del trimestre precedente e due giornate lavorative in meno rispetto al secondo trimestre del 2016. La variazione congiunturale è la sintesi di un aumento del valore aggiunto nei comparti dell’industria e dei servizi e di una diminuzione nel settore dell’agricoltura.
Dal lato della domanda, si registra un apporto positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un limitato contributo negativo della componente estera netta.
Nello stesso periodo il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,6% negli Stati Uniti, dello 0,5% in Francia e dello 0,3% nel Regno Unito. In termini tendenziali, si è registrato un aumento del 2,1% negli Stati Uniti, dell’1,8% in Francia e dell’1,7% nel Regno Unito.
Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni ha commentato su Twitter: “#Istat Crescita 2017 prevista a +1,5% Meglio delle previsioni. Una buona base per rilanciare economia e posti di lavoro”.
Soddisfazione è stata espressa anche dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan: “L’Istat ci ha informato che nel secondo trimestre dell’anno il prodotto interno lordo è aumentato rispetto al trimestre precedente per la decima volta consecutiva. L’incremento dello 0,4% corrisponde a una crescita dell`1,5% rispetto al livello raggiunto nel secondo trimestre 2016, il tasso di crescita economica più sostenuto dall`inizio della crisi. A questi risultati ha contribuito una politica economica che dal 2014 ha proceduto con coerenza lungo un sentiero stretto, ma tracciato in modo chiaro: riduzione delle tasse, incentivi agli investimenti privati, misure sociali per il contrasto alla povertà e alla disuguaglianza; gestione oculata del bilancio allo scopo di migliorare i saldi di finanza pubblica, così da stabilizzare la relazione tra debito e Pil e rimuovere cause di preoccupazione ed instabilità nei mercati, che potrebbero fare aumentare i tassi e quindi sottrarre risorse alla ripresa”.
Padoan ha sottolineato che le scelte future saranno decisive per mettere in sicurezza i conti e ridurre il peso del debito: “Nei prossimi mesi avremo l’opportunità di muovere ancora un passo importante su questo sentiero, se vogliamo continuare a mettere in sicurezza le finanze pubbliche e ridurre il peso del debito che grava sulle generazioni future, disponiamo di poche risorse. Dovremmo concentrarle su misure per incentivare le assunzioni dei giovani che cercano lavoro, per confermare le agevolazioni a sostegno degli investimenti privati, per proseguire nel sostegno agli investimenti pubblici, e per potenziare gli strumenti contro la povertà. Investire sul capitale sociale e fisico del paese ne accrescerà potenziale e produttività, e contribuirà a rafforzare il ciclo fiducia-investimenti che sta sostenendo questa ripresa”.
“In un contesto estremamente favorevole – 17 trimestri consecutivi di crescita nell`Eurozona – si conferma la ripresa dell’economia italiana, a livelli però ancora insufficienti per rilanciare sensibilmente gli investimenti e assorbire la disoccupazione”. Così Andrea Goldstein, chief economist di Nomisma, commenta la prima stima del prodotto interno lordo del secondo trimestre 2017.
Pur ammettendo che lo 0,4% trimestrale e soprattutto l’1,5% nei confronti del secondo trimestre del 2016 “dimostrano che sta lentamente ritornando la fiducia”, Goldstein non ha mancato di rimarcare che “altrove il Pil corre a ritmi ben più sostenuti e il gap tra l’Italia e i principali partner commerciali e finanziari si amplia quasi inesorabilmente ad ogni trimestre”.

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